DON NINO “CIURIDDU” – L’ultimo Sagrestano di Brolo
Babylon, Cultura, Fotonotizie, In evidenza

DON NINO “CIURIDDU” – L’ultimo Sagrestano di Brolo

Da Verga a Manzoni passando per Matilde Serao la letteratura ha colto l’essenza di questa figura che un passo dietro al prete, rappresentava l’ordine e la pulizia in chiesa. 

Faceva star zitti i bambini con il semplice sguardo, senza mai essere burbero, raccoglieva le offerte, senza mai dir una parola… Anche Brolo ha avuto i suoi Sagrestani persi nella memoria. Ma don Nino, che aveva ereditato quel posto da suo padre e aveva visto il nonno aiutare i reverendi di Brolo certamente lo ricordano tutti. Una storia, come tante. Questa è quella dell’ultimo sagrestano del paese.

Il sagrestano di don Abbondio, un uomo presumibilmente di mezza età compare nei Promessi Sposi, quando sente le grida del curato che è sfuggito al tentativo di “matrimonio a sorpresa”.
Don Abbondio trafelato lo informa che c’è “gente in casa”, quindi il sagrestano afferra i pantaloni cacciandoseli sotto il braccio come “un cappello di gala”, si precipita al campanile e inizia a suonare le campane a martello, per richiamare quanta più gente possibile.
Poi ricompare verso la fine della vicenda quando conferma a don Abbondio l’avvenuta morte di don Rodrigo.
Quell’uomo già rappresentava l’essenza del Sagrestano, che spesso diventava l’alter ego del parroco, il suo confidente, quasi il confessore…colui “che quando il parroco non c’è , apre la porta della chiesa , risponde a chi chiede , a chi cerca e a chi bussa, sorride al viandante e al pellegrino, è mite e buono col povero e il ricco, l’ ultimo e il potente”.
E di Sagrestani si riempiono le novelle, i racconti, le storie, anche Verga ne usa la figura, raccontando di Don Luca “il sagrestano andava spegnendo ad una ad una le candele dell’altar maggiore, con un ciuffetto d’erbe legato in cima alla canna, tenendo d’occhio nel tempo istesso una banda di monelli che irrompevano di tratto in tratto nella chiesa quasi deserta in quell’ora calda…”.
E Brolo, allora un paese dove la vita quotidiana era ancora ritmata dalle campane e dal transito serale dei più anziani nel giro delle bettole, ne aveva uno che è rimasto nella memoria di tutti.
Senza superbia, dai modi umili, osava accendere candele dall’offerta sincera, davanti alla statua della Madonna, e  si chinava sempre passando davanti al tabernacolo, e ha servito quotidianamente Gesù Cristo, ubbidendo al parroco di turno, avvertendo nell’aria le sue eventuali bizze, prendendosi i rimbrotti, osservandone i turbamenti, in silenzio, ma mai servile, servendo comunque tutti, cioè la chiesa , il parroco, il popolo.
E’ difficile non ricordare la figura di Don Nino.
Percorse tutto quel tempo, accudendo acquasantiere e altari, vedendoli rifare ad operai distratti, distruggere le graziose balconate interne divisorie, rabberciare in malo modo i grandi quadri degli altari, levare la pietra serena sostituita da orridi marmi, ricoprire botole dai segreti inespugnabili. Questo sin dagli anni quaranta, e fu un tutt’uno con la Chiesa dell’Annunziata sin dentro il terzo millennio.
Per lui le giornate di una carriera durata più di sessantanni, sono sempre iniziate alle prime luci dell’alba e per la “novena” di Natale anche molto tempo prima.
Bisognava preparare la chiesa, accendere le candele, portare “la conca” in sacrestia e nelle prime messe, quando i chierichetti non c’erano, servir anche messa, prima di passare a raccogliere le offerte, cosa che lui faceva con discreta cortesia, evitando quasi con pudore di soffermarsi di fronte alle donnine che tiravano a stento a campare.
Poi era lui che affiancava il parroco, da padre Randazzo a padre Lo Presti e negli ultimi suoi anni di lavoro anche padre Donato Marino, quando per Pasqua si giravano le case del paese per benedirle.
Portava dietro l’acquasantiera e stava ben attento a non rompere le uova che venivano loro regalate, in segno di rispetto, per quel servigio.
All’anagrafe Don Nino, andava di cognome Princiotta Cariddi, e nessuno sapeva perchè portava dietro la benevola ingiuria di “Ciuriddu”,  appartenuta alla sua famiglia.
Per lui far il Sagrestano era un lavoro serio, e poco importava come lo chiamavano, anche quando padre Nino Lo Presti – italianizzandone il soprannome – amabilmente lo chiamava “Fiorello”.
A Piana, dove abitava –  era suo il compito di tener pulita la chiesetta dell’Addolorata -.
Scendeva in bici a Brolo, con l’immancabile coppola, che portava, spesso arrotolandola tra le mani nodose, anche d’estate.
La chiesa dell’Annunziata era il suo piccolo regno.
Casa sua.
Teneva tutto in ordine, portava i fiori all’altare della Madonna, ne custodiva i “tesori” rappresentati dagli ex-voto, e per la Festa, seguiva a distanza il Parroco, per poi aiutarlo a contare – in sacrestia – i soldi delle offerte, ed a quei tempi, al nastro del Manto, insieme alle lire stropicciate c’erano sempre dollari e franchi, testimonianza di un’emigrazione che negli anni sessanta toccava pesantemente anche Brolo.
Ma dalla cura della sagrestia don Nino aveva anche la manutenzione della torre campanaria.
Suonava le campane, utilizzava le corde per dar i toni ai rintocchi…
Lui ne conosceva il linguaggio. Dai rintocchi che annunciavano l’arrivo di un feretro in chiesa, allo scampanio, non certamente a festa, annunciante la morte di un giovanetto, e poi ancora i due colpi secchi che significavano il decesso di una donna, tre per l’uomo.
Un ritmo, anzi un linguaggio, in un tempo dove pochi telefoni erano nelle abitazioni, che serviva  a comunicare con la gente.
Un WhatsApp antico, dove si poteva anche suonare per avvertir di un pericolo, di un incendio, di una mareggiata, di un figlio sperduto, di chi non tornava più a casa.
Poi la notte di Pasqua o a Natale quando lo scampanio diventava festoso, una Gloria, lui sorrideva, condividendo i  momenti più importanti per la Chiesa di Roma, agitava la corda e guardava tutti con occhi buoni, fin quando non venne sostituito da un orologio elettrico… ma era tutta un’altra storia (fortunatamente durò poco, si ruppe quasi subito).
A volte faceva salire, noi ragazzi, lungo le scale che portava all’ammezzato, ora ripulito e occupato dal coro…un volta destinato a ospitar le vecchie statue dei santi, qualche altare mangiato dai tarli, i vecchi lampadari poi trafugati e spariti per sempre in qualche restauro dell’edificio.
Non seguiva i funerali, non era compito suo, per questo ci pensava, a portar la croce, don Basilio “Tusa”, altro personaggio che ha rappresentato un epoca per una gioventù brolese che in maniera inconsapevole, senza cattiveria ma un pò bacchettona,  lo prendeva ugualmente in giro, rischiando di beccarsi una pietrata o un colpo di bastone.
Metà della vita di Don Nino è stata ritmata dalla liturgia, il resto lo ha destinato alla famiglia, all’orto, allo stare con la signora Carmela che gli diede sette figli, Nunzia, Francesco, Antonia, Maria, Giuseppe, Carmela e Mariella.
A quel tempo non esistevano ferie, almeno per i sagrestani …
Lui era sempre lì, in Chiesa dando dignità a quel lavoro che si faceva non certo per ambizioni di carriera, sempre uguale, ma per il quale aveva rispetto.
Gli assicurava una buona qualità della vita, in una Brolo dove non tutti avevano un lavora.
Era nato nel febbraio del 1922. Per qualche mese aveva anche indossato la divisa, da militare, poi era tornato in Sagrestia.

Dove è rimasto tantissimi decenni e quando andò in pensione, nel 2005, continuò ad andar in chiesa, guardando da lontano, chi nel volontariato cattolico, le suore, le pie donne, si affaccendavano in quello che era stato il suo rituale quotidiano.

Dopo pochi mesi morì.

Fu strano sentir quei rintocchi non scanditi dalla sua mano…e portò lassù il suo sorriso a Cristo, dove il parroco e il vescovo non possono arrivare.

E anche Don Nino finisce nelle storie dei brolesi… per leggerle:

DON NINO “CIURIDDU” – L’ultimo Sacrestano di Brolo

POETI BROLESI – Linda Scaffidi: “Quando la profondità vive nascosta nella superficie”

INCONTRI BROLESI – CARMELO E SALVATORE IN MARTINICA

OGGI E’ SANTA RITA – A Brolo era la Santa dei Reduci

BROLO – Quando il Paese fece un Processo alla storia, riabilitando i 15 operai condannati nei moti del ‘21

PROVOCAZIONI – A PARLAR DI CIMITERI SI PUÒ ANCHE MORIRE… OPPURE SOFFERMARSI A RIFLETTERE
SUCCESSI – Un pezzo di “cuore” brolese batte nella Ferrari. Il sogno di Peppe Agnello diventa realtà

BROLO – Amarcord, la V A geometri si ritrova dopo 25 anni
LA FOTO – Amarcord brolese, il “Matrimonio”
“Amarcord” Brolesi – Le Moto e i Vitelloni
DONNA CARMELA – Non negò mai un bicchier d’acqua a nessuno, dagli operai ai bagnanti e visse per decenni nel “casello” di Brolo
BROLESI – I Tripi, da generazioni apprezzati per la professionalità nel difficile lavoro di essere vicino alla morte
DON ENZO CARUSO – UN ANNO FA… A BROLO
SICILIA DA VIVERE – Il “Giornale d’Italia” dedica un ampio servizio al Castello di Brolo
FESTE E TERRITORIO – Oggi quella del Lacco
IL “BARONE” – DAGLI ABISSI ALLE INERPICATE VERSO I COMUNI PIÙ ALTI DELL’ISOLA
BROLESI IN “EQUILBRIO”- CONO BARNÀ E NATALE CALDERARO, INSIEME , IN CIMA AL GOTHA DEL MONDO SCIENTIFICO MONDIALE
Brolo – Tutti meno uno
Ricordando il Vajont – E Brolo, quella mattina, pianse un suo “figlio”
Antonio Agnello – La morte di un imprenditore brolese
Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigianoBrolesi –
STORIE BROLESI – LA MAESTRA LETIZIA
Nuovi Poveri – L’onorevole non arriva a fine mese
STORIE BROLESI – Il “Barone” del mare
SBARCHI & GUERRA – 72 ANNI ANNI FA GLI AMERICANI A MALPERTUSO
RICORDI BROLESI – Vent’anni. Quando la Tiger li festeggiò al Gattopardo
Poeti Brolesi – Vittorio Ballato
Personaggi – Brolo: l’ultimo saluto a “don Nunzio” Giuffrè
NINO SPEZIALE – “Le piene del torrente … e della mia vita”
Mangiar Bene – A Brolo c’è, da sempre, “La Quercia”
LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.
LA STAZIONE & BROLO – L’ULTIMO TRENO
DON SABBATURI – A BROLO, LA MORTE DELL’ULTIMO ARTIGIANO
DOLCEZZE BROLESI – Armando finisce tra i quaranta pasticceri fotografati da Giò Martorana
CINEMA E UOMINI – I Vitelloni “Brolesi”
CIAO VINCENZO – Ieri i suoi funerali a Brolo
CAMERA DEL LAVORO – QUELLA DI BROLO È “UNA FUCINA DI FORMAZIONE”
BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”
Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco
BROLO AMARCORD – Ecco la “Scuola”
BROLO “GELATO EXPO” – CHI CI SARÀ! ( storia dei bar di Brolo)
BROLO & LA GUERRA – Le foto dello sbarco
BROLO & LA GRANDE GUERRA -“CHI DIEDE LA VITA EBBE IN CAMBIO UNA CROCE”
BROLO – SI CELEBRA, TRA ANTIMILITARISMO E COMMEMORAZIONI STORICHE, LO SBARCO AMERICANO DEL 1943
BROLO – Si celebra, tra antimilitarismo e commemorazioni storiche, lo sbarco americano del 1943
BROLO – Ordigno bellico rinvenuto in mare a Malpertuso, ultimo testimone dello sbarco degli alleati
Brolesi: Joe Ziino – Un “pezzo” di paese che va via… in America
Brolesi: A “Puntidda” – L’oste di Lacco, che ha attraversato un secolo … va via.
Brolesi, Pippo Cipriano – Pescatore, “bandito & pentito”… è morto
BROLESI CHE VANNO VIA – Mariano Scarpaci il “compagno” imprenditore
BROLESI – Tra ironia e amarcord
Brolesi – Santa Lucia del ’41, quando “Ciccio” s’inabissò
BROLESI – Ricordando Carmelo Ricciardello, “inghiottito dal fango” nell’alluvione di Scaletta
BROLESI – Piccoli meccanici … era il 1955
BROLESI – Nino Capitti, “maestro pasticcere”
Brolesi – Morire per un lavoro.
BROLESI – MA QUALE SICUREZZA? I GO KART SI VEDEVANO COSÌ
BROLESI – La neve del ’62 in attesa del “Big Snow”
Brolesi – La buona pesca
Brolesi – La Bidella
Brolesi – L’atto di eroismo di Basilio Napoli
BROLESI – Indaimo e gli altri in consiglio comunale
BROLESI – GIUSEPPE BELLANTONI UN GRANDE BARITONO “DIMENTICATO”
BROLESI – E piazza Nasi divenne piazza Mirenda
BROLESI – E loro andavano all’Università
BROLESI – Don Carmelo, il “primo” telefonista
BROLESI – 1 milione di kilometri con l’Onorevole.
BROLESI – “Reverendi”
Brolesi – “Pezzi di Scuola” che scompaiono.
Brolesi – “Peppinello”
Brolesi – “All’ombra dell’ultimo sole”
Assenze – Ciao Giovanni.
Arturo Caranna – Un brolese “sovversivo”
ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta
A Proposito del Giro – Quando passava da Brolo, e Moser era testimonial delle gare che i brolesi organizzavano
PIPPO SOTTILE – ELOGIO AL GRANDE “PICCOLO” ATTORE
Don Cono “U Chiareddu” – Tra imprenditoria e turismo … un burbero sognatore, brolese doc, che va via
BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”
Brolesi – Si “allunga” la via dedicata a Don Carmelo Pizzino
Rivedendolo – “Ogni giorno come se fosse l’ultimo”, quando i brolesi divennero tutti attori
Brolesi – Mimmo Caranna, a dieci anni dalla sua scomparsa
Contrasti – Quieto, irrequieto, inquieto, a Brolo “‘u Ploratu” mostra la sua suggestiva bellezza
Ritratti di Brolesi – Il paese che cambiava, era il 1957
Storie Brolesi – Luca Buonocore… la Cina è vicina ed il Futuro è già realtà, anche dentro uno spot televisivo
Brolo, Brolesi e la Chiesa – Dieci anni fa veniva ristrutturata
Maestri a Brolo, Domenico Siragusano – Improvvisamente mi torna in mente il mio maestro
Brolesi – I Contipodero, a cavallo di tre secoli
BROLESI – DON MICHELE IL “RAGIONIERE”. STAMANI I SUOI FUNERALI
Brolesi che vanno via – La morte di Don Vasile, centenario del paese
BROLESI – “Vossiabbinirica,” Don Saro
BROLESI DI SUCCESSO – DIANA ANDREOTTI AL VIRGIN AUSTRALIA MELBOURNE FASHION FESTIVAL
BROLESI TRICOLORI – AL CAMPIONATO MONDIALE DELLA PIZZA 2016 C’ERA ANCHE FRANCESCO BACINA IODICE
BROLESI – I vent’anni del “Central”
NINO CAMPOCHIARO – Quando un eterno sognatore, che non si arrende mai, va via
BROLESI – A Rossella Bruno il ‪iMig2016
LEO CARANNA – “La gente aspettava il suo arrivo”, mentre sentiva il rombo della sua auto
PIPPO LIONE – E’ morto questa notte un “Signore” della politica brolese
FOTO & SIMBOLI – Il Silenzio per i Caduti del Mare
BROLO – Quando sbarcarono gli americani
DEDICHE E RICORDI – A Brolo tutti pronti per il Torneo dei Tornei di Tennis
“PARALIPOMENI” – παραλειπόμενα. Ma il Maestro Speziale non ha tralasciato nulla nè prima nè dopo
Storie Brolesi – Il “Barone” del mare
ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
FOTO E SIMBOLI – Il 4 novembre, Don Santo, a Brolo, la Festa dei Reduci
LA MORTE DI UN ANGELO – Ninuccio che va via. Il dolore di tutti che abbraccia la sua famiglia
CANTERINI DI BROLO – Hanno fatto girare in 36 anni il Mondo intorno a Brolo
PER NINUCCIO – SCUOLE CHIUSE A BROLO, NEL POMERIGGIO, PER PARTECIPARE AI FUNERALI
BROLO SILENTE – PER NINUCCIO LACRIME E PALLONCINI BIANCHI
LUTTI – Brolo ha una “stella” in più
LA MORTE DI PIETRO MIRAGLIA – IL GIUDICE BROLESE SI È ACCASCIATO DURANTE UN’UDIENZA. INUTILI I SOCCORSI
STORIE BROLESI – Trent’anni che sembrano ieri. Nella mostra alla “Multimediale” scatti inusuali di come eravamo
BROLO – La Mostra di com’eravamo sino al 6 gennaio alla Multimediale
STORIE BROLESI- Foto che fissano brindisi e incontri aziendali di fine anno, ma che dicono molto di più
UN AMORE INABISSATO SUI FONDALI DELLO SCOGLIO DI BROLO. CORREVA L’ANNO 1964
GIULIA PINO – INSEGNÒ A BROLO. ANARCHICA, SOCIALISTA, AMAVA LE RECITE E LA CULTURA… LASCIÒ UN PIANOFORTE ALLA “SUA” SCUOLA

SUCCESSI – Un pezzo di “cuore” brolese batte nella Ferrari. Il sogno di Peppe Agnello diventa realtà

RICORDANDO – 23 anni fa moriva Padre Lo Presti

8 Giugno 2017

Autore:

redazione


Lascia un commento

Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist