Fiumara d’Arte – Il primo “Rito della Luce” a Librino
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Fiumara d’Arte – Il primo “Rito della Luce” a Librino

 

 

 

IMG_6195Il Rito della Luce, avvenimento che segna solitamente il passaggio di stagione al solstizio d’estate alla Piramide 38° Parallelo di Motta d’Affermo, al centro dello splendido parco scultoreo di Fiumara d’Arte, ha assunto stavolta i connotati di Librino, difficile e popoloso quartiere di Catania. L’occasione, in questo caso, è stata il solstizio opposto, quello d’inverno, un atto che completa un arco di tempo e di spazio come una meravigliosa, magica “opera immateriale” che racchiude in sé la magnificenza della luce che a Librino rinasce dal buio dopo la notte più lunga, mentre alla Piramide 38° Parallelo viene colta nel suo massimo fulgore, sei mesi dopo, quando le sue ore superano quelle del buio.

A Librino, dopo anni ed anni di lavoro e di sensibilizzazione sui valori della vita attraverso l’arte, la fotografia, la cultura della legalità e la poesia, nel segno della bellezza, Antonio Presti, il mecenate, ideatore e “anima” di tutto ciò, non poteva che scegliere, come luogo più idoneo ad ospitare l’evento, la sede dell’Istituto comprensivo “Campanella Sturzo”, a pochi passi dalla meravigliosa Porta della Bellezza. Egli ha così compiuto, assieme a tutti i ragazzi e agli adulti che hanno condiviso il suo progetto, un determinante passo avanti verso la trasformazione in “luogo della rinascita” di quella triste periferia catanese altrimenti dimenticata.

“Un invito all’ascolto attivo, civile e spirituale. Ascoltare arricchisce l’anima, la conoscenza, migliora e consolida i rapporti con l’altro”. Questo messaggio, rivolto da Presti al numerosissimo pubblico, o meglio, al “popolo di devoti” che si preparava a condividere questo nuovo appuntamento con le tante suggestioni offerte in quel “Tempio della conoscenza”,  contiene in sé il senso dell’evento.

IMG_6219“Benvenuta Luce”, quindi, anche a Librino, come grande protagonista di rinascita interiore, attraverso innumerevoli forme richiamate nella simbologia, nell’arte e nella cultura espresse per tre giorni, dal 20 al 22 dicembre, in quella scuola, luogo per eccellenza destinato all’educazione ed all’apprendimento, divenuto vocativo di spiritualità e bellezza, e quindi di speranza.

Incredibili, per quantità e qualità, i contributi che hanno caratterizzato l’evento: 30 scuole, 3000 studenti, 120 artisti, 40 poeti, 30 associazioni, 40 fotografi, 150 musicisti, 5 gruppi etnici differenti. Il tutto, considerato peraltro il luogo, in un ensemble senza precedenti, capace di suggestionare e stupire come mai avvenuto finora.

IMG_6447La cura, la perfezione, il gusto cromatico dei tantissimi mandala di svariate forme e lavorazioni, simboli spirituali ed universali di forza rinnovatrice, realizzati ciascuno da una differente scuola di Catania, lasciavano semplicemente senza parole. Per non parlare dei disegni di luce provenienti da innumerevoli vasetti con candele e di tutti gli allestimenti che, indistintamente, hanno deliziato le migliaia di persone che non hanno voluto mancare questo “appuntamento” con la prima luce augurale del solstizio d’inverno.

IMG_6255Il bianco, naturalmente, segno tangibile di candore e purezza, era l’unico tono dominante, su cui tutto si adagiava . Anche il silenzio, per aiutare alla concentrazione e all’ascolto, era fondamentale, perché solo grazie a ciò, come dice Antonio Presti e ricordava all’ingresso della scuola Gianfranco Molino, che come sempre ha retto le sorti di buona parte dell’organizzazione, “non appena il visitatore si compenetra nell’ascolto e si emoziona, diventa egli stesso opera”.

Seguendo il percorso all’interno, tra performance di poeti, attori, musicisti, danzatori, ginnasti, cori, maschere, meditazioni yoga e quant’altro, salendo una scala, si incontravano due bambini della scuola: “Non esistono due viaggi uguali che affrontano il medesimo cammino”, diceva uno e “M’illumino d’immenso”, diceva l’altro. Restare stupiti dal candore e dalla simpatia di chi con tanta speranza ed innocenza ripeteva quelle frasi di Coelho ed Ungaretti, è il minimo che si possa dire.

In quel “viaggio”, al tempo stesso profondo, spirituale, dai tratti a volte piacevolmente onirici, si coglievano mille ispirazioni e sfumature: ritrovare se stessi, la propria coscienza, alimentare il senso etico e la voglia di riscatto contro le banali ed infruttuose omologazioni che la società propone ogni giorno.

IMG_6269Là, in quella scuola dove quotidianamente si lavora per il riscatto sociale di una periferia degradata, trasformata per tre giorni in un luogo votato alla condivisione ed all’ascolto, tra incantevoli sculture di sale, dove nulla era lasciato al caso, si respirava aria di speranza, giustizia, uguaglianza.

“Il progresso deve armonizzare con la bellezza della natura” avevano scritto quei bambini, assieme a slogan inneggianti “vita, pace, gioia, luce”.

IMG_6412IMG_6426Nella tarda serata del primo giorno del “Rito”, anche il presidente della Regione Rosario Crocetta, indossando un foulard donatogli da un gruppo di boy scout, ha voluto partecipare all’evento. Intrattenendosi con qualche cronista ha esternato il suo pensiero sulla valenza culturale e sociale del grande progetto di Antonio Presti a Librino: “Tutti parlano di recupero – dice Crocetta – ma più che di questo io parlerei dell’esaltazione dell’innocenza originaria di questi ragazzi che tuttavia deve essere canalizzata in un percorso positivo. Questo va oltre la scuola, poiché essa è incapace di pensare in questo modo”.

IMG_6441IMG_6445Parla, quindi, di sé in rapporto alle periferie urbane: “Io sono sempre vissuto a Librino perché Gela è una grande Librino. Laddove noi pensiamo che non possa nascere l’erba, nascono invece fiori e alberi perché c’è una società in cammino. In questo caso – prosegue il presidente della Regione – Librino è un insieme che manifesta grandi possibilità proprio perché non è inserito nel conformismo e nei processi di normalizzazione considerati come uniche cose positive”.

croce_e_prestiA questo punto è immancabile il riferimento all’artefice di questo straordinario processo socio-culturale: “Qui c’è un’anima che deve trovare gli spazi dove aggrapparsi per volare, ed allora c’è un’esperienza come quella di un grande maestro come Antonio Presti che esalta queste anime e trova i punti di comunicazione tra gli atomi che ci sono dentro la società. Qui egli fa nascere una sorta di intelligenza socratica collettiva ma anche un’anima collettiva che si esprime con la bellezza, che è uno dei più grandi valori che può avere una società. Se Librino scopre la bellezza, saprà seguire lo sviluppo, la legalità e la cittadinanza, perché è da questi valori che si parte”.

IMG_6378E torna all’analisi sulla periferia: “Librino non deve farsi accettare perché ciò presuppone processi di omologazione dal sapore piccolo borghese. Il problema di Librino è scoprire la propria identità a partire perfino dalla propria differenza”.

IMG_6398Infine, com’era prevedibile, Crocetta critica la politica nel suo rapporto con queste realtà: “Oggi i processi di marginalizzazione sono quasi tutti standardizzati. La politica non riesce a trovare le categorie per interpretare queste marginalità, ma in compenso, a volte, sa molto bene strumentalizzarle. Io trovo rivoluzionaria questa iniziativa perché non usa i linguaggi del potere, che sono quelli di soggiogare la gente. Usa, piuttosto, un linguaggio che alla gente fa liberare l’animo. E’ così che la periferia diventa metropoli urbana”.

27 Dicembre 2012

Autore:

admin


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