“La barca porta con sé il suo spirito e quello di ogni bambino di Gaza, a cui sono state negate sicurezza, dignità e gioia. Non ci tireremo indietro”
La partenza, prevista domenica 20 luglio per le ore 10, sarà preceduta da una conferenza stampa.
Sull’imbarcazione norvegese, per questa seconda missione, che fa seguito a quella recente della “Madleen”, a bordo prendono posto 18 volontari – attivisti, tra cui il giornalista pacifista messinese Antonio Mazzeo.
Tra rabbia e speranza, voglia di resistere con determinazione e coraggio, nel momento più drammatico della storia del popolo palestinese, Freedom Flotilla fa l’ennesimo carico d’umanità e salpa ancora una volta per Gaza. Giusto qualche settimana fa era stata la nave “Madleen”, con tutto ciò che ne è conseguito, a tentare di violare il blocco imposto da Israele.
“Conosciamo i rischi. Ma conosciamo anche l’urgenza: i palestinesi di Gaza non possono aspettare. Portiamo con noi le loro voci, soprattutto quelle dei bambini, e le voci delle persone in tutto il mondo che chiedono giustizia”, scrivono da Freedom Flotilla Coalition.
“Handala”, è la nave umanitaria civile che prende il nome dal personaggio dei fumetti palestinesi, un bambino rifugiato, scalzo, fuggito dall’ingiustizia con l’intento di non tornare indietro finché la Palestina non sarà libera.
L’imbarcazione era salpata da Siracusa la scorsa domenica, 13 luglio, per far tappa a Gallipoli, prima di puntare verso Gaza. La stessa trasporta aiuti umanitari, ma soprattutto un immenso carico di solidarietà da parte di persone di tutto il mondo che si rifiutano di rimanere in silenzio mentre Gaza è affamata, bombardata e sepolta sotto le macerie. “Questo segna un passo coraggioso nel nostro continuo impegno per sfidare l’illegale e mortale blocco imposto da Israele al popolo palestinese a Gaza”, scrivono ancora da Freedom Flotilla, per motivare e “caricare” la missione che si presenta quanto mai ardua, ma traboccante di umanità e speranza.
“Handala”, è un ex peschereccio norvegese, che fa parte della Freedom Flotilla Coalition, una rete internazionale di base che lotta contro il blocco navale dal 2010. A bordo ci sono medici volontari, avvocati, attivisti per la giustizia sociale, giornalisti e organizzatori di comunità. “Non siamo governi, siamo persone, che intervengono laddove le istituzioni hanno fallito”, tengono a precisare gli organizzatori.
A Gallipoli prenderà posto sulla nave anche Antonio Mazzeo, insegnante, peace – researcher e saggista impegnato nei temi della pace, del disarmo, dell’ambiente, dei diritti umani e della lotta alle criminalità mafiose. Collabora con Il Manifesto e altre testate giornalistiche nazionali. Nel 2020 è stato premiato dall’Archivio Disarmo con la “Colomba d’Oro per la Pace” quale riconoscimento “per aver interpretato per anni il giornalismo e la scrittura come una missione di difesa dei diritti umani e di denuncia delle ingiustizie”. È tra i promotori dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, l’ultima della quale è dello scorso anno: “La scuola va alla guerra”, ed. Manifestolibri, inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia. Antonio Mazzeo vanta importanti trascorsi di cooperazione internazionale e di progetti in varie parti del mondo. Quanto a missioni umanitarie, era stato a Sarajevo durante l’assedio avvenuto nel corso della guerra nella ex Jugoslavia, e nell’aprile del 2022 a Leopoli, in Ucraina.
Questa missione arriva poche settimane dopo l’azione violenta di Israele contro la “Madleen”, altra imbarcazione della Freedom Flotilla, bloccata e sequestrata in acque internazionali. “Dodici civili disarmati, tra cui un membro del Parlamento europeo, un medico, giornalisti e difensori dei diritti umani, sono stati rapiti da commando israeliani e condotti contro la loro volontà in Israele, dove sono stati interrogati, maltrattati e infine deportati. Il loro “crimine”? Aver tentato di portare cibo, medicine e solidarietà ai palestinesi sotto assedio”, riporta il comunicato dell’organizzazione, che poi prosegue:
“Handala naviga all’ombra delle atrocità di massa in corso. Dal 18 marzo 2025, quando Israele ha rotto il cessate il fuoco e ripreso gli attacchi su Gaza, almeno 6.572 palestinesi sono stati uccisi e oltre 23.000 feriti, secondo il Ministero della Salute di Gaza. Tra questi, oltre 700 sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco mentre attendevano cibo nei punti di distribuzione controllati dalla “Gaza Humanitarian Foundation” (GHF), sostenuta da Stati Uniti e Israele, una trappola mortale mascherata da schema di aiuti, una struttura di controllo e crudeltà al servizio del genocidio israeliano. Nel 2023 e nel 2024, Handala ha navigato verso porti in Europa e nel Regno Unito, infrangendo il blocco mediatico, coinvolgendo il pubblico e costruendo solidarietà attraverso eventi stampa, installazioni artistiche e formazione politica in ogni porto toccato.
I bambini di Gaza, che costituiscono oltre la metà della popolazione, vivono sotto un brutale blocco e assedio per tutta la vita. Dall’ottobre 2023, oltre 50.000 persone sono state uccise o ferite, decine di migliaia sono rimaste orfane e quasi un milione sono state costrette a sfollare e senza casa. Tutti ora affrontano carestie, malattie e traumi che pochi di noi possono immaginare. Questa missione è per loro”.
Corrado Speziale