Tanti studenti e scolari a vedere, osservare, scoprire il “mondo passato” di Brolo e dei Nebrodi grazie alle foto dell’archivio storico dei Pidonti, ma anche l’arte della scultura attraverso le parole di Ninni Iannazzo.
La mostra “Familias due punto zero” allestita alla sala multimediale “Rita Atria” di Brolo sarà visitabile fino a mercoledì prossimo.
La proroga – infatti la mostra era stata programmata sino a domenica scorsa, si è attuata per consentire sopratutto ai ragazzi della scuole brolesi, sia delle elementari che delle medie, di poterla visitare.
E per l’occasione dall’archivio storico di famiglia, i Pidonti, hanno provveduto a stampare e integrare l’esposizione con altre foto, molte inedite, che raffigurano i nuclei familiari, inizio secolo scorso, del luogo.
La classe brolese che ha fatto da battistrada alle visite guidate e commentate su quanto esposto alla “Rita Atria” è stata la “quinta” di via Trento, guidata dall’insegnante Carmelina Giuffrè, poi sia ieri che oggi, ma in programmazione anche domani mattina, si stanno susseguendo tante altre classi del locale istituto comprensivo, che con l’incontro con Tindaro Pidonti e Ninnì Iannazzo, fotografo e scultore delle statue esposte che seguono il tema della “famiglia”, hanno l’opportunità di scoprire, quasi come dentro un “racconto” pezzi di storia che illustrano la memoria storica del paese.
Tindaro Pidonti ha rispolverato dall’archivio del padre, anche lui fotografo, i vecchi vetrini su cui erano fissati le immagini dei nuclei familiari che popolano la sala, e
Ninni Iannazzo, ora scultore e prima maestro di tecnica e disegno, parla ai giovani studenti, durante gli incontri, del piacere e di come nasce una “scultura”.
La mostra è un bel regalo alla “Famiglia”, al cuore, al territorio, al tempo, agli affetti, che ben si incastona nel momento dell’anno dedicato ai “ricordi” quello che Giuseppe e Tindaro Pidonti con Ninni Iannazzo rispettivamente fotografi e artista, ci regalano con questa mostra.
I ragazzi guidati dai loro professori si sono soffermati ad osservare le tante foto inedite che ritraggono i gruppi familiari di Brolo, ma anche Ficarra e Sant’Angelo di Brolo constatando come sono cambiati i costumi, gli abiti, gli stessi tratti somatici ma anche visto negli sguardi ritratti il segno di antiche fierezze, nelle mani il segno, immaginato e sentito raccontare della vita di quei tempi, di sogni e speranze di un territorio ben diverso da quello attuale…per poi soffermarsi sulle sculture morbide e sinuose di Iannazzo che evocano sentimenti e voglia di abbraccio, che parlano, anche loro, di “familias”.
Quelle foto disegnano l’archeologia dei luoghi e sono foto che ci devono invitare a non dimenticare e a ristabilire un contatto con il mondo apparentemente lontano, ma distante appena ottant’anni e con il quale spesso ancora oggi continuiamo ad aver legami.
Le foto in mostra a Brolo ci parlano di matrimoni, di domeniche a mare con improbabili costumi, di persone andati in argentina ed in america, di stimati professionisti d’oggi, in abiti da ragazzi, ci segnano la differenze tra le famiglie di quella nuova borghesi brolese nascente con le famiglie contadine, di sguardi strabici, ma buoni per foto da mandare ai parenti in Australia, di ragazzi che sembrano uscire dal ghetto, ma che impertinenti voglio “entrare” nella foto … ci fanno leggere in chiave storica e antropologica – come affacciandoci da una finestra aperta – quel mondo che è stato dei nostri nonni, e ci fanno scoprire l’empatia con il mondo antico che caratterizza le fotografi e che rivive in quei fotogrammi con lo spirito del tempo.
Ecco emergere la famiglia allargata, e la voglia di questa.
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