La crisi che oggi attraversa tutti a tutte le latitudini, è una crisi delle coscienze che si manifesta nel solo modo in cui gli uomini potranno capire e patire, quella finanziaria. La sola utile, forse, ad arrestare il circolo perverso e vizioso nel quale tutti, chi più e chi meno, sono imbattuti, ovvero l’inconsapevole istinto, all’avere e all’apparire. Avviene a tutte le età, culture, società e contesti, imporre il proprio egotismo ed acquisire, ed acquisire senza sacrifici e meritocrazia. La dinamica la vediamo agire sia già all’interno della famiglia, per estendersi alla massima potenza tra i governanti e nella televisione, iniziatrice ed educatrice. E’ un condizionamento che coinvolge l’inconscio collettivo, per sopravvivere questo si deve fare, questo si deve essere, diversamente? Sei un emarginato!
Si propagano le lotte di potere, nell’acquisire e mostrarsi, questo è diventato il senso e l’unico scopo dell’esistenza.
E se ne guardino bene chi leggendo pensa: – Io no! – Lo fa la suocera con la nuora ed il contrario, lo fanno i fratelli quando spartiscono l’eredità, lo fa la maestra quando abusa degli alunni, lo fa il bullo fra i suoi compagni, lo fa il capo quando fa stalking o mobbing, lo fa l’uomo con la violenza sulla donna, la brutalità gratuita degli uomini sui più deboli, bambini seviziati, animali torturati, la madre, con tutti i più buoni propositi, sul figlio e da lì inizia l’addestramento, una volta vittima una volta carnefice, fino alla fine della vita, d’altronde i modelli sono questi, stolto chi fa diversamente, furbo chi ci riesce bene, e noi in Italia gli esempi migliori li abbiamo a riscaldare le nostre poltrone, a Montecitorio.
Retorica? Può essere.
Ma quando finisce?
Se fosse per l’uomo mai, convinto che questo sia il senso vero e unico dell’esistenza, così ci pensa l’universo, la mano di Dio, o la coda del diavolo a far finire la povera macchina biologica umana, in un’eclissi economica, che vede la terra, madre dell’uomo, coinvolta, terra che nulla più è disposta a dare e che comincia ad opporsi come può.
La Vita, comincia ad intuire, non accetta più certi schemi, certi modelli e la salvezza non è, il ritorno alle tradizioni, perché da lì è cominciato tutto, e l’uomo deve evolversi, maturare, andare oltre, non ritornare alle memorie, è come far tornare un liceale in seconda elementare.
L’uomo deve incontrare la parte più alta, celeste, divina che è in lui e consacrarla alla vita.
Il progresso è stato confuso con l’artificiosità della vita, si è giunti alla finta carne umana, e l’anima chi ce la mette?
Il cuore? L’emozioni? La passione? La Dignità!?
Nessuno, non servono più, non vanno più di moda e chi ce l’ha, fa bene a reprimersi, se non vuole soffrire.
L’uomo oggi controlla e rifiuta la sua meravigliosa natura, con la mente razionale decide tutto, calcola i sentimenti, non sente la vita e si oppone alla morte, si oppone al fluire sempre armonico dell’esistenza, sfrutta il creato e la sua insita perfezione, manifestazione e grande insegnamento. Le linee guida dell’uomo, per la costruzione della società sono, la competizione, l’aridità, la crudeltà, la violenza, ci si è abituati a questa modalità, ogni relazione, ogni situazione, ogni ambito, personale o sociale, è infarcito da questi terribili mali. Non bisogna più accettare questo stato, cominciando a riconoscere i semi che in germe o già fioriti sono insiti in ognuno. I governi giocano sulle divisioni, sulle separazioni, dal pensiero alle azioni. Separati, soli, confusi, tra tante inutili chiacchiere, intervallate da intriganti gossip fuorvianti, a rincorrere falsi miti televisivi, si è più deboli ed il gioco è fatto, ignari, si viene mossi come pedine, l’ambiguità incalza, mentre i sottomessi aumentano, i pochi dirigono guerre tra gli assoggettati e ci si autoelimina l’un l’altro. Il delirio, la paura, la rabbia incalzano e l’uomo ne è mosso inconsapevole. Non si può attendere il messia, affinché insegni all’uomo e lo sollevi dalle sue responsabilità.
Bisogna utilizzare la mente per capire che così si distrugge la vita, se stessi, bisogna aprire il cuore per sentire l’amore che unisce, crea la forza e combatte la guerra, l’odio, la divisione, il dualismo. Nell’uomo c’è tutto, la comprensione, la fede, la forza, l’amore, deve trasformare la sofferenza della mancanza di senso, di significato profondo della propria vita, del suo grande valore, deve imparare a sentirsi, ad avere percezione della vita che gli vibra dentro, invece, perso dentro un’illusione, che non lo porta da nessuna parte, continua a girare su stesso, rincorrendo nulla, come un criceto sulla sua ruota nella gabbia. Non c’è più unicità, si è tutti uguali, tutti intrappolati dentro gli stessi meccanismi, le stesse paure, le stesse rincorse.. Ritrovare la propria essenza, il proprio valore, talento, virtù e benedire con dignità, rispetto, ogni giorno dell’esistenza della propria Sostanza. Bisogna sapersi scandalizzare, disgustare e dire NO! Basta! Dinnanzi a tanta vergogna. L’uomo deve cercare il suo valore più alto ed esprimerlo, rendere omaggio al divino che è in lui e vivere mosso dal rispetto per la vita e i sentimenti per tutti gli esseri senzienti.
Non ha senso cercare i responsabili, accusare, recriminare, perché si sta facendo tardi per accorgersi che ogni individuo è responsabile delle piccole, grandi guerre, in cui tutti i giorni, ci imbattiamo. Dobbiamo risvegliarci e trasformare il significato di noi stessi e della vita.
La carestia, farà traballare gli pseudo equilibri, toglierà i vani piaceri, eliminerà i veli e svelerà la realtà, riporterà l’uomo a se stesso, alle vere virtù e quando non si avranno più le forze per lottare l’uno contro l’altro, per la sopravvivenza, cosa che già avviene se pensiamo alla lotta per l’impiego, “mors tua vita mea”, dovrà ritornare solo e sempre a se stesso, alla propria risorsa, la propria forza, per ripartire dal dolore dell’oscurità della propria ombra da cui è fuggito e non potrà fare altro che ricercare la luce.
E’ il disegno divino che vuole che l’uomo si risvegli e per questo lentamente gli sta rivelando la grande illusione in cui vive.
Silvia Rossi Mileto