I PEGGIORI GIORNI – Grande prima al Taormina Film Fest
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I PEGGIORI GIORNI – Grande prima al Taormina Film Fest

Focus sul Cinema Italiano do Corrado Speziale – ampia fotogallery sulla serata – 

Le carenze e le contraddizioni della società contemporanea svelate con ironia e amarezza attraverso una “dramedy” tutta italiana, suddivisa in quattro episodi. La settima giornata del Taormina Film Fest ha segnato il grande successo della prima de I peggiori giorni, film diretto da Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo, composto da un cast straordinario, nelle sale dal 14 agosto. Oltre ai registi, presenti Anna Foglietta, Fabrizio Bentivoglio, Anna Ferzetti, Rocco Papaleo, Sara Baccarini e Marco Bonini.

Dopo il carpet, il cast è stato accolto sul palco del Teatro Antico.

In seconda serata presentato in prima europea Divinity di Eddie Alcazar. Del cast, protagonisti sul carpet Bella Thorne, Karrueche Tran e Moisés Arias. I secondi due sono intervenuti anche in teatro. Consegnato a Dimitri Skofic il Premio Taormina Arte alla memoria, dedicato a sua nonna, Gina Lollobrigida.

Dopo I migliori giorni, non potevano mancare I peggiori giorni. Così il film uscito nelle sale a gennaio trova seguito nel perfezionamento e approfondimento di un percorso che svela i soggetti, le persone, le famiglie di un’Italia stracolma di difetti e contraddizioni, orfana di un’umanità sempre più dissolta. Grazie a Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo, accompagnati da fuoriclasse del grande schermo, la commedia italiana, con un pizzico d’ironia e tanta amarezza, diviene rivelatrice di quelle realtà e soprattutto verità che giornalmente sfuggono alle menti distratte e agli occhi offuscati dai fumi della contemporaneità. Pertanto, seguire bene il film, riflettere, immedesimarsi e assumere consapevolezza dentro la società in cui viviamo è l’obiettivo giusto da perseguire senza sforzi. Il film, concepito e strutturato in maniere eccellente, è suddiviso in quattro episodi, giusto per trovare simboli e paradigmi che articolino l’essenza del progetto. Ogni circostanza, ciascuna differente dall’altra, racconta storie che difficilmente non trovano reali riscontri nella realtà.

Natale, la “festa” in famiglia per eccellenza, ha come protagonisti i due stessi registi, assieme ad Anna Foglietta e Renato Carpentieri. In casa del padre, vedovo, gli auguri la notte di Natale sono soppiantati da bugie, egoismi e sotterfugi da parte dei tre figli. Alla base c’è la richiesta del padre, malato, di ricevere un rene da uno di loro. Primo Maggio, con la strepitosa interpretazione di Fabrizio Bentivoglio e Giuseppe Battiston, offre il volto più semplice del conflitto di classe racchiuso nelle figure di un imprenditore “martire” del capitalismo e di un operaio licenziato che prende in ostaggio il suo ex datore di lavoro al fine di ottenere la buonuscita. Uno spaccato sociale rappresentato da una dialettica che assume forme di rara intensità e umanità. Ferragosto, sotto l’interpretazione di un poker d’eccezione come Neri Marcorè, Ricky Memphis, Claudia Pandolfi e Anna Ferzetti è la perfetta sintesi della crisi e dell’incomprensione tra coppie di genitori per differenze socio – culturali, educative e tra genitori e figli, causa l’incomunicabilità e la superficialità che in questa fase caratterizza i rapporti sociali a fronte delle malefatte che trovano nel web un buon alleato. Significativa la frase della nonna dinnanzi alle scene durante la classica grigliata: “Spero che un meteorite colpisca questo pianeta e stermini tutta l’umanità”. Halloween, protagonista uno straordinario Rocco Papaleo, nel set in compagnia di Sara Baccarini e Giovanni Storti, è il più toccante degli episodi. Sullo sfondo, c’è prendersi cura di un genitore quando ancora una figlia avrebbe bisogno di attenzioni. Lui vedovo, lei orfana. Un incrocio di amore, bisogni, esigenze ed umiliazioni. Anche qui in evidenza la scala dei principi e dei valori rispetto alle differenze sociali.

Del film, prima della proiezione, si è parlato in maniera approfondita pomeriggio in conferenza stampa e la sera sul palco del Teatro Antico. Entrambe le sessioni sono state condotte dalla giornalista Elvira Terranova.

“Volevamo fare due film con otto episodi, raccontare un po’ tutte le sfaccettature dell’animo umano a modo nostro, con un po’ di comicità, un po’ d’amarezza, andando a fondo dove si poteva affondare”, ha detto Massimiliano Bruno. “Il film – prosegue l’attore regista – parla e racconta in particolare dei rapporti, delle relazioni tra le persone, di quanto siano taglienti. Di quanto si viva e si respiri sempre in equilibrio precario”. L’essenza del lavoro: “Per fare questo film – prosegue Bruno – c’è voluto l’amore tra due amici. Edoardo e io abbiamo condiviso anni di strada insieme, veniamo dallo stesso percorso. Ci siamo aiutati tra di noi. L’idea di dividere il film in episodi e date l’ha avuta Edoardo tanti anni fa”. Una riflessione reale, senza ipocrisia, su un passaggio del primo episodio: “Cosa faresti se tuo padre ti chiedesse un rene? Ci pensi due volte…” Dal palco spiega cosa ha ispirato lui e Leo: “Volevamo fare un omaggio alla commedia all’italiana, quella con cui ci siamo formati. Grandi maestri come Ettore Scola, Dino Risi, Mario Monicelli, Elio Petri, ci hanno insegnato che la commedia all’italiana era parlare di argomenti scottanti, malinconici, amari, ma andava fatto con sarcasmo e ironia. Adesso abbiamo avuto l’onore di dirigere questi grandi attori”.

Edoardo Leo: “A volte le cose divertenti da raccontare ce le hai sotto gli occhi. A noi interessava raccontare il rovescio della medaglia. Oggi non è facile intercettare cose che siano scorrette per tutti, una volta paradossalmente era più semplice farlo, bastavano la politica e la religione. Oggi siamo chiusi in piccoli gruppi, a livello sociale è molto complicato. Uno dei momenti da cogliere sono le feste comandate, per cui quello che abbiamo tentato di fare è chiederci seriamente cosa succede in quei giorni in cui siamo costretti a professarci più felici di quello che siamo”. Sacrifici e soddisfazioni: “Ieri ho festeggiato 29 anni di gavetta, ed ancora è lunga. Ma di là dell’eroismo – prosegue Edoardo Leo – ritrovarci dopo tutti questi anni con una grande distribuzione e un produttore importante, riuscendo a coinvolgere un cast con questi attori che stimiamo e che siamo stati orgogliosi d’avere nel film, è motivo di soddisfazione. Per noi due, riuscire a dirigere due film con 23 attori del panorama italiano ha una grande valenza sia in termini professionali che umani”. E dal palco sugli attori ha rincarato la dose: “Ognuno di loro ha fatto qualcosa in più per interpretare il proprio ruolo. Stavano dentro le dinamiche della sceneggiatura e tutti loro ci hanno aiutato a migliorare il nostro lavoro e a farlo diventare questo film”.

Anna Foglietta viene interpellata sul suo episodio, Natale: “È una famiglia che tiene un rapporto basato sulla falsità, dove si dice il contrario di ciò che si pensa. È un film che parla a tutti. In qualche maniera tutti ci sentiamo un po’ rappresentati da questi tre fratelli che non rappresentano il meglio dell’umanità. Però in questo episodio, rispetto al precedente, quantomeno ad un certo punto si redimono. Si rendono conto che hanno toccato il fondo. C’è un barlume di consapevolezza, non c’è il tentativo di espiare una colpa. Quantomeno ad un certo punto aprono gli occhi tra quello che compiono e quello che pensano. Alla fine, sono la risultante di una famiglia che ha messo in atto un modello, e i protagonisti rispondono a quel modello. Se sono così crudeli e ipocriti di base, c’è un papà che a sua volta lo è. Vi invito a vedere il film, così capirete tutto. Io mi sono molto divertita a mettere in scena questo personaggio, ma anche a parlarne con Massimiliano ed Edoardo. È stato un piacere ritrovare sul set Renato Carpentieri”. Le differenze col precedente, I migliori giorni: “Il tema trattato è diverso. Lì trattavamo temi civili, vaccini, pandemia che sentivamo sulla nostra pelle. Qui la malinconia è maggiore perché si tocca la morale delle persone, ci si chiede cosa sono disposte a fare per i propri genitori. Diciamo che si smascherano di quello che sono. Un po’ vigliacchi, molto ipocriti. La malinconia secondo me è la derivante di questa consapevolezza. Sapere che si è miserabili…”

Marco Bonini, altra figura in Natale: “Io rappresento la coscienza buona, borghese, cristiana, mentre l’obiettivo di questi fratelli era far scoppiare le contraddizioni. Faccio un po’ da tappo della situazione, che tuttavia soccombe all’esplosione”. Dall’intervento dal palco: “Volevamo fare una cosa molto complicata: mettere in crisi i modelli sociali”.

Fabrizio Bentivoglio, Primo Maggio: “C’è la disperazione di due uomini che nella struttura sociale vediamo contrapposti, un operaio e il suo padrone che lo ha licenziato. Però poi a conti fatti, in questo quadro diviso in due macrocategorie, vincitori e i vinti, loro si ritrovano nella stessa categoria. Non hanno grandissime soluzioni”. Successivamente, dal palco si è soffermato su un dato tecnico: “In questo episodio ci è stata data la possibilità di girare in sequenza. Mi era solo capitato in Marrakech Express (regia di G. Salvatores, 1989, ndr). Questa per un attore è una gioia assoluta”.

Anna Ferzetti, Ferragosto: “Si tratta di quattro personaggi completamente egocentrici. Si crede di fare del bene al proprio figlio, ma non c’è ascolto. Il mio caso è stato non avere ascoltato i bisogni di mia figlia, non pensando di creare qualcosa che portasse ad altro. Nell’episodio ci sono tutte le generazioni”. L’attrice, dal palco: “È il caso di due famiglie a confronto nel rapporto genitori figli, che non è semplice. Ci sarà molto da riflettere…”

Rocco Papaleo, Halloween: “Mi sta capitando più volte di interpretare personaggi depressi…(risate in sala…ndr) Il film in generale è una bella scommessa. C’è un’idea forte oltre quella narrativa, differenziare un po’ la proposta italiana dei film corali. Fare parte di questo cast mi inorgoglisce. Quando si radunano tanti attori normalmente si inneggia più a qualcosa di leggero. La cosa attraente di questo progetto è cambiare un po’ il tono alla nostra commedia. Forse non era un’intenzione, ma il risultato è quello di un film che mette anche un po’ di poesia intorno alla disperazione”. Papaleo, dal palco: “La cosa interessante per noi attori è stata quella di recitare una commedia in modo un po’ malinconico, senza cercare la risata, ma la verità, che a volte è un po’ buffa, a volte un po’ spiacevole”.

Sara Baccarini nell’episodio è la figlia di Papaleo: “Il mio personaggio inizialmente è un po’ freddo. Deve cercare di fare qualcosa per avvicinarsi al padre chiuso nel suo dolore. Lui ha perso sua moglie, ma io ho perso mia madre. È quel momento della vita in cui i figli si prendono cura dei genitori”.

Completano il cast, Liliana Fiorelli e Massimo Wertmüller. Tra i bambini in scena nell’episodio Halloween, anche Manfredi, figlio della produttrice Federica Lucisano.

La conclusione di ogni episodio del film è stata accompagnata da lunghi applausi.

Corrado Speziale

fotogallery

         

la serata

 

1 Luglio 2023

Autore:

redazione


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