Il Caso – Canale Sicilia, Cambia-menti e la libertà di stampa
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Il Caso – Canale Sicilia, Cambia-menti e la libertà di stampa

paolo peppe e fabiana a 1500

La querelle in aula tra il presidente del consiglio Peppe Miraglia e Canale Sicilia, sulle riprese tv della seduta consiliare dello scorso lunedì, a Brolo, si tinge di politica, di polemica e diventa dibattito.

Interviene, con un comunicato stampa il movimento Cambia-Menti, mentre “l’immagine nera”, a posto della foto, impaginata dalla redazione dell’emittente giornalistica diventa un inquietante simbolo, ripreso dai consiglieri dell’opposizione brolese.

Al di là dei regolamenti, della titolarità e qualifica per far quelle riprese, resta sempre in piedi la problematica sul diritto di cronaca.

Leso anche quando ci sono le indebite pressioni … vi ricordate la storiella della Regina che vuole il silenzio stampa di chi ritiene suddito di un’altro Regina  (o sindaco) o come quando si sbandierano querele o presunte tali invocando la diffamazione, il vilipendio dell’immagine nel tentavivo di esercitar pressione su chi fa informazione.

Cioè tutte le volte che il potere vuol, far valere il suo peso.

Pubblichiamo  il comunicato integralmente.

Stiamo dalla parte della libertà di stampa. Ci stanno strette le regola che la reggimentano, che la limitano.

Siamo per il pluralismo.

E nel rispetto dei fatti dobbiamo anche dire che qui – a Brolo – il limite è stato posto nel diritto di cronaca – i classici tre minuti di ripresa [anche se l’amministrazione assicura che questi sono stati effettuati] – in quanto l’informazione – sic et simpliciter – era assicurata dalla diretta della seduta, che on line era godibile da tutti.

In quest’ottica, come in altre mille occasione e come facciamo sempre, solidarizziamo – a priori – con i colleghi. 

Altra regola.

Vedendo post, like e quant’altro….o si parla sempre e si denunciano ogni qualvolta capitano  le intimidazioni che la stampa subisce,  o anche qui, anche a noi a volte vengono i dubbi, ma non sempre siamo certi della buona fede altrui.

fabiana aria intervistata

La nota di Cambiamenti.

La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire” Il gruppo Cambia-menti, è fermamente convinto, che garantire la trasparenza e il diritto di cronaca sia compito di una giusta politica, al fine di assicurare una partecipazione democratica alla res pubblica e che per questo, alle volte, piuttosto che ricorrere alla sterile applicazione di un dettato, sia auspicabile il semplice ricorso al buon senso.

paolo d'arrigo 1)

Infatti bastava, laddove il Presidente fosse giunto, come pare, alla determinazione che solo da quella data in poi, (visto che per il passato aveva agito diversamente), si dovesse applicare rigidamente il regolamento, invitare per il futuro, i giornalisti presenti in aula, al rispetto delle formalità prescritte in tal senso, piuttosto che impedire loro ogni forma di ripresa, ledendo così la pluralità d’informazione e non solo.

Questo, anche perché noi, siamo certi della sua buona fede.

Se c’è un regolamento è giusto che “prima o poi” venga fatto rispettare ma i più maliziosi, potrebbero porsi qualche punto di domanda sulle tempistiche di questa scelta, che casualmente,viene resa manifesta dopo l’ uscita dell’articolo ”L’Amministrazione Ricciardello è già al capolinea?” di Canale Sicilia.

Potrebbe sembrare ciò che non è.

GiuseppeMiragliaa canale sicilia

Ovvero un pericoloso principio di censura preventiva all’attività dei giornalisti o di alcuni giornalisti, quelli come direbbe Orwell: “che godono della vera libertà di stampa”.

E nel comunicato si legge ancora:

Nel consiglio Comunale, del 29/9/2015 mentre si discutevano tematiche importanti come quella dell’approvazione del Bilancio Stabilmente Riequilibrato per l’ esercizio 2013, il Presidente del Consiglio Giuseppe Miraglia, non permette alcuna ripresa all’operatore della testata giornalistica online Canale Sicilia,di cui è voce.

La motivazione addotta, è l’art 2 del Regolamento per le riprese Audio e Video del Consiglio Comunale, che prevede, che per effettuare tali riprese, i soggetti abilitati all’esercizio del diritto di cronaca e/o informazione, debbano munirsi dell’ autorizzazione da parte del Presidente del Consiglio, previa apposita richiesta, presentata almeno entro due giorni (e non cinque come asserito dal Presidente Miraglia) lavorativi antecedenti la seduta del Consiglio).

Ciò che lascia basiti non è solo questo improvviso “irrigidimento presidenziale” ma che non vengano concessi neppure quei” tre minuti di ripresa”per il diritto di cronaca sancito non da un regolamento ma : dalla Costituzione.

Cambia-menti

divieto di riprese

1 Ottobre 2015

Autore:

redazione


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