DONNA CARMELA – Non negò mai un bicchier d’acqua a nessuno, dagli operai ai bagnanti e visse per decenni nel “casello” di Brolo
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DONNA CARMELA – Non negò mai un bicchier d’acqua a nessuno, dagli operai ai bagnanti e visse per decenni nel “casello” di Brolo

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Dal punto di vista della fredda denominazione è “la casa cantoniera ferroviaria”, quella sita al Km 146+499. Per tutti  è”il casello” di Brolo. Una costruzione che a secondo le intonacature dei vari restauri spaziava dal giallo ocra al grigio ma che ha fatto sempre parte del paesaggio urbano. Un mondo a se. Ed a Brolo anche se a pochi passi dalla stazione ferroviaria, per molti era un caseggiato isolato, tra il mare, i giardini, il fiume e la strada ferrata. Per altri è stato, prima la casa dei Galipò, poi dei Ricciardi. Era il regno di Donna Carmela,  che di cognome andava Lucio, ma questo è un dettaglio noto a pochi perchè per tutti era la moglie di Don Cono Ricciardi – il casellante – … lei era la signora del Casello.

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Infatti Carmela – che era nata a Sant’Agata Militello – e suo marito vivevano lì.

Prima erano stati a Gela, poi a Acquedolci, infine a Brolo.

Abitavano nel casello ferroviario.

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Don Cono Ricciardo, nato nel 1928, svolgeva il ruolo di caposquadra, controllava con grande responsabilità il tratto di ferrovia che da Capo d’Orlando giungeva a Brolo.

Coordinava il lavoro di altri casellanti, che dalle loro residenze punteggiavano chilometro dopo chilometro la strada ferrata.

Spesso lo chiamavano oltre che di di giorno anche di notte – a volte il lavoro era terribile perchè qualcuno si era bittato sotto il treno – e quando  tornava all’alba, passando dal bar della stazione, nelle fredde  notti invernali, avvolto nel mantello a ruota di feltro blu, con il cappello calato sulle orecchie aveva, nonostante la stanchezza, la risata sempre pronta.

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Il mantenimento della funzionalità di questo tratto di strada ferrata competeva a lui, e quando si doveva lavorare per giornata intera era Donna Carmela che mandava avanti la famiglia, ed era sempre lei che preparava viveri e bevande: vale a dire una minestra calda e altro vino, anche per gli uomini che lavoravano sotto la dirigenza di suo marito.
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Tre figli, Nino  (u longhu), Pippo (il barone) e la più grande Tina tirati su con amore, e sempre con la paura di lasciar aperto quel cancello che separava la linea ferrata dal cortile davanti casa.
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Con l’ansia che il temporale li cogliesse mentre dovevano attraversare il giardino per raggiunge la strada , ogni giorno, per andar a scuola a Brolo e poi alle “superiori” a Capo d’Orlando, passando davanti la casa dei Pintabona.
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Il casello era lì.
Lo si vedeva dal Castello, lo si intravedeva dal ponte sulla statale, percorrendo la strada lungo il torrente, inagibile durante l’inverno.
Era un posto “lontanissimo” perchè ancora il lungomare non era stato costruito.
Un luogo che condivideva quella “solitudine” con la casa dei Fiorvanati, ancor più addossata alla spiaggia, proprio alla foce del fiume.
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La signora Carmela, morta ora da qualche giorno a 93 anni, stendeva il bucato e sorrideva quando dalla spiaggia sopratutto i ragazzi salivano su da lei – prima di ritornare a casa, quelli della via Trieste, a chieder dell’acqua e le ragazze anche di poter andare in bagno.
E lei sempre disponibile e accogliente offriva se era la stagione i fichi, quelli raccolti dal grande albero che ombreggiava il “suo” Casello, o quello che aveva appena cucinato.
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Era felice di assistere i suoi “uomini” di casa, e sua figlia, e solo con il senno del poi, ci si accorge, ora, del disagio del posto.
Prima del loro arrivo in quel luogo non c’era l’acqua corrente, ma semplicemente il pozzo, poi la cisterna e difficilmente si arrivava in macchina.
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Poi i Ricciardi andarono via dal Casello di Brolo.
La ferrovia trasferì don Cono che oggi ha 89 anni, cinquant’anni dei quali passati in ferrovia, a Sant’Agata.
I casellanti erano diventati “antichi” e la ferrovia si accorgeva di non aver bisogno di loro.
A noi resta il ricordo di una luce accesa nel giardino, di una voce amica, che diceva di star attenti a chi si avventurava, per andar a mare, ad attraversa i binari… la voce di una madre.
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Donna Carmela entra nella nostra rassegna dedicata ai “Brolesi” la sezione del nostro giornale dedicata a storie e personaggi più o meno noti, che hanno caratterizzato la vita del paese.

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10 Febbraio 2017

Autore:

redazione


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