Le riflessioni delle classi 3A e 3B di Brolo. Il disegno è di Ginevra e Steven della terza B
Per non dimenticare, per ricordare, per studiare un pezzo di storia d’Italia dimenticato
le note della 3A
Dal 1943 accaddero i massacri delle Foibe da parte dei Partigiani comunisti jugoslavi dell’zona guidati dal Generale Tito verso gli italiani nella Venezia Giulia, poiché gli jugoslavi volevano annettere i territori di confine italiani alla Repubblica socialista (questi massacri accaddero quando, dopo la vincita italiana nella grande guerra, il territorio dell’Istria andò all’Italia, suscitando il malcontento della popolazione italiana, poiché il governo italiano era, verso di loro, rigido, nazionalista e limitatorio).
I Partigiani jugoslavi marciarono in Italia e obbligarono con violenza gli italiani a dare loro le terre che invadevano, quando gli italiani si opponevano, venivano uccisi, buttati nelle Foibe (caverne verticali ai piedi delle montagne al confine) o deportati. I massacri finirono il 10 febbraio 1947 con il Trattato di pace di Parigi fra Italia e Slovenia che diede Trieste all’Italia.
Per circa 50 anni il silenzio coprì questo massacro, quando si scoprirono questi avvenimenti e venne riportata alla memoria questa triste e brutale realtà, il silenzio viene giustificato come troppo compromettente da raccontare al pubblico e alla sua attenzione. Fino al 1990 ci fu il silenzio assoluto nelle pagine dei libri storici riguardo l’argomento, in seguito è iniziato a diffondersi ma in modo molto vago, dal 2004 a oggi il tema delle Foibe viene trattato come va fatto. Questa terribile verità è stata cancellata dall’euforia della Liberazione, avvenuta poco prima dall’impero nazifascista, quindi da avvenimenti politici e sociali.
Tutti hanno il dovere di ricordare questo avvenimento, non si deve lasciare nel dimenticatoio, anzi si deve parlare di questo massacro che causò migliaia e migliaia di vittime, bisogna ricordarlo e diffondere sempre questa memoria soprattutto nella nostra generazione. Fu un modo di odio, ingiustizie e violenze talmente forti che non può essere nascosto o dimenticato.
L’avvenimento delle Foibe è stato un atto barbarico avente come fine la pulizia etnica degli italiani nelle zone confinanti alla Jugoslavia. Non si devono perdere quelli che sono i nostri valori fondati su pace, umanità, giustizia, empatia, altruismo e il rispetto verso il prossimo.
Bisogna instaurare un rapporto più stretto di amicizia fra italiani e jugoslavi. Ci dovrebbero essere molte iniziative per raccontare questi tragici episodi e non limitarsi a riconoscere il 10 Febbraio come “Giornata del Ricordo”.
La guerra è un triste avvenimento che porta dolore e tristezza causato solo dall’avidità e la brama di potere che l’uomo ha sempre avuto.
La storia dei massacri delle foibe, è una storia tragica, che per lungo tempo è rimasta nel silenzio e soltanto nell’ultimo periodo è stata portata alla luce.
Per commemorare le vittime di questi massacri, nel 2005, è stato istituito il “Giorno del Ricordo” che si celebra ogni anno il 10 febbraio.
Le foibe sono, geograficamente parlando, delle grandi caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria.
LE FOIBE
Con il passare del tempo, questo termine è diventato sinonimo degli eccidi contro gli italiani tra il 1943 e il 1947 da parte dei partigiani jugoslavi.
Per comprendere le motivazioni di questo fenomeno bisogna ritornare alla fine della prima guerra mondiale, quando gli italiani sottrassero alla Jugoslavia una buona parte dell’Istria e della Dalmazia e migliaia di slavi si ritrovarono in un territorio straniero, covando malcontento e rancore. L’8 settembre del 1943 l’Italia firmò un’ armistizio con gli americani e i tedeschi assunsero il controllo del nord della penisola, istituendo un governo fantoccio guidato da Mussolini.
Da questo momento, i partigiani jugoslavi cominciarono a rivendicare il possesso di quei territori, perseguitando, torturando e uccidendo gli italiani fascisti (ma non soltanto) che poi venivano gettati nelle foibe. Molti italiani furono costretti ad abbandonare i territori dell’Istria e della Dalmazia, separandosi per sempre dalla loro terra e dalla loro casa.
Alla fine della seconda guerra mondiale gli attacchi dei partigiani jugoslavi continuarono e si fecero anzi più violenti e, nella primavera del 1945, l’esercito jugoslavo guidato da Tito marciò verso i territori Giuliani, però quest’intervento non era in favore dell’Italia ma Tito voleva solo riprendersi i territori che gli erano stati sottratti. Alla fine l’ esercito slavo si impossessò dei territori dell’Istria, Dalmazia e di Trieste che ritornò all’Italia solo nel 1954. Ad oggi sono state trovate più di 1700 foibe e le vittime di questo eccidio furono fra le 5000-10 000.
Ad essere uccisi non furono solo partigiani e avversari politici ma anche donne, bambini ed anziani e tutti coloro che si opponevano alla violenza dei partigiani di Tito. Come ha ricordato il Presidente della Repubblica, nel discorso del 10 febbraio del 2023, le violenze, le sofferenze e gli errori delle foibe sono stati per anni rimossi, quasi negati. L’istituzione del “Giorno del Ricordo” ha avuto il merito di rimuovere il velo d’ indifferenza che, per tanti anni, ha coperto le vicende legate alla violenza contro gli italiani vittime della repressione dei comunisti jugoslavi.
Il 27 gennaio è la “Giornata della Memoria” per ricordare le vittime dell’ Olocausto: milioni di Ebrei furono sterminati dal regime nazifascista per una presunta “inferiorità” della razza ebrea. Per tanto tempo abbiamo ricordato soltanto le vittime dell’Olocausto ma bisogna mettere sullo stesso piano, tutte le persone che vengono uccise ingiustamente. Le vittime meritano sempre rispetto e dignità; il dolore e la sofferenza sono tali per qualsiasi essere umano, indipendentemente dalle motivazioni per il quale vengono inflitti.
Sia la “Giornata della Memoria” sia “il Giorno del Ricordo” sono importanti per trasmettere, far conoscere e far approfondire la questione ai giovani. Siamo impegnati a riconoscere la Slovenia come un’amica e non come una nemica. Per anni abbiamo ignorato la verità, invece l’onestà e la verità sono fondamentali in ogni paese civile.
Ancora sulle Foibe
Con il termine foibe intendiamo le buche naturali, tipiche delle aree carsiche. Sono state utilizzate per buttarci spazzatura, motorini rubati e cadaveri in tempo di guerra e di pace (usate durante la seconda guerra mondiale). Dopo la firma dell’armistizio dell’otto settembre 1943, sono iniziati i primi atti di violenza: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi, che avevano come capo Tito (Josip Broz), si vendicavano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Gli slavi torturarono, massacrarono e gettarono migliaia di persone nelle foibe.
Tal volta i condannati venivano fatti allineare sul bordo della foiba e legati con il fil di ferro; dopo della spinta da parte dei partigiani cadevano giù, insieme agli altri nella foiba. Il 30 marzo 2004, con una legge, venne istituito il “giorno del ricordo” che è il 10 febbraio, per ricordare tutte le vittime delle foibe; questa è una data che rimanda alla firma dei trattati di pace di Parigi nel 1947, che sancirono l’assegnazione alla Jugoslavia dell’Istria, di Quarnaro, di Zara e di altri territori del confine orientale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso le sue considerazioni su questi massacri. Iniziò col dire che questo giorno del ricordo è un carico di sofferenza e di dolore, per molti anni rimosso dalla memoria collettiva e, in certi casi, persino negato. Mattarella disse: «Nessuno deve avere paura delle verità, perché essa rende liberi e tutte le dittature falsano la storia».
Per lui la Repubblica trova nella verità e nella libertà i suoi fondamenti e non ha avuto timore di scavare anche nella storia italiana per riconoscere errori o colpe. La complessità delle vicende che si svolsero, in quegli anni terribili, sono eventi storici che nessuno oggi può mettere in discussione. Infine Mattarella per ringraziare il coraggio e l’azione instancabile delle associazioni degli esuli istriani, ha introdotto anche nelle scuole il tema che oggi è largamente conosciuto (soprattutto dai giornali). Per quanto riguarda le nostre considerazioni pensiamo che siano state delle morti crudeli, senza alcun senso, anche perché essere buttati in delle cave così profonde non è una bella fine. Per noi ripulire il passato è impossibile, ci si deve confrontare con esso, però si può sempre affermare di aver sbagliato e di aver fatto tesoro dell’errore, anche se ciò che si è fatto non si può giustificare.
Istituto comprensivo di Brolo Classe III B
da leggere
Avevamo pubblicato stamani un altro “contributo” di approfondimento, quello della IIIC, sempre del comprensivo brolese. Lo riproponiamo anche qui.