GIOVANI DEI NEBRODI – In pulman per esserci a Cinisi nel segno di Peppino Impastato
Cronaca Regionale

GIOVANI DEI NEBRODI – In pulman per esserci a Cinisi nel segno di Peppino Impastato

manif_DSC_0137il 9 maggio 2011 nelle foto di Luca Scaffidi. Volti, sorrisi, impegno, e l’intervento di Giovanni Impastato al termine del corteo per ricoradre a 33 anni Peppino… ucciso dalla mafia. – Tutte le foto su facebook pagina scomunicando.it

manif_DSC_0153Compagni e compagne, ma anche amici e amiche,

anche quest’anno siamo qui a Cinisi per ricordare mio fratello Peppino a 33 anni dalla sua uccisione e mia madre Felicia che ha saputo fino alla sua scomparsa, consolidare la memoria delle lotte del figlio e individuare i giusti mezzi per diffonderla, per rendere giustizia alla sua storia che era di dolore, ma anche di speranza.

Felicia ha saputo costruire un precedente, anticipare i tempi, preparare tutte le prerogative per far si che proprio la memoria sopravvivesse alla sua morte, che superasse i limiti della stessa vita.
La sua eredità che ancora permea le pareti di quella che oggi è diventata Casa Memoria Impastato ispira il nostro percorso, dà fondamento alle nostre idee, arricchisce il nostro modo di ricordare che fa sue quelle emozioni, quei sentimenti e quelle esigenze che solo una madre alla quale strappano via un figlio rivoluzionario può provare, un figlio che ha speso la sua vita contro il potere politico-mafioso e in difesa dei diritti dei più deboli e della libertà. È un misto di dolore, orgoglio, che alimenta la voglia di fare, di essere capace di stare ai suoi passi.

Il nostro percorso vuole fare dell’impegno, ma anche dell’arte, della poesia, della cultura e di ogni forma di sensibilizzazione mezzi di azione politica che sappiano apportare cambiamenti effettivi nel territorio, nelle persone, nel loro modo di prendersi cura degli altri e del loro mondo.
Rifiutiamo ogni forma di cecità o di settarismo, ogni stereotipo o infantilismo.
Fare politica vuol dire coltivare il proprio senso di responsabilità, farsi capaci di ascoltare gli altri e trovare il giusto modo di farsi capire, il giusto linguaggio.

manif_DSC_0289Quest’anno deve essere per noi l’anno della svolta, l’anno in cui anche la distanza tra Peppino con la sua storia e il paese di Cinisi si riduca, finalmente; l’anno in cui possiamo cominciare a parlarci e a capirci.
Fare politica oggi per noi sull’onda di quanto realizzato da Peppino vuol dire lavorare per obiettivi raggiungibili, passo dopo passo, lungo la strada che speriamo ci conduca al cambiamento reale di questo paese. Non sono stati pochi i risultati che abbiamo raggiunto come famiglia assieme ad Anna ed Umberto del Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato di Palermo ed alcuni ex compagni di Peppino, a volte anche nel pieno isolamento, a partire dalla condanna di Gaetano Badalamenti e di Vito Palazzolo e il rapporto della Commissione parlamentare antimafia che ha elencato, unico caso in Italia, i nomi e i cognomi dei depistatori, uomini delle istituzioni che hanno complottato per evitare che la verità venisse a galla, per nascondere agli occhi di tutti come la nostra sia una democrazia bloccata, come dice Umberto Santino, che non si basa su una necessaria coscienza dei diritti o capacità di individuare le giuste strategie di azione.
Sono vittorie storiche, importanti pietre miliari che non vanno dimenticate, perché il nostro percorso no, non inizia sempre da zero, ma continua, nel ricordo e nell’impegno, procede passo dopo passo e lascia il segno, un segno indelebile ed è questo quel che conta.
Il tempo non passa invano, anzi, rende più solide ed efficaci le esperienze fattive e di sostanza e vanifica ed annulla quelle che vivono di sola immagine, di soli nomi e di idolatrie o strumentalizzazioni politiche.

manif_DSC_0340Casa Memoria Impastato c’è e ci sarà e spera di poter essere un punto di riferimento per il paese di Cinisi, anzi, farà di tutto per esserlo, soprattutto per le nuove generazioni, per quei giovani che ci hanno forse guardato con disprezzo o con indifferenza coi quali speriamo di iniziare un dialogo per riportare la loro attenzione su quelle che sono le vere necessità proprie e del contesto in cui vivono.
Vogliamo, nei limiti del possibile restituire loro la speranza, la voglia di riscoprirsi come soggetti agenti e fattori del proprio futuro.
Perché nel vuoto culturale ed umano che ci circonda è da lì che bisogna cominciare, evitando invasioni e forzature o inutili forme di indottrinamento politico, basate su fantocci o falsi simboli che non hanno nulla a che fare con il saper parlare alla gente.
L’impegno politico di Peppino, il suo essere un rivoluzionario comunista partiva dall’essere un uomo creativo e sensibile, non prescindeva dal fare propri quei mezzi più efficaci per farsi ascoltare, come la radio, il teatro di strada, le animazioni con i bambini del paese, i festival musicali accanto al lavoro di controinformazione, i cortei, le occupazioni, gli scontri, ecc.
Dimenticare questo vuol dire ridimensionare la sua figura, cancellare una buona parte del suo percorso, efficace proprio perché sapeva svilupparsi a 360 gradi, proprio perché evitava qualsiasi schema imposto dall’alto e qualsiasi forma di inquadramento militaristico o militantistico.

Non voler considerare questo vuol dire iconizzare Peppino, spegnere la forza della sua memoria e, nei casi peggiori, strumentalizzarla.
Non proviamo vergogna ma orgoglio nel pensare che tanti soggetti della collettività oggi possono riconoscersi nelle sue lotte, farsene ispirare, fare propri i suoi principi, persone di estrazione diversa e con origini diverse e non vogliamo che ci sia nessun dettame o nessuna supposta selezione della razza politica a riguardo.
Quando è stato il caso di difendere Peppino dalle strumentalizzazioni fasciste o dalle cancellazioni leghiste non ci siamo mai tirati indietro, ma abbiamo risposto a testa alta, e siamo stati lasciati soli proprio da coloro che oggi si credono eredi politici del suo percorso.
Allo stesso tempo vogliamo che il 9 maggio sia una ricorrenza sociale, collettiva, dove i militanti possano riconoscersi accanto a studenti, sindaci democratici che hanno ottenuto l’intitolazione di strade spesso lottando con la minoranza, ma anche bambini, mamme, cattolici, musulmani, ecc.
Il 9 maggio è una data da rispettare che nessuno può usare per propri vantaggi elettorali, personalistici o politici.
Dobbiamo essere noi i primi dal basso a rispettare questa data, prima di pretendere, se ci va di farlo, il rispetto che viene dall’alto, che certo non arriverà facilmente, visto che per l’ennesima volta il ricordo di Peppino viene cancellato dalla ricorrenza in ricordo delle vittime del terrorismo.

manif_SC_0370Il 9 maggio non è solo “cosa nostra”, ma appartiene alla collettività, come “Casa Badalamenti” non è “Casa nostra”, ma una casa confiscata al boss mafioso del paese che al paese deve ritornare, ai suoi cittadini e ai suoi abitanti.
Quel luogo merita tanto rispetto quanto la casa di Peppino perché anche quel posto porta con sé una memoria che certo deve essere come esorcizzata, ma è pur sempre una memoria.
Quel luogo non può essere destinato all’uso privatistico, ma dovrà tornare alla collettività, dovrà fornire servizi, costruire possibilità per il territorio, oltre a conservare il suo nome per l’appunto “Casa Badalamenti” come ricordo di quel che è stata e non deve essere un luogo da invadere e di cui impossessarsi.
La nostra gestione dovrà essere solo un mezzo facilitante e nient’altro.
La vittoria riguardo la confisca ci sarà soltanto nel momento in cui sarà Cinisi ad entrarvi, altrimenti, se questo non accadrà, avremo fallito tutti e grandemente.
Questo mio vuole essere un appello e non un intervento di rottura, un appello alle coscienze, un appello alla sensibilità e un appello alla responsabilità.
La memoria di Peppino e di Felicia è cosa troppo importante per essere gestita come in un gioco di ruoli.
Difficili sono gli obiettivi che ci poniamo e, quindi, è necessario essere uniti e coordinati, ma per esserlo è necessario d’altronde essere netti e chiari ed evitare revisionismi, protagonismi, stupide divisioni o selezioni, basate, quando va bene, su pregiudizi o false convinzioni.
Certo sembra strano che a dirlo sia proprio io, in rappresentanza della famiglia che, con il Centro Impastato di Palermo, ha deciso di non aderire al Forum Sociale Antimafia.

È vero, le divisioni fanno male, come gli screzi, ma fa più male la mancanza di chiarezza, di fiducia e di rispetto, che scatena tensioni, offese ed incomprensioni.
Fa più male la stagnazione della crisi, che gonfia solo i risentimenti, e per questo a volte è necessario scatenarla, lasciare che si apra al dibattito, poiché solo in questo modo si può ricominciare.
Fa più male, infine, la mancanza di riflessione e crescita politica, il lasciarsi andare agli istinti e all’emotività spesso negativa senza mostrare alcun tipo di maturità o di strategia che duri nel tempo.
È in vista di questo fine che abbiamo agito con la nostra provocazione, nella speranza che sia servita a qualcosa.
Questa è la nostra forma di resistenza, non solo a chi dall’esterno vuole cancellare la memoria o vanificare il suo effetto, ma anche verso chi dall’interno si lascia trascinare dalla distruttività e non dalla creatività.
Forse tutto questo ci porterà alla solitudine, ma è un prezzo accettabile rispetto all’importanza di ciò che vogliamo difendere.
La nostra necessità è anche quella di consolidare la memoria di ciò che è accaduto anche dopo la morte di Peppino negli ultimi 33 anni, per conservare la nostra dignità e il rispetto nei confronti dell’immane lavoro che abbiamo svolto.

Non vogliamo certo ringraziamenti, vogliamo soltanto poter continuare a lavorare, ad incontrare, a confrontarci, liberi da qualsiasi forma di strumentale condizionamento e di incatenamento.

Vi abbraccio tutti…

Giovanni Impastato

Successivamente è intervenuto Umberto Santino

9 maggio 2011
Ricordare per continuare a lottare con Peppino e Felicia

Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” – Palermo Casa Memoria “Felicia e Peppino Impastato” – Cinisi

5 maggio 2011, ore 9.00 Corso Umberto I (da Casa Badalamenti a Casa Memoria)
CENTO PASSI CONTRO LA MAFIA E IL RAZZISMO
corsa a staffetta con gli alunni delle scuole elementari e medie di Cinisi in collaborazione con la Scuola di Atletica Berradi

6-7 maggio 2011, ore 18.00
Corso Umberto I (da Casa Badalamenti a Casa Memoria)

LA MORTE NUCLEARE; HURRIA – L’urlo di nessuno
incursioni teatrali di strada a cura della compagnia Ultimo Teatro sul disastro nucleare e il conflitto israelo-palestinese a sostegno della Freedom Flottilla
8 maggio 2011, ore 9.30 – 13.00
Salone Comunale
Incontri a tema:
ITALIA 150: l’unificazione incompiuta con Umberto Santino, Enrico Guarneri, Filippo Ronchi, Santina Cutrona e Elisabeth Donatello
ore 16.30 – 20.00
Salone Comunale
Incontri a tema:
Don Vito a Gomorra. Mafia e Antimafia tra papelli, pizzini, depistaggi e best-seller con Umberto Santino, Francesco La Licata, Tano Grasso, Salvo Palazzolo, Elisabeth Donatello
ore 20.30
Atrio comunale
“RE-CORDIS Felicia Bartolotta Impastato ricordata e raccontata da tre donne” video prodotto da AU5
MAFIE SUD E RESISTENZA spettacolo teatrale della Compagnia dei merli bianchi

9 maggio 2011,

ore 9.30 – 13.00 Salone Comunale
Incontri a tema (tavola rotonda):
La strage infinita. Guerre, dittature, razzismo nel XXI secolo. Migranti tra emergenza ed integrazione con Domenico Lucano, sindaco di Riace; Soumahoro Aboubakar; Gabriele del Grande; Fulvio Vassallo; Stefano Galieni; Umip (unione mediatori interculturali professionisti)

ore 16.30
Concentramento corteo presso la sede di Radio Aut in Corso Vittorio Emanuele a Terrasini

ore 17.00
partenza corteo verso Casa Memoria Impastato a Cinisi

ore 20.30
Piazza Vittorio Emanuele Orlando

Omaggio a Fabrizio De Andrè con la musica degli Ottocento

Premio “Musica e cultura in memoria di Peppino Impastato” dedicato alla canzone d’autore
in collaborazione con il Centro Felicia e Peppino Impastato di Sanremo e l’associazione “Musica e Cultura” di Cinisi

parteciperanno Pippo Pollina, Roy Paci.

Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato di Cinisi e Centro Impastato di Palermo per il 33° anniversario dell’assassino di Peppino Impastato

La Famiglia Impastato con l’ Associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” di Cinisi e il Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato” di Palermo, principali protagonisti della quasi trentennale battaglia seguita all’uccisione di Peppino per salvarne la memoria e ottenere verità e giustizia, e promotori di un’attività di analisi e di mobilitazione tra le più significative degli ultimi decenni, comunicano la propria decisione di non aderire al cosiddetto “Forum sociale antimafia Peppino Impastato” qualora si deciderà di organizzarlo per il prossimo mese di maggio.

Tale sofferta decisione è motivata dall’impossibilità di lavorare con alcune realtà che, impossessatesi di tale “etichetta”, non hanno poi adottato un comportamento responsabile. Non è accettabile che si ripeta quanto è accaduto lo scorso 9 maggio, quando lo storico corteo in memoria di Peppino dalla sede di Radio Aut a Casa Memoria Impastato è stato monopolizzato, senza alcuna delega, da alcuni personaggi, che hanno imposto assurde e ridicole divisioni, dando ordini non richiesti, e lo hanno in più trasformato in una curva da stadio con improperi, urla deliranti e slogan da tifoseria, costringendo molti partecipanti a dissociarsi. Ciò è poi degenerato con la contestazione ad Umberto Santino, presidente del Centro Impastato, mentre, presentando il nipote di Placido Rizzotto, legava le lotte degli ultimi anni alle lotte contadine, al Sindaco di Cinisi e a quanti salutavano i partecipanti alla manifestazione dal balcone di casa Badalamenti in occasione della consegna simbolica del bene avvenuta alla fine del corteo. Un’azione sciocca e irresponsabile, che ha rischiato di compromettere l’iter di affidamento del bene confiscato. Né è accettabile che da parte di altre realtà promotrici del Forum la necessaria serenità e condivisione sia stata spazzata via, soprattutto nell’arco dell’ultimo anno, con una serie di offese e delegittimazioni.

La Casa Memoria e il Centro di documentazione Impastato proporranno, per i giorni dal 7 al 9 maggio 2011, un proprio programma di iniziative per ricordare Felicia e Peppino in occasione del 33° anniversario della sua uccisione.

Per Casa Memoria Felicia e Giovanni Impastato Per il Centro Impastato Anna e Umberto Santino

testi tratti da: http://www.centroimpastato.it/forum.php3

12 Maggio 2011

Autore:

admin


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