Dopo le polemiche suscitate all’inizio dell’autunno da Uber Pop, il servizio di ride sharing offerto dalla famosa applicazione mondiale che aveva alimentato le ire dei tassisti, la città di Genova si ritrova a fare i conti con un’altra forma di servizio telematico che questa volta sembra suscitare pruriti agli addetti ai lavori del settore alberghiero. Si tratta di Air BnB, una piattaforma on-line grazie alla quale è possibile organizzare pernottamenti e soggiorni attraverso una rete di privati che affitta camere e alloggi a prezzi accessibili.
Il fenomeno, apparso per la prima volta sette anni fa nella sempre avanguardistica West Coast americana, a San Francisco, ha fatto presto il giro del mondo, trovando un’accoglienza positiva tra le migliaia di nuovi viaggiatori sperimentali alla ricerca di una soluzione di soggiorno alternativo.
In Italia si è registrato negli ultimi tempi un vero boom di iscrizioni con più di 90mila alloggi in tutto il territorio nazionale.
Air BnB infatti sembra aver soddisfatto le aspettative di quanti, nei loro viaggi, sono alla ricerca di una via di mezzo tra il più tradizionale albergo e l’ostello più spartano, la registrazione al sito inoltre è semplice e immediata, il portale offre all’utente la possibilità di scegliere la sistemazione che più fa al caso suo, attraverso fotografie e video degli alloggi, recensioni e indici di gradimento da parte dei viaggiatori, informazioni utili e dettagliate sull’ubicazione della casa e sulle sue caratteristiche.
Anche Genova si apre a questa nuova rete di turismo privato, incrementando l’offerta di spazi domestici extra o di seconde proprietà da affittare a turisti e viaggiatori (più di 500 alloggi nei periodi invernali, fino a 1000 nelle stagioni calde).
Ad accusare il duro colpo di questa crescita esplosiva sono però i profitti di alberghi e Bad and Breakfast, che sembrano essere notevolmente retrocessi nelle preferenze dei nuovi viaggiatori e persino tra quelle dei turisti stagionali. Le associazioni degli albergatori si dichiarano fortemente preoccupate dal fenomeno e tra polemiche e malcontenti, tentano di arginarne in ogni modo l’entità.
In un’intervista rilasciata al Secolo XIX Marco Senatore, presidente di Assohotel, ha dichiarato: “ Sappiamo perfettamente che il fenomeno è in forte crescita, recentemente abbiamo fatto degli incontri con l’assessore al Turismo Carla Sibilla per cercare di capire come arginare il fenomeno. Una soluzione potrebbe essere quella di controllare maggiormente i siti, di portare avanti controlli mirati su chi, dietro questo servizio, potrebbe nascondere un vero e proprio lavoro esente da tassazione. Ospitare turisti in casa propria, dietro il pagamento di poche decine di euro, è concorrenza sleale”.
Questo insomma il mal contento degli albergatori e degli addetti alle strutture turistiche, per i quali, questa nuova concorrenza di mercato rappresentata dalla frontiera Air BnB, sembrerebbe addirittura squilibrata e ingiusta laddove si accusano i privati affittuari, di non possedere le dovute autorizzazioni e di esimersi dal pagamento della tassa di soggiorno.
AirBnB non accetta le accuse e controbatte con la risposta di Matteo Stifanelli, country manager di AirBnB Italia:
“La nostra è una piattaforma che fa incontrare domanda e offerta, ai nostri utenti ricordiamo in ogni modo e occasione, anche all’atto dell’iscrizione, l’obbligo di pagare le tasse comunicando i guadagni al momento della dichiarazione dei redditi. Ci riserviamo il diritto di rimuovere utenti nel caso questo non avvenga, fino a questo momento in Italia non è stata registrata alcuna forma di illegalità”.
La bega sembra di difficile risoluzione soprattutto nel bel paese del turismo e soprattutto stando alle motivazioni delle singole parti, nessuna delle quali sembrerebbe in effetti avere pieni torti. Ma, se da un lato le ragioni degli albergatori appaiono comprensibili nell’ottica di un tentativo di difesa della categoria produttiva, dall’altro AirBnB non sembra attentare in nessun modo alla sopravvivenza del turismo italiano. Anzi.
Guardando la cosa da più prospettive poi, si potrebbe pensare che queste nuove frontiere turistiche rispondono in particolare alle esigenze di una certa categoria di viaggiatori e che i più abituali continuerebbero comunque ad optare per i classici hotel o bad and breakfast.
Dall’altra parte però i dati parlano chiaramente, la regressione produttiva di questi settori e la crescita di soluzioni alternative per i soggiorni, registra il sintomo di una nuova tendenza che dovrebbe invitare ad una riflessione congiunta. Il segnale che andrebbe raccolto unanimemente infatti è quello di una nuova esigenza da parte del mercato turistico che, in questo preciso passaggio socio-economico si affida con maggiore favore a soluzioni completamente nuove. Perché?
Indubbiamente l’accessibilità dei costi è tra le prime ragioni, AirBnB offre un servizio economico che a tempo stesso mantiene le prerogative di un soggiorno con tutti i confort, la scelta degli alloggi è pensata per tutte le tasche e la modalità per scegliere e selezionare stanze e appartamenti è diretta e di facile accesso.
Altro punto a favore quindi, la facilità di utilizzo: la procedura è semplice sia per chi affitta che per chi soggiorna.
Attraverso una registrazione al sito gli host, cioè gli affittuari, inseriscono il proprio annuncio corredato di foto, descrizioni dell’abitazione e di tutti i propri dati personali, questi ultimi verificati poi dal portale stesso, il quale garantirà sulla persona iscritta. L’utente, dal suo canto, una volta scelto l’alloggio, effettuerà la prenotazione mediante pagamento pay-pal, carta di credito o semplice ricaricabile, versando online la cifra dovuta. Il sito tratterrà una piccolissima percentuale dall’importo e poi girerà il resto del denaro direttamente all’host,che avrà così il suo guadagno.
Tutti i procedimenti avvengono telematicamente, senza alcuna ( almeno fino ad oggi) controindicazione sulla sicurezza e sull’affidabilità.
Costi bassi, accessibilità al servizio, garanzie e tutela per l’utente: il pacchetto di AirBnB sembra la soluzione più congeniale per molti viaggiatori, oltre ad offrire in molti casi, anche la possibilità di uno scambio diretto tra le parti coinvolte e l’occasione di sperimentare una nuova forma di socialità domestica, spesso anche tra persone di diverse nazionalità.
Concorrenze sleali e sgambetti di mercato a parte insomma, il “metodo” AirBnB, è un fenomeno in forte crescita, oggi anche nella città di Genova, che con tutta probabilità, nessuna azione legale da parte di arrabbiatissimi albergatori, riuscirebbe ad arrestare.
Mentre le maglie del libero mercato si allargano a dismisura e il terreno della concorrenza si stratifica in nome di una lotta alla strategia più conveniente, quello che appare inequivocabile è l’esigenza di trovare soluzioni alternative e probabilmente anche un modo diverso di offrire il servizio turistico.
Occorrono forse nuovi modi di pensare e di fare economia, di concepire cioè il rapporto tra una domanda del tutto nuova e un’offerta, pronta a rispondere.
Valentina Siligato
Direzioni Ostinate e Contrarie