Dopo aver annunciato la possibilità di un gesto simbolico che avrebbe visto tutte le strutture Anffas Onlus consegnare alla più alta carica dello Stato le chiavi delle associazioni perché ormai non più in condizione di perseguire la propria mission, dopo aver partecipato alla manifestazione del 31 ottobre scorso in Roma ed essere adesso impegnata a contrastare (insieme alla FISH), fra le altre cose, l’approvazione del decreto finalizzato ad aggiornare le tabelle indicative dell’invalidità civile, Anffas Onlus ora si appella nuovamente al Presidente della Repubblica, per chiedere, nonostante l’ottimismo nutrito per quanto dichiarato in seguito alla manifestazione di mercoledì u.s., che si tornino ad affermare da parte della Repubblica i diritti di tutti i cittadini, anche e soprattutto nei momenti di crisi.
“Gli ultimi provvedimenti in materia di contenimento di spesa sanitaria e sociale, le eventuali modifiche all’attuale sistema delle agevolazioni fiscali e la prossima riforma dell’ISEE, rischiano di danneggiare le persone con disabilità e le loro famiglie” afferma il presidente nazionale di Anffas Onlus “la massiccia adesione di Anffas alla manifestazione del 31 ottobre Cresce il welfare, cresce l’Italia dimostra che non vogliamo e non possiamo arrenderci”.
“Auspichiamo quindi” prosegue e conclude Roberto Speziale “che nonostante i suoi numerosi impegni, il Presidente della Repubblica possa incontrarci: la nostra richiesta risiede, come detto anche nella lettera, nell’angoscia, preoccupazione ed allarme delle migliaia di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e famiglie che la nostra Associazione rappresenta e a cui è doveroso dare delle risposte concrete”.
il testo della lettera
Illustrissimo Presidente,
mi rivolgo ancora una volta a Lei, in qualità di Presidente Nazionale Anffas Onlus (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) con la richiesta di poterLa incontrare, pur consapevole dei Suoi numerosi impegni e delle numerose richieste di simile natura che ogni giorno giungeranno alla Sua attenzione dai più svariati soggetti. Tuttavia, pur con tale consapevolezza, il Consiglio Direttivo Nazionale Anffas Onlus ha unanimemente deciso di procedere con la richiesta di un incontro, in considerazione sia del ruolo istituzionale che Ella ricopre, espressione e garante degli ideali della Repubblica, sia del modo con cui Ella svolge tale ruolo.
La ragione di tale nostra richiesta risiede nella profonda angoscia, preoccupazione ed allarme delle migliaia di persone e famiglie che la nostra Associazione rappresenta per quanto di negativo sta accadendo, da troppo tempo, nel nostro Paese, alle persone che, tutte, hanno il diritto di vivere degnamente la propria vita.
Le persone con disabilità e, in particolare, le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, rappresentano infatti, loro malgrado, cittadini resi fragili nella loro ridotta capacità di autotutela dei propri diritti. Una riduzione che non nasce dalla loro condizione di funzionamento e di salute, ma dalle minori opportunità a loro disposizione e dalle discriminazioni di cui sono vittime.
Negli ultimi anni, nel nostro Paese, purtroppo, quanto sancito nel secondo comma dell’art. 3 della Costituzione Italiana è divenuto non solo debole e incerto a causa delle “circostanze”, ma, è nei fatti, pesantemente e sempre più frequentemente, messo in discussione e ciò fino a spingerci a dover constatare che la Repubblica non garantisce più la rimozione delle condizioni che creano discriminazioni a danno delle persone con disabilità.
Lo denunciamo da tempo, da quando abbiamo dovuto assistere allo scempio culturale prodotto da una ingiustificata campagna mediatica (a cui ben si è prestata l’azione dell’INPS in materia di verifiche straordinarie delle condizioni di invalidità civile di centinaia di migliaia di cittadini), che ha prodotto e continua a produrre insopportabili passi indietro nella cultura dell’inclusione sociale; da quando con crescenti aspettative, e poi con continue delusioni, abbiamo misurato la distanza tra le dichiarazioni istituzionali, tese a ribadire la centralità dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, e la desolante assenza di definizione di un provvedimento ad hoc atteso da dodici anni; da quando abbiamo dovuto intrecciare la nostra azione associativa di tutela e promozione dei diritti umani con le azioni di tutela giudiziaria su sempre più ampi fronti e tematiche: dal diritto al progetto individuale (art. 14 L.328/2000), al rispetto delle norme statali in materia di compartecipazione al costo (D.Lgs. 109/1998 e successive modifiche e integrazioni), al rispetto delle norme in materia di integrazione scolastica, di accesso alle cure, accesso ai servizi, alla mobilità, sino alle recenti iniziative giudiziarie in materia di tutela dalle discriminazioni (Legge 67/2006).
Tuttavia, alle difficoltà di cui sopra, si aggiungono oggi i provvedimenti in materia di riduzione della spesa sanitaria e sociale, che rischiano di compromettere seriamente l’accesso a servizi essenziali per i cittadini, anche relativamente alla loro disponibilità e qualità, nonché la pesante incognita di quanto accadrà a seguito delle eventuali modifiche all’attuale sistema delle agevolazioni fiscali e all’ormai prossima riforma dell’ISEE.
Le famiglie delle persone con disabilità vivono nel profondo della propria esistenza e nella quotidianità della propria condizione di vita materiale (peraltro sempre più esposta ai rischi dell’impoverimento) la convinzione onesta e sincera che il percorso per l’affermazione dei diritti di uguaglianza passa dall’incremento del senso civico e, quindi, anche da un percorso di impegno e di sacrificio personale. La nostra Associazione non è cresciuta all’insegna del “tutto ci è dovuto”, ma all’insegna del “mettiamoci in gioco e facciamo la nostra parte”.
Siamo però giunti vicini, troppo vicini, al pericoloso limite di una sfiducia civica che, se oltrepassato, rischia di gettarci in una fase storica condizionata dal disfattismo, dalla rabbia e dalla rinuncia al rispetto delle regole.
E’ per questo che la nostra Associazione ha voluto proclamare uno stato di crisi, a livello nazionale, regionale e locale, ed ha dichiarato di essere pronta a consegnarLe le chiavi delle nostre Associazioni: un gesto simbolico, dettato dalla difficoltà per Anffas di adempiere alla propria mission – ovvero la tutela dei diritti umani delle persone con disabilità e delle loro famiglie – che però indica quanto forte sia lo sconforto attuale ma anche quanto grande sia il desiderio di non arrendersi e di voler continuare a lottare.
La nostra richiesta di incontro non intende certo difendere rendite di posizione, ma qualcosa di ben diverso valore, rappresentato dal ricco patrimonio di civiltà nel quale questa nostra amata Repubblica ci aveva, in qualche modo, abituati a credere e che ci ha dato finora, nonostante le difficoltà, la forza di sperare che la cultura dell’inclusione sociale potesse divenire il vessillo di uno sviluppo di uguali opportunità per tutte e per tutti.
Auspicando un Suo cortese riscontro, come già avvenuto in passato nei nostri confronti, e ringraziandoLa in anticipo per la Sua costante attenzione e disponibilità, sono a porgerLe – a nome mio personale e di Anffas tutta – i più Distinti Saluti.
Roberto Speziale