A pochi giorni della partenza, si definisco altri dettagli del viaggio che Giuseppe la Rosa si appresta a fare alla ricerca di “segno” di Sicilianità, di Eccellenze, di Incontri.
Antefatto.
Mia nonna era solita dire “I Siciliani sanno distinguere gli animi puri, e allora ti danno tutto, con una generosità che non ha pari”
Questo ripete il protagonista del viaggio, mettendo a punto il fuoristrada che per settimane sarà casa sua.
Diciamo che tutto potrebbe iniziare da qui… ma come ogni cosa si evolve e diventa Altro.
Quello che Giuseppe La Rosa – fotografo e direttore dell’agenzia di comunicazione AndCo Agency – si appresta a vivere è un viaggio nella storia del linguaggio, della comunicazione, del comunicare.
E sorridendo dice… “poi in un’Isola, anche se triangolare, il partire, girare, viaggiare, ti porta – giocoforza – allo stesso punto”.
Ma aggiunge che ci arrivi più adulto, diverso, cambiato.. anche se allo stesso punto, che non è più quello di partenza, ma d’arrivo, che diventa il luogo ideale per ripartire.
Questo è ciò che vediamo oggi, ma i social ci restituisco un video, degli scatti del “nostro” Giuseppe, dei suoi amici di viaggio, Helmut e Salvatore, che nel 2015, ma che in realtà sembra un periodo lontanissimo, fecero in viaggio per certi versi simile, in giro per la Sicilia.
Ed eccoci qui con la nostra storia che pur avviandosi fra qualche giorno è incominciata da tempo.
EVERY DAY SICILY.
Questo già sarebbe il primo dubbio – ne abbiamo tanti – in altre latitudini.. ovvero se usarlo come sostantivo – ogni giorno – o come avverbio – quotidianamente – Per noi, in Sicilia, terra dei Gattopardi, non c’è molta differenza.
Noi useremo entrambi.
Ed un altro termine che impregnerà questo progetto sarà quello di Annacarsi
Che diventa in questa terra un’arte.
Annacare/annacarsi è un verbo insidioso.
Termine forte ma già ondeggiante, già è una cantilena; cullare/cullarsi, potrebbe essere la sua traduzione italiana, ma non è proprio la stessa cosa.
L’arte di annacarsi prevede il muoversi il massimo per spostarsi il minimo che diventa una specie di danza immobile ritmata dal suono di una nenia.
Pur restando immobile, – apparentemente – l’Isola si muove da secoli, ma anche oggi “quotidianamente”, con un susseguirsi di scatti prolungati, di pause, caoticamente o in perfetto silenzio, ciarlando o piangendosi addosso.
Un muoversi fatto di fughe in avanti, di voltarsi indietro, anzi ritornare sui propri passi, andando avanti a zig zag, raramente per tangenti o in linea perfettamente retta.
Del resto, in tema di viaggio, qui anche le autostrade hanno strane curve per l’emergere di antiche quante maestose ville romane.
E tutto diventa colorato, bruciato dal sole, arso dallo scirocco, bianco di neve, ma anche giallo di grano, di limone, di zolfo, verde di muschi, pistacchi e riflessi di grotte sommerse, azzurro di mare, rosso di lava, nero come l’ossidiana…
Guarda caso i colori del logo di questo progetto.
E la Sicilia si scopre oggi senza la certezza di saper comunicare.
Un’Isola che ha avuto da sempre grandi strade, come la trazzera degli Jenchi che da Agrigento, anzi Girgenti, portava verso i Nebrodi, tagliando lungo l’Imera; da quella consolare regia che da Palermo, portava a Zancle, oggi Messina, dalle strade militari conosciute già dagli Elimi e dai Sicani, o quelle che poi diventava circuito per gare automobilistiche tra le Madonie e che da Catania portavano al capoluogo e che oggi i Manager siciliani hanno timore di imboccare, sono le strade della Rete.
E allora un atto d’amore, nato sulle suggestioni, guidato dalla bellezza di questa Terra, accompagnato dalla certezza che si possono ribaltare anche i più lucidi pessimismi.
Un atto d’amore del quale non abbiamo nessuna vergogna perché capita di innamorarsi di una canaglia.
E se capita non puoi farci nulla.
Ed andiamo a Noi.
E Giuseppe la Rosa spiega anche altri aspetti del viaggio che punta al Futuro.
Digitalizzazione per vincere la battaglia della comunicazione.
Digitalizzazione per essere al passo con l’Europa
Digitalizzazione per farci vedere, notare, attrarre, vendere, venderci.
Questo è tra i perché del Viaggio.
“Perché vogliamo guardare il cambiamento, toccarlo con mano, studiarne effetti, ritardi, pulsioni, esigenze, mostrarne le potenziali, raccontare e incontrare le eccellenze, quelle che ci mostra la “rete” perché hanno già preso posizione all’interno del processo di comunicazione (rivoluzione digitale della comunicazione), quelle che oggi sono lì pronte ad entrarci ma che sconoscono la password per accedervi….
Quelle che scopriremo attraverso il passa parola, anche questa è comunicazione, arcaica ma vera, parlando con la gente e facendoci indicare luoghi, posti, personaggi, che sanno di sicilianità, che sono l’essenza della Sicilia vera, fuori da stereotipi, senza coppola e machismo, senza l’esigenza di edulcorare realtà già viste e riviste, ma parlando di solide realtà”.
Una scelta, quella di ritornare su un tracciato dove la comunicazione è nata, diventa una necessità obbligata.
Seguendo i primi segni di civiltà, del desiderio di comunicare, della necessità di lasciare un segno.
Ecco perché le grotte con le prime incisioni rupestri ci attraggono, al pari di rivisitare il sogno di Federico II*, che alla sua Corte, scriveva una lingua, e non un dialetto, nuovo, il Siciliano sperando di renderla unica per l’Italia.
Per quanto possa apparire abbastanza strano, infatti l’idioma Siculo ha il privilegio di essere stato considerato una Lingua romanza al pari della Lingua Italiana, del Francese, dello Spagnolo, del Portoghese, del Catalano ed ancora del Rumeno, le quali nel tempo sono tutte scaturite dal passaggio dalla Mater Latina ad una “volgare”, che poi si sono completate in massima parte nelle linee e nelle forme grammaticali, nel periodo medievale.
Quindi seguendo la storia del segno in un’Isola che è stata contaminata da varie culture diventa stimolante fare – e ovviamente vincere – una scommessa quella del “Tornare alle origini per andare avanti”.
Dal nostro linguaggio arcaico, fatto anche di segni e di gesti del corpo, riscoprendolo e rendendolo linguaggio digitale, per tutti. Una scommessa da vincere, ovviamente con un gioco di squadra… perché Comunicare è Plurale.
Questo è il motivo per cui abbiamo pensato di: scoprire le eccellenze in Sicilia che hanno mantenuto una cultura antica modernizzandola; rapportarci con agenzie che si investono dell’incarico di tramandare e comunicare tutto ciò.
Oggi i social rappresentano il canale principale di comunicazione, eppure questo in Sicilia tutt’ora non funziona largamente.
Ciò implica un deficit nella crescita del mercato.
Il viaggio verrà intrapreso per la comprensione di questo rallentamento, per potersi rapportare faccia a faccia con varie realtà siciliane e godere di un paniere di informazioni che verranno scoperte durante i racconti e le relazioni interpersonali che nasceranno.
L’Itinerario non sarà soltanto il periplo della Sicilia partendo da Capo d’Orlando, andando verso Catania e concludendosi a Palermo, anzi ritornando a Capo d’Orlando, ma un viaggio a zig-zag alla ricerca di luoghi e eccellenze, di sguardi e di gente.
“Viaggeremo in senso orario.
Un simbolo anche questo.
Corriamo nel tempo.
Portiamo avanti le lancette, Recuperando quanto perso.
Anzi non perso.
Nell’arte di annacarsi il tempo è prezioso.
Lo star lentamente in movimento è riposo.
Serve per pensare, riflettere…
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