L’incontro si è svolto presso la chiesa di Santa Maria del Gesù, gremita in ogni ordine di posto grazie alla presenza delle più importanti scuole elementari e medie della zona sud della città.
L’incontro è stato organizzato dall’associazione AddioPizzo e che ha permesso a Maria Falcone di presentare il suo nuovo libro dal titolo “Giovanni Falcone – un eroe solo”. Già dal titolo si capisce come l’opera verta sulla solitudine che Giovanni Falcone dovette affrontare del corso degli anni più duri della lotta al fenomeno mafioso, solitudine dovuta alla prematura e tragica fine degli amici e dei colleghi più stretti (da Rocco Chinnici a Ninni Cassarà passando dal commissario Montana) fino al pensionamento del Giudice Antonino Caponnetto che per anni fece da scudo al lavoro del pool antimafia.
Questo libro non vuole essere solo il giusto inno al lavoro di Giovanni Falcone, senza il quale forse ancora oggi sulla mafia avremmo saputo ben poco, ma vuole e deve far riflettere su come un magistrato italiano venga abbandonato, quasi a sé stesso, mentre negli Stati Uniti avrebbero fatto carte false per avere una sua collaborazione. Giovanni Falcone, come chi perse la vita in quegli anni, rappresenta in ogni sua forma il “tipico eroe” italiano, sbeffeggiato e accusato di megalomania in vita (come quando lo accusarono di essersi organizzato l’attentato all’Addaura da solo) per poi essere omaggiato e rimpianto da tutti da morto.
Ormai da molti anni Maria Falcone si impegna per mantenere in vita il messaggio di suo fratello Giovanni e questo libro è solo uno dei tanti modi per ricordare l’operato del fratello “ ciò che mi preme di più è mantenere lo spirito del messaggio che mio fratello ci ha lasciato quando era in vita – ha dichiarato Maria Falcone – mi interessa ricordare il lavoro straordinario fatto da mio fratello, un lavoro che ha permesso all’intero sistema giuridico italiano di potersi adeguare ad un fenomeno complesso come quello mafioso”.
La presenza di tanti giovani all’incontro rappresenta un veicolo di cambiamento importante per una società che ha un gran desiderio di legalità in un momento politico molto delicato “bisogna stare molto attenti a cadere negli stereotipi, che sono una cosa a cui io non sono per nulla favorevole – ha dichiarato la Professoressa Falcone – è vero che vent’anni fa i politici arrestati si coprivano il volto dalla vergogna mentre adesso si va in tv professandosi innocenti in nome del “così fan tutti”, però ognuno ha il suo modo di affrontare le cose. Però mi fa essere fiduciosa il fatto che i giovani hanno molto più senso d’indignazione adesso che non nel 1992, ciò porterà all’estinzione del fenomeno mafioso come ogni fenomeno umano”.
Ogni volta che si parla di quel drammatico periodo è normale che si finisca a parlare della “trattativa” tra stato e mafia “questo è un tema molto delicato – ha puntualizzato la Falcone – certo il pensiero che mio fratello possa essere stato tradito da una parte dello stato, che lui ha sempre onorato e difeso, mi fa star male. Io continuo a voler credere che non ci sia stato nulla, però ho sempre reputato strano la mancata perquisizione in casa di Riina dopo il suo arresto”.
Quello con Maria Falcone non sarà l’ultimo incontro per la legalità organizzato da AddioPizzo, infatti il 13 dicembre ci sarà l’incontro con Piero e Pasquale Campagna, fratelli di Graziella, barbaramente uccisa dalla mafia nel 1985 a soli 17 anni.
Antonio Macauda