DELITTO DI UCRIA – Il Riesame fissa la data al 23 settembre, ed intanto a Paternò è bagarre politica per lo striscione esposto
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DELITTO DI UCRIA – Il Riesame fissa la data al 23 settembre, ed intanto a Paternò è bagarre politica per lo striscione esposto

Davanti al Riesame i legali di Russo, punteranno, anche alla luce dei nuovi risvolti dell’inchiesta sulla tesi delle legittima difesa, negata in prima battuta, dal GIP Molina di Patti. Russo, dalla notte di ferragosto si trova in carcere, per l’uccisione di Antonino e Fabrizio Contiguglia e il tentato omicidio di Salvatore Contiguglia. Il 29enne Salvatore Russo sostiene di aver sparato, dopo aver sottratto l’arma ad uno degli aggressori, per legittima difesa.

Insieme a lui viene indagata Daniele Balsamo, 38 anni, cognato del Russo, presente nello slargo ucriese al momento dello scontro, ed ora anche altri quattro soggetti, tutte legati tra loro da vincoli di parentela: Giovanni Santino Contiguglia, 68 anni; Davide Contiguglia, 35 anni; Vittorio Contiguglia, 55 anni; e Salvatore Contiguglia, 43 anni.

Loro insieme agli uccisi ed al ferito avrebbero fatto parte, secondo la magistratura, di quel “plotone” che doveva dar una lezione al Russo; il tutto pare per un parcheggio negato. Le accuse mosse nei loro confronti, differenziati per ruoli, spaziano, secondo quando emerge dall’estorsione alla violenza privata fino a “morte o lesioni come conseguenza di altro reato”.

La vicenda ha anche altri risvolti dopo quelli giudiziari ora ci si mette pure la politica locale.

Infatti a Paternò, paese dove vive Russo, c’è stata, dopo il “web”, anche una manifestazione popolare in suo favore guidata dallo stesso sindaco.

E da qui la “lite” tra il presidente del Consiglio comunale, Filippo Sambataro e il sindaco Nino Naso.

Russo si era candidato alle Amministrative proprio con lui.

Motivo dello scontro quel lenzuolo “Io Sto Con Salvo” che il primo cittadino aveva  fatto esporre sulla facciata del “palazzo della città” nel giorno della marcia di solidarietà di Russo.

Lo striscione prima era stato rimosso proprio per volontà del presidente Sambataro, che aveva detto “L’ho fatto come segno di rispetto per tutte le forze politiche, tra le quali c’erano pareri opposti sulla opportunità di esporre il lenzuolo con quella scritta. E’ una vicenda delicata, lasciamo lavorare con tranquillità la magistratura. di Patti. Per questa ragione ho deciso di farglielo togliere”.

Di parere ovviamente opposto  il sindaco che lo fece tempestivamente rimettere esposto. Una scelta non condivisa anche nell’area politica del Partito Democratico locale che aveva definito inopportuna la marcia di solidarietà con le indagini ancora in corso da parte della magistratura. M

14 Settembre 2019

Autore:

redazione


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