PER EVITARE LA “DIFFUSIONE ALLARMANTE DEL VIRUS”
Questa tra le motivazioni di diniego per una mancata ispezione a scuola.
“Non voglio far polemiche, non è il tempo, ma mi auguro che in futuro, chiaramente, non si possano fare distinguo di alcun genere e per nessun motivo”.
La polemica, a Brolo, è dietro l’angolo, anche se il consigliere Gaetano Scaffidi, dice che non è il tempo di farne, ma sulla querelle relativa ad un’ispezione nei locali della scuola di Piana.
Così dopo una serie di richieste ora arriva, per il mancato riscontro ad un’interrogazione dello scorso 18 ottobre 2020, un’autentica messa in mora da parte del consigliere comunale Gaetano Scaffidi, che se da un lato auspica al primo cittadino una pronta e rapida guarigione dal Covid-19, – oggi il sindaco Pippo Laccoti si è rivisto al comune – dall’altro visto le sue prese di posizioni si dice che “evidentemente è nella piena facoltà di svolgere le sue funzioni”.
Scaffidi evidenzia di apprendere di una nota inviata al dirigente dell’Istituto comprensivo di Brolo, con la quale si suggeriva a non autorizzarlo, per il momento, ad accedere presso l’istituto scolastico di via Trento allo scopo di verificare di presenza, “com’è diritto sacrosanto di un consigliere comunale” sulla tipologia e sulla qualità dei lavori svolti. Lo stesso consigliere si chiede anche su chi o casa sia stato fatto in quei luoghi e da chi, ed evidenzia che all’uopo aveva fatto questa richiesta al dirigente scolastico, che aveva evidenziato però, nella sua risposta, che non era di sua competenza.
Laccoto pur affermando che i consiglieri comunali possono comunque svolgere il proprio ruolo e le proprie prerogative facendo, anche, interrogazioni al Sindaco, coglie l’occasione per suggerire al dirigente l’inopportunità di far accedere estranei, compresi i consiglieri comunali, nei locali scolastici per evitare la diffusione del virus.
Gaetano Scaffidi sorride, e chiede un riscontro immediato alle sue note “essendo trascorsi oltre 37 giorni da tale atto ispettivo senza alcun riscontro da parte sua” evidenziando che il differimento a tempo indeterminato, di un’autorizzazione di accesso ad un edificio pubblico di proprietà comunale, lede il diritto, sancito dalla legge, di controllo e vigilanza, del consigliere comunale, sugli atti adottati dall’amministrazione e dagli uffici comunali, anzi – dice – che proprio l’emergenza covid, avrebbero necessitato, in uno spirito di collaborazione, “la concessione di un’autorizzazione in tempi molto rapidi, al fine di permettere al consigliere comunale di verificare prontamente lo stato in cui si trova la sala mensa della scuola di via Trento, dopo alcuni lavori pubblici dei quali non vi è traccia di affidamenti nell’albo istituzionale on line”.
E aggiunge che “aveva avuto l’autorizzazione formale da parte del responsabile dell’area tecnica, unico soggetto preposto all’autorizzazione, e anche del dirigente scolastico, ed aveva dato la propria disponibilità ad accedere alla scuola in orario extrascolastico nella giornata di venerdì 20 novembre, con tutti i D.P.I. richiesti dal caso (guanti, mascherina etc.), in ambiente arieggiato e per non più di 5 minuti.
Quindi sicuramente senza il minimo rischio di determinare eventuali contagi, considerando il fatto che, comunque, gli studenti sarebbero rientrati nelle classi dopo oltre 60 ore dal mio, per giunta brevissimo, accesso in quegli spazi.”
Per lui l’aver fatto “melina” ha leso di fatto la possibilità al sottoscritto di svolgere adeguatamente il proprio ruolo di consigliere comunale, cagionando un danno rilevante (considerando le istanze fatte al sottoscritto da numerose famiglie di studenti e verso le quali non sono stato messo in grado di dare alcuna risposta).
E quindi conclude il consigliere Scaffidi “sarebbe opportuno che il dirigente scolastico e lo stesso sindaco adottino scrupolosamente, per l’immediato futuro, lo stesso identico criterio, utilizzato nei miei confronti, verso tutti i rappresentati dell’amministrazione comunale: sindaco, assessori, consiglieri e dipendenti comunali”, come quando i locali scolastici divennero sede di trucco e parrucco per un galà di moda, recentemente, alquanto inutile, visto che poi la stessa amministrazione non diede mai pubblicità, con neanche una foto, all’evento che, per amici e parenti si svolse con il patrocinio, del comune al palatenda.
Quindi, per Scaffidi “chiaramente, non si possono fare distinguo di alcun genere e per nessun motivo”.