Fiumara d’Arte – Il “TerzOcchio” di cento ragazzini fotografi per la rinascita di Librino
Si chiama TerzOcchio – Meridiani di Luce e sarà il più grande museo dell’immagine a cielo aperto esistente al mondo. Ma non basta, perché Antonio Presti, ideatore e presidente di Fiumara d’Arte, allo straordinario progetto per Librino, sul quale lavora da anni, ha aggiunto un’altra operazione che non conosce precedenti: il “museo diffuso”, che consisterà nell’esposizione, con cadenza biennale, di opere di grandi fotografi a livello mondiale che verranno installate all’interno di cento esercizi commerciali del quartiere.
Il progetto che ne prevede la realizzazione, curato da Marco Pinna del National Geografic Italia, è stato denominato “Magma”, appellativo assolutamente appropriato, considerando, oltre all’ovvio riferimento all’Etna, tutte le energie vitali che concorrono alla realizzazione dell’intero programma, ad iniziare da quella degli abitanti, ed in particolare dei ragazzi di Librino.
Cento di loro, appartenenti all’I.C. “Campanella – Sturzo”, hanno appena concluso un work shop condotto da Reza Deghati, fotografo franco-iraniano di valore internazionale, famoso per i suoi reportage nelle aree del Pianeta dove regnano guerre e povertà, attraverso i quali ha portato alla ribalta il dramma dell’infanzia abbandonata.
Nessuno, quindi, meglio di lui, poteva avviare allo studio dell’immagine ed alla conoscenza della fotografia, intesa come arte e strumento rivelatore di bellezza, così tanti ragazzini vogliosi di partecipare fattivamente al riscatto sociale e culturale del popoloso quartiere in cui vivono, tristemente famoso per le annose problematiche legate alla disoccupazione ed alla criminalità.
Ed è in questa direzione che si sta prodigando Antonio Presti, il quale, raggiunto il primo importante traguardo con la realizzazione della Porta della Bellezza, opera – capolavoro che dà il benvenuto nel quartiere, ha portato avanti svariati progetti culturali con le scuole finalizzati alla conoscenza ed alla difesa della legalità.
Argomento, quest’ultimo, inserito nell’ambito fotografico attraverso il progetto “La bellezza della Costituzione italiana” che ha impegnato trenta giovani fotografi siciliani in cinquanta istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Nella Casa d’arte Stesicorea, venerdì sera, si è tenuto l’ultimo incontro tra coloro che hanno operato nel progetto, all’insegna della convivialità.
Antonio Presti ha radunato tutti gli addetti ai lavori, comprese le famiglie dei giovanissimi allievi, assieme ad amici ed appassionati che solitamente partecipano agli eventi di Fiumara d’Arte.
“Quando si sceglie la cultura, l’arte ed il pensiero, tutto il mondo ne parla positivamente”, dice Presti, mostrando soddisfazione per il ritorno che l’evento ha avuto in termini di informazione, con conseguenze positive per l’immagine che Librino sta mostrando di sé.
Quello che si è appena compiuto è un fondamentale passo avanti verso la realizzazione del grande museo che dovrà sorgere in quella parte di periferia, perché tutta l’operazione non può prescindere dall’azione di chi rappresenterà l’anima dell’ambizioso progetto artistico–culturale, ovvero gli stessi abitanti del quartiere dove colorate gigantografie daranno finalmente un senso alle spoglie facciate dei palazzoni, anche attraverso proiezioni ed effetti di luce che si preannunciano a dir poco sensazionali.
In tutto ciò i ragazzi del luogo saranno al tempo stesso artefici e protagonisti, nel segno di un’identità derivante dalla consapevolezza d’aver saputo cogliere tutta la bellezza che c’è in loro, come essenza fondamentale della vita.
Fabio Di Giovanni, 11 anni, sogna di fare l’astronauta, ed è uno dei tantissimi ragazzini del progetto: “Prima di frequentare questo corso non sapevo molto della fotografia ed ho così imparato ad osservare l’immagine con il terz’occhio, e quel terz’occhio è il cuore”, ha detto, dando una risposta sintetica, esaustiva e sapientemente interpretativa, a chi si era posto il quesito sulla provenienza del nome dato da Presti all’evento artistico.
“Stiamo iniziando a diventare non proprio fotografi, ma quasi”, ha detto Lorenzo Nicolosi con innocenza e simpatia, che poi ha rivolto un messaggio a chi ha preferito restarne fuori: “Chi non ha provato questa esperienza la provi, perché è bellissima”.
Anche Agata Marletta, avvicinatasi da pochi mesi a questa esperienza, dimostra di voler proseguire nell’attività: “Questo progetto mi piace, perché prima di partecipare non sapevo fare le fotografie e adesso sto imparando”.
Ultimati i due anni di corso, Reza Deghati, che non si è staccato dalla sua macchina neppure durante l’ultima serata che ha chiuso questa fase, pur avendo accanto gli altri fotografi “formatori”, in previsione di passi successivi, lascia il testimone proprio agli stessi allievi: “La formazione è finita, ma in realtà già domani inizia il vostro lavoro.
A partire da adesso – prosegue i maestro in perfetto ed elegante francese – Librino avrà un’immagine positiva”.
Prima che tutti i convenuti rivolgessero l’attenzione alle prelibatezze gastronomiche della serata, tra cui due torte riportanti i ricorrenti slogan “I love Librino” e “Librino è Bello”, scritti effettivamente “col cuore”, Antonio Presti, pur ridimensionandone in parte l’estensione e chiedendo tempo per poterne fornire gli ultimi dettagli, sul progetto ha così concluso: “Sarà un museo sulle strade e nella vita. E’ questa la risposta culturale e sociale dell’ingresso dell’arte nella vita portando bellezza, sviluppo, e soprattutto un valore di condivisione, così come fatto negli anni, affrontando questa grande avventura di Librino”.
Il presidente di Fiumara d’Arte ha ringraziato, infine, tutti i fotografi, menzionandone alcuni come Claudio Foresta, Francesco Butera, Fabrizio Frixa, Luca Guarneri, Monica Laurentini e Lidia Tropea; il dirigente scolastico dell’I.C. “Campanella – Sturzo”, Lino Secchi; Grazia Giurato, che ha lavorato nelle scuole col progetto sulla Costituzione; Paolo Romania (acclamatissimo dai ragazzi) che ha curato il workshop; Gianfranco Molino, produttore esecutivo dell’evento, e la responsabile dell’ufficio stampa Alessandra Bonaccorsi.
Il workshop è stato svolto con la collaborazione della Fondazione Aina World, National Geografic Italia, LesPheripheriquesvousparlent, e della fondazione Candido Cannavò – Tifo positivo.