“Non credo che la diaspora si limiti a tre membri della direzione regionale. Il malessere, spesso sofferto, di tanti militanti del Pd verso scelte incomprensibili come il sostegno a Lombardo che ancora continua a tessere la sua rete di clientele e di ricatti; l’alleanza con l’Udc, come se il semplice allontanamento di Cuffaro avesse ridato verginità ad un partito che prima era accusato di essere l’essenza del clientelismo; la presenza nelle liste a sostegno di Crocetta di tanti nomi in cerca di nuoca collocazione; il trasformismo che viene legittimato come nuovo spazio per alleanze; tutto questo non è digeribile per chi ha militato nel partito di La Torre e di Berlinguer e non basta il nome, indubbiamente rispettabile di Crocetta e di altri candidati, a giustificare il voto per questa indegna ammucchiata.
Mi ricordo – scrive Turi Schepis – un vecchio slogan del “Manifesto”: “non voglio morire democristiano“, eppure la vecchia DC di fronte al nuovo (?) che emerge aveva una sua dignità politica.
Proprio perchè non volevo morire democristiano mi dà ancora più fastidio dover sopravvivere grazie a queste alchimie politiche in cui tutte le alleanze sono consentite pur di vincere.
Credo che questo malessere sia molto diffuso in tanto del Pd, spero che si trasfromi in voti per determinare una reale discontinuità nel governo della Sicilia.
Se è così il voto a Fava è necessario”.
Continuando nei post e rispondendo a quello di Francesco Mastrolmeno che sottolineava, dopo un Mi piace: “Il collante che li tiene ancora a votare per Crocetta è una idea secondo la quale con quella alleanza si vince.. Domani sarà pubblicato un sondaggio che farà tremare questa convinzione .. Non biasimo gli elettori , il “voto utile” non è la mia convinzione , ma è una convinzione possibile .. sono convinto però che non sia una vergogna uscire da quella “banda”.
E Turi Schepis conclude: è probabile che si vinca, e dopo?
vincere per fare che?
vincere per governare con chi?
è veramente utile vincere ad ogni costo?
non sono così sicuro che si vinca, ma soprattutto sono certo che non ha senso fare ogni possibile alleanza pur di vincere.
D’altra parte il Pd non aveva scelta, avendo annullato ogni possibile alleanza di centro sinistra con l’appoggio a Lombardo e con la scelta improvvida di allearsi con l’Udc; ma credo che il problema sia meno recente e, purtroppo, meno contingente: c’è nel Pd una preoccupante assenza di progettualità politica.
D’accordo che ormai è passato il tempo dei partiti che volevano cambiare il mondo, ma da qui ad arrivare ai partiti che si contentano di gestire, anche in modo subalterno, l’esistente ce ne corre.
Questo problema dovrebbero porsi gli elettori del Pd e analizzare, anche in modo sommario, le scelte del partito in Sicilia nell’utima legislatura: 2008 non si vuole ricandidare Rita Borsellino e si preferisce candidare la senatrice (una volta avrei detto compagna, ma ora credo che quest’appellativo le dia fastido e dà fastidio a me usarlo nei suoi confronti) Finocchiaro, vince Lombardo e la sen. Finocchiaro, piuttosto che rispettare la scelta di chi l’aveva votata e, quindi, svolgere il ruolo di leader dell’opposizione alla regione, preferisce pensare alla sua carriera politica ed opta per il più gratificante ruolo di capogruppo al senato, senza che Bersani o altri le facciano notare che non si può tenere in così poca considerazione l’impegno di tanti che ci siamo prodigati a farle campagna elettorale e dei tanti che l’hanno votata.
Entra in crisi il governo Lombardo per cause tutte interne al centrodestra e il PD, piuttosto che cogliere l’occasione e proporsi come punto di riferimento di una vasta area d’opposizione, sceglie di andare in soccorso del governo Lombardo in nome di un’improbabile azione riformatrice e di assumere un ruolo subalterno assistendo impertubabile alla gestione personalistica di Lombardo.
Il berlusconismo entra in crisi subisce una serie di sconfuitte da milano a genova a cagliari e il pd in sicilia non diventa punto di riferimento di forze poltiche e di movimenti che si muovono in questa scia, ma preferisce un’alleanza costruita a tavolino con un partito, l’Udc, che ha gestito inninterrotamente la regione da sempre (prima dc, poi centrodestra, ora udc) dando l’immagine, ampiamente motivata, di un partito incapace di elaborare una propria strategia politica. e allora perchè votare pd?
Il dibattito continua.