Il Cadavere della tredicenne abbandonato in un campo. Era scomparasa il 26 novembre.
Saranno gli accertamenti scientifici a confermare o smentire tutte le ipostesi investigative, prima fra tutte quella che la bimba sia stata uccisa la stessa sera del sequestro.
A scoprire il corpo della tredicenne nascosto tra la fitta vegetazione di un campo incolto, sempre secondo quanto si apprende, sarebbe stato un uomo che si trovava nella zona per caso e che non avrebbe alcun ruolo nella vicenda.
L’uomo ha immediatamente chiamato gli investigatori, che hanno identificato Yara, con indosso i resti dei vestiti che aveva la sera della scomparsa.
IDENTIFICATA GRAZIE A VESTITI ED APPARECCHIO DENTI – E’ stata identificata grazie ai vestiti e all’apparecchio per i denti Yara Gambirasio. Il corpo è infatti in avanzato stato di decomposizione e soltanto i vestiti – identici a quelli che Yara indossava la sera della scomparsa – hanno consentito l’identificazione. Nel punto in cui è stato ritrovato il corpo, un campo incolto molto vicino ad un fiume, sono presenti polizia, carabinieri e un medico legale.
CAMPO SI TROVA VICINO A CAPANNONI INDUSTRIALI – Il campo dove é stato trovato il corpo di Yara è stato isolato dalle forze dell’ordine e si trova in località Bedeschi a Chignolo d’Isola, al confine con il comune di Madone. La zona è industriale, ci sono molti capannoni, alcuni in costruzione, e il campo, molto esteso, si sviluppa proprio al termine degli edifici. La via di accesso è stata chiusa e molte persone, tra giornalisti e curiosi accorsi dal paese vicino, sono tenuti a distanza di oltre 200 metri dal campo.
LA STORIA – Yara Gambirasio era scomparsa il 26 novembre, a Brembate Sopra (Bergamo). Erano più o meno le 18.40 quando la tredicenne, giovane promessa della ginnastica ritmica, è uscita dal palazzetto dello sport per tornare a casa. Da quel momento di lei si sono perse le tracce. Yara è scomparsa tra via Morlotti e via Rampinelli, lungo i 700 metri che portano dal centro sportivo alla sua abitazione.
Tre mesi dopo quella fredda sera d’autunno, gli interrogativi del primo giorno restano ancora senza risposta. Polizia e carabinieri hanno ascoltato centinaia di persone, scandagliato la vita di amici e familiari, perlustrato palmo a palmo decine di chilometri quadrati di terreni, dalla Val Brembana, alla zona dell’Isola, fino alla Bassa Bergamasca. Il fiuto dei cani ha portato al gigantesco cantiere di Mapello (Bergamo), ispezionato a fondo per circa due settimane, attorno al quale sono state fatte mille ipotesi.
Il caso sembrava chiuso già dopo una settimana, con l’arresto di un muratore marocchino, che poi si è rivelato estraneo alla vicenda.
ANSA