È stata approvata all’unanimità dall’Assemblea Regionale Siciliana la legge regionale “Liberi di scegliere”, un provvedimento che punta a garantire tutela e percorsi di emancipazione ai minori provenienti da contesti familiari legati alla criminalità organizzata.
Una legge che, secondo l’on. Giuseppe Laccoto (Lega), presidente della VI Commissione Salute dell’ARS, rappresenta “molto più di un atto normativo: è un segnale concreto di civiltà e responsabilità”.
Una legge per chi sceglie il cambiamento
Obiettivo della norma è sostenere ragazzi e ragazze che decidono di interrompere il legame con ambienti familiari criminali, offrendo loro strumenti concreti per un percorso di crescita, riscatto e reinserimento sociale.
“Vogliamo offrire una possibilità reale a chi ha il coraggio di scegliere un futuro diverso”, ha dichiarato Laccoto. “Il testo è il frutto di un intenso lavoro in Commissione, dove abbiamo ascoltato esperti, operatori, rappresentanti delle associazioni. Le audizioni sono state fondamentali per affinare la proposta e arrivare a una legge condivisa da tutte le forze politiche”.
L’approvazione a larghissima maggioranza – senza voti contrari – è stata accolta con soddisfazione dallo stesso Laccoto, che ha sottolineato come “quando si parla di tutela dei minori e di contrasto alla cultura mafiosa, le divisioni politiche possano e debbano essere superate”.
Per il presidente della Commissione Salute, la legge “Liberi di scegliere” rappresenta una prima, concreta risposta istituzionale a favore dei più fragili, “per ribadire che lo Stato c’è e sta dalla loro parte”.
Pur riconoscendo il valore del traguardo raggiunto, Laccoto invita a considerare questo risultato come l’inizio di un cammino:
“È un punto di partenza per costruire una Sicilia più giusta, più libera e più solidale. Un risultato di cui possiamo essere orgogliosi, ma soprattutto una responsabilità che ci impegna a continuare su questa strada, con coerenza e determinazione”.
La legge si inserisce in un quadro di azioni che puntano al contrasto delle mafie anche attraverso la prevenzione sociale e la cura delle nuove generazioni, restituendo centralità alla funzione educativa delle istituzioni.