Giovanissimo, a 25 anni, era già componente del Comitato centrale del Msi. Consigliere comunale a Siracusa, Fabio Granata, è stato parlamentare dell’Assembela regionale siciliana, ricoprendo anche cariche di governo, e poi deputato Montecitorio. Entrato nel Pdl, Granata ha lasciato il partito insieme al presidente di An Finì e ad altri dirigenti ex missini.
Oggi è iscritto a Legambiente ed è stato uno dei fondatori di “Diventerà bellissima», il movimento che ha sostenuto la candidatura di Nello Musumeci a presidente della Regione Siciliana.
Fabio Granata, sono tornati i fascisti?
Un italiano su due, secondo un sondaggio pubblicato ieri da Repubblica, ha la percezione di una presenza diffusa del fascismo.
È così?
“Il fascismo è un tassello importante della Storia nazionale e, tra luci e ombre, rappresenta un fenomeno storico irripetibile e originale. A me sembra surreale il clima che si respira in questi giorni, clima per certi versi strumentale e costruito a tavolino.
Non percepisco alcun pericolo per la democrazia e credo che “Repubblica” e altre testate giornalistiche, tra le quali spicca “Agorà” su Rai Tre stiano giocando con il fuoco anche perché spesso alcuni fenomeni troppo evocati finiscono per materializzarsi, anche se in forma caricaturale. La manifestazione surreale davanti alla loro redazione ne è stato un esempio: senz’altro da condannare ma, nonostante il pensiero del capo della Polizia, manifestazione di allucinante infantilismo politico riportata in prima pagina ovunque.
Contestualmente a Massimo D’Alema e alla Camusso a Napoli si impediva fisicamente di parlare e nessuno ha scritto un rigo di condanna sull’episodio. Aggiungo che la proposta di legge Fiano mette tristezza: l’idea che la storia possa rimuoversi attraverso la rimozione materiale di simboli sa di Isis e mette personalmente la stessa tristezza di quando vedevo abbattere in Unione Sovietica le statue di Lenin. Con questa logica chissà quanti simboli romani andrebbero rimossi visto una storia non certo esente da massacri e volontà di dominio. Ma la Storia è la Storia: rinnego le leggi razziali non le bonifiche o la legislazione sociale”.
Che sta succedendo? Sembra di rivivere momenti del secolo scorso. CasaPaound e Forza Nuova si contendono le piazze. Due organizzazioni con storie diverse. Nella loro cultura politica ci sono radici comuni con la Destra rappresentata in Italia dal Movimento sociale italiano (fino ad An)? Alle provocazioni come alle manifestazioni sotto le redazioni di Repubblica della nuova destra radicale, la opinione pubblica democratica ha risposto con manifestazioni antifasciste come quella di ieri a Como, città dove Fronte Skinhend Veneto aveva occupato la sede di in associazione che si occupa di migranti.
“Vengo dalla storia politica del MSI e ne sono stato il più giovane componente il Comitato Centrale oltre che il vice segretario nazionale del Fdg. Credo di aver capito, al di là di “fattori esterni”, perché la Destra politica e sociale italiana non sia più riuscita ad avere pace e a tornare in un unico grande Movimento: nel MSI c’erano anti americani e atlantisti, innovatori e conservatori, filoisraeliani e filopalestinesi, sinistra sociale e destra liberale, ambientalisti e nuclearisti, estremisti e moderati, riformisti e rivoluzionari…c’erano tante sensibilità ma si stava insieme sia perché assediati dall’esterno ma anche perché eredi del fascismo storico che era stato anch’esso tante cose diverse ed era riuscito a farle convivere poiché consapevole di come la diversità fosse nella stessa natura italiana, Patria dei mille campanili.
Si pensava più alle azioni e all’esempio che alle parole, molto più al confronto e a volte al conflitto tra idee che alle proprie prospettive personali: la “politica come carriera” unita alla sudditanza mentale verso il berlusconismo ha determinato l’attuale conflitto insanabile e il fiorire “a destra” di questa storia di un arcipelago di sigle e comunità giovanili.
Non criminalizzo queste Comunità e cerco di capirne le motivazioni. Ho avuto la possibilità di presentare un mio libro alla Festa Nazionale di Lealtà e Azione proprio nei giorni nei quali venivano descritti dal solito “specialista di settore di Repubblica” come pericolosi eversivi e nuovi lanzichenecchi. Ho trovato una Comunità allegra e molto rispettosa con stand colorati che pubblicizzavano attività ambientaliste e animaliste, culturali e di solidarietà sociale.
Manifestazioni invece come quella di Forza nuova sotto la redazione di Repubblica rischiano di determinare una nuova campagna di criminalizzazione da tempo posta in atto e che potrebbe sfociare in una repressione poliziesca e giudiziaria sommaria, strumentale e pericolosissima. Altrettanto patetiche e strumentali mi sono apparse le manifestazioni antifasciste, con iscritti all’Anpi di venti o trenta anni. Credo che l’Italia meriti altro e debba guardare avanti”.
Davvero dobbiamo essere allarmati per questo che, usando una terminologia degli anni Settanta, si presenta come un “rigurgito” fascista?
“Il capo della Polizia Gabrielli è più preoccupato per queste manifestazioni che delle bombe anarcoinsurrezionaliste. La vera preoccupazione può esser rappresentato da ciò che accennavo: una nuova stagione di “caccia alle streghe” che possa criminalizzare indiscriminatamente una parte delle giovani generazioni magari alimentando nuovamente l’odio diffuso. Se Formigli pretende che si dica in trasmissione che “i giovani fascisti fanno schifo” il passo da lì al ritorno del famigerato “uccidere un fascista non è reato” diventa breve. Sul Capo della Polizia preferisco non commentare: mi è bastato il metodo con cui ha gestito (si fa per dire)la vicenda delle barriere all’Olimpico”.
Una qualche responsabilità per questa “occupazione” di spazi della politica da parte di formazioni radicali di destra forse è da attribuire anche a una certa radicalità di posizioni da parte del centrodestra? Come quella della Lega o dei Fratelli d’Italia sulla Immigrazione?
“Il MSI si occupava di lotta alla mafia e alla corruzione, di solidarietà sociale, di cultura e ambiente. Beppe Niccolai ci invitava ad essere “Comunità di difesa della Identità minacciata” ma si riferiva ai rischi della omologazione culturale americana e capitalista. La Nuova Destra costruiva percorsi gramsciani di conquista delle mentalità e non leggeva proclami in stile Isis. Appiattire battaglie decennali e visoni del mondo complesse a urla contro gli immigrati e i non garantiti mi sembra un declino preoccupante e che contribuisce a creare un clima surreale e sostanzialmente impolitico. Mi è sembrato interessante il tentativo di Giorgia Meloni di costruire una Comunità di patrioti. Ma spero che i patrioti tornino ad avere al centro della loro azione i temi della sovranità nazionale e della difesa del nostro patrimonio culturale, artistico, monumentale e paesaggistico. I temi della solidarietà sociale e dell’ambiente e cioè le istanze sociali e nazionali che rappresentano le radici di una certa declinazione della “destra sociale” antagonista e critica verso la globalizzazione neocapitalista e non verso le vittime più deboli della stessa. Si avverte da tempo un grande vuoto: quello di un Movimento politico e culturale in grado di chiamare all’appello chi ha creduto e crede ancora in una “certa Idea dell’Italia” identificandosi per intero con la sua Storia, compresa quella tragica e controversa del Novecento ma contemporaneamente sia capace di guardare avanti con la piena consapevolezza delle radici antiche e nobili della nostra straordinaria identità culturale”.
Il paradosso è che tutto questo avviene proprio quando una opinione pubblica e un ceto politico amministrativo del centrosinistra sul tema della Immigrazione ha sposato posizioni di insofferenza.
“La questione epocale delle grandi migrazioni richiede capacità di analisi ma anche dosi di realismo politico: mi sembra che a differenza dei sui predecessori l’attuale Ministro Minniti ne sia dotato a sufficienza e stia cercando di far recitare all’Italia un ruolo consapevole di tutte le implicazioni del fenomeno e del loro impatto sociale devastante”.
Il Msi fu sdoganato da Berlusconi. Una parte degli eredi di quella storia hanno poi rotto con Forza Italia. Un’altra si è integrata al Berlusconismo.
“Nella mia visione il Berlusconismo ha rappresentato un abbraccio mortale per la Destra italiana, un avvelenamento dei pozzi, un fattore di trasformazione antropologica negativo.La storia della “destra” aveva radici ben più antiche di questo capitolo tutto sommato recente della storia politica italiana. Anche nel campo della difesa della legalità e della lotta alla Mafia. Una tradizione solida, complessa e costruita da personaggi di assoluto valore e di coerenza intransigente: da Angelo Nicosia a Pippo Tricoli, da Beppe Alfano a Beppe Niccolai. Fino al povero Enzo Fragalà, colpito vigliaccamente perché aveva detto dei no indicibili. Ecco io mi riallaccio a questa tradizione: e per questo ancora oggi Berlusconi e i suoi uomini pongono un veto politico nei miei confronti e una disistima ampiamente ricambiata. Ecco io mi tengo le Bonifiche, le leggi sociali, le battaglie antimafia di Beppe Niccolai e Pippo Tricoli. Alla destra berlusconiana lascio Gasparri e le leggi razziali”.
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