FOTO DI UN GENOCIDIO – 9 agosto 1945 quando anche Nagasaki venne abbattuta
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FOTO DI UN GENOCIDIO – 9 agosto 1945 quando anche Nagasaki venne abbattuta

OLOCAUSTI DEMOCRATICI

6 e 9 agosto 1945, gli Usa sganciano le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Nessuna Norimberga per chi cercava cavie umane

“Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti”

Centinaia di migliaia di morti in un istante, quasi tutti civili. Difficilmente una gesto, una parola di condanna. Più facile ricordare altri massacri….Buone vacanze…

Nell’anniversario del massacro americano su Hiroshima, epilogo terroristico di una guerra infinita, vogliamo onorare il popolo giapponese con un’immagine dei suoi guerrieri. Lo spirito del Bushido e la forza tranquilla di chi andava incontro alla morte con onore e senza versare una lacrima.
testimone oculare del bombardamento di Hiroshima fu il padre gesuita e futuro generale dei gesuiti Pedro Arrupe, che allora si trovava in missione in Giappone presso la comunità cattolica della città e che portò aiuto ai sopravvissuti. Riguardo al bombardamento atomico egli scrisse:
« Ero nella mia stanza con un altro prete alle 8.15, quando improvvisamente vedemmo una luce accecante, come un bagliore al magnesio. Non appena aprii la porta che si affacciava sulla città, sentimmo un’esplosione formidabile simile al colpo di vento di un uragano. Allo stesso tempo porte, finestre e muri precipitarono su di noi in pezzi. Salimmo su una collina per avere una migliore vista. Da lì potemmo vedere una città in rovina: di fronte a noi c’era una Hiroshima decimata. Poiché ciò accadde mentre in tutte le cucine si stava preparando il primo pasto, le fiamme, a contatto con la corrente elettrica, entro due ore e mezza trasformarono la città intera in un’enorme vampa.
Non dimenticherò mai la mia prima vista di quello che fu l’effetto della bomba atomica: un gruppo di giovani donne, di diciotto o venti anni, che si aggrappavano l’un l’altra mentre si trascinavano lungo la strada. Continuammo a cercare un qualche modo per entrare nella città, ma fu impossibile. Facemmo allora l’unica cosa che poteva essere fatta in presenza di una tale carneficina di massa: cademmo sulle nostre ginocchia e pregammo per avere una guida, poiché eravamo privi di ogni aiuto umano. L’esplosione ebbe luogo il 6 agosto. Il giorno seguente, il 7 agosto, alle cinque di mattina, prima di cominciare a prenderci cura dei feriti e seppellire i morti, celebrai Messa nella casa. In questi momenti forti uno si sente più vicino a Dio, sente più profondamente il valore dell’aiuto di Dio. In effetti ciò che ci circondava non incoraggiava la devozione per la celebrazione per la Messa. La cappella, metà distrutta, era stipata di feriti che stavano sdraiati sul pavimento molto vicini l’uno all’altro mentre, soffrendo terribilmente, si contorcevano per il dolore »
Il bombardamento di Nagasaki
La mattina del 9 agosto 1945 l’equipaggio del Boeing B-29 Superfortress, il bombardiere designato per la missione, si alzò in volo con a bordo la bomba atomica soprannominata “Fat Man”, alla volta di Kokura, l’obiettivo iniziale della missione. Tuttavia le nubi non permisero di individuare esattamente l’obiettivo, e dopo tre passaggi sopra la città, e ormai a corto del carburante necessario per il viaggio di ritorno, l’aereo venne dirottato sull’obiettivo secondario, Nagasaki. Intorno alle 07:50 ora di Tokyo, il silenzio sulla città giapponese venne squarciato dall’allarme aereo, allarme che durò fino alle 08:30, quando cessò. Alle 10:53 i sistemi radarbombardieri, e il comando giapponese ritenne che si trattasse solamente di aerei da ricognizione, e non venne lanciato nessun allarme. giapponesi segnalarono la presenza di solo due
Poco dopo, alle 11:00, l’osservatore del bombardiere, creduto aereo di ricognizione, sganciò gli strumenti attaccati a tre paracadute: questi strumenti contenevano dei messaggi diretti al professore Ryokichi Sagane, fisico nucleare dell’Università Imperiale di Tokyo che aveva studiato all’Università di Berkeley assieme a tre degli scienziati responsabili della bomba atomica, perché informasse la popolazione dell’immane pericolo che stavano per correre. I messaggi vennero ritrovati dalle autorità militari ma non furono consegnati
Effetti della bomba atomica su Nagasaki.
Alle 11:02, alcuni minuti dopo aver iniziato a sorvolare Nagasaki, il capitano avvistò visivamente, così come era stato ordinato, il nuovo obiettivo. Tuttavia ancora una volta le nubi nascosero l’obiettivo. Dato che non era pensabile tornare indietro e rischiare un ammaraggio a causa della mancanza di carburante con un’arma atomica a bordo, il comandante decise, in contrasto con gli ordini, di accendere il radar in modo da individuare l’obiettivo anche attraverso le nubi. Così “Fat Man”, che conteneva circa 6,4 kg di plutonio-239, venne sganciata sulla zona industriale della città. La bomba esplose a circa 470 metri d’altezza vicino a fabbriche d’armi; a quasi 4 km a nord-ovest da dove previsto. Questo “sbaglio” salvò gran parte della città, protetta dalle colline circostanti, dato che la bomba cadde nella Valle di Urakami.
Tuttavia il computo delle vittime rimase drammaticamente elevato. Secondo la maggior parte delle valutazioni, circa 40.000 dei 240.000 residenti a Nagasakiesposte alle radiazioni nei mesi seguenti. vennero uccisi all’istante, e oltre 55.000 rimasero feriti. Il numero totale degli abitanti uccisi viene comunque valutato intorno alle 80.000 persone, incluse le persone
Tra le persone presenti a Nagasaki il 9 agosto vi era anche un ristretto numero di sopravvissuti di Hiroshima.
Fu un crimine contro l’umanità e nessuno ha mai pagato.

 

FOTO NON SCELTE A CASO – Il Bambino di Nagasaki

Papa Bergoglio sceglie una fotografia tristissima, dello statunitense Joseph Roger O’Donnel, per lanciare il suo messaggio di pace: nel volto tirato del bambino solo che aspetta di cremare il corpo del fratellino, c’è tutta la disumanità della guerra… ma c’è molto altro dietro questa foto.  C’è l’incredibile sguardo fiero di  un ragazzino giapponese in un momento tragico per la sua famiglia e per il suo popolo. C’è la violenza americana che non ha conosciuto nessuna Norimberga…

Papa Francesco ha scelto una foto tragica, delle conseguenze del bombardamento atomico a Nagasaki del 1945, per un suo messaggio di pace, contro ogni guerra. Lo riferisce l’Osservatore Romano. «Nagasaki, 1945. Un ragazzo con in spalla il fratellino morto nel bombardamento atomico, attende il suo turno per far cremare il corpicino senza vita. L’obiettivo del fotografo statunitense Joseph Roger O’Donnell – si legge sul giornale della Santa Sede – fissò, nel vivido realismo del bianco e nero, quel momento insieme drammatico e composto. Un’immagine» che «ha colpito molto Papa Francesco, il quale ha voluto farla riprodurre su un cartoncino, accompagnandola con un commento eloquente, `…il frutto della guerra´, seguito dalla sua firma autografa».

La tristezza del bambino solo – viene spiegato nel retro del cartoncino – si esprime nel suo gesto di mordersi le labbra che trasudano sangue»

voci di denuncia oggi!

 

9 Agosto 2024

Autore:

redazione


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