“LASSISMO, ABULIA, APATIA ACCOMPAGNATA DA UNA DOSE DI ARROGANZA, PRESUNZIONE, IGNORANZA … TROPPO TUTTO”.
Calogero Emanuele, sindacalista, galatese verace, ma in grando di guardare “altro” e lontano, lancia una sua personalisima “provocazione”.”Naturalmente manca la proposta – evidenzia – che deve nascere dalla convergenza e dalla condivisione di gruppi e aggregazioni e non di pochi intimi“.Di fatto le canta e le suona….Noi la riproponiamo integralmente quella nota… di certo è un buon punto di partenza.
“LASSISMO, ABULIA, APATIA ACCOMPAGNATA DA UNA DOSE DI ARROGANZA, PRESUNZIONE, IGNORANZA … TROPPO TUTTO”.
Ma chi ne paga le conseguenze è la Comunità galatese: illusa, delusa, abbandonata, sfiduciata, derisa.
Oggi piace ad alcuni stare saldamente seduti in una “sedia”, perdendo di vista la vera “mission” e non rendendosi conto che ogni giorno che passa “quella sedia” diventa sempre più scomoda per l’insipienza, la presunzione, l’arroganza, la presupponenza, l’ignoranza che giornalmente taluni personaggi mettono in campo.
Il tutto a discapito di quegli amministratori che ancora ci credono e vogliono dare il meglio per il bene della collettività.
Certo fa comodo usare la “casa di tutti” di sera, di sabato, di domenica, fuori dagli orari istituzionali, come studio e ufficio privato, ma per risolvere le questioni non istituzionali o peggio ancora utilizzare beni e patrimonio per fini non riconducibili ad interessi collettivi e generali.
Certo, tanti “buoni amministratori” si sono approcciati con grande impegno e spirito di abnegazione ma hanno dovuto subire la “giostra della rotazione” e altri, ma sicuramente pochi, pur di mantenere fede agli impegni assunti con l’elettorato, si sforzano a portare a compimento il loro mandato.
C’è comunque una certezza: la Comunità è allo sbando e rischia di cadere nel baratro, più di quanto lo è.
Una Comunità sempre più sfiduciata, dubbiosa, sospettosa anche per colpa di chi pensa “alzati tu che mi siedo io”.
Il cammino è lento ed inesorabile e porta, a passi lenti, al declino.
Non servono i tatticismi e le alchimie personali ed individuali di chi già si incorona Sindaco o di chi aspetta l’ultima mossa per scegliere da che parte stare.
Bisogna superare alcuni preconcetti e abbandonare i retaggi del passato. Il paese va amministrato non per velleità personali ma mettendo al servizio esperienze e qualità, in una logica di squadra e di sinergia tra “buoni ed umili volenterosi”.
In questa nostra Comunità ancora c’è la capacità di reagire e di dare speranza e futuro a quella fascia di età rappresentata da giovani, studenti, laureandi, disoccupati che malgrado tutto “mi piace vivere a galati”, a quei professionisti, artigiani, imprese, commercianti che sperano in un rilancio del “paese Galati” e a quelle associazioni, circoli, sodalizi ed anche pensionati che vogliono dare ancora qualcosa “per la loro Galati”
No, non è giusto. Non possiamo rassegnarci. Oggi non c’è un avversario da abbattere anzi “salviamo il salvabile”, sapendo che c’è la necessità di ricostruire e di riscrivere tutto “PER IL BENE COMUNE, PER IL BENE DI GALATI”
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