Non so se 1203 preferenze siano poche o molte. So che ce le siamo conquistate una per una con una campagna elettorale bella.
Semplicemente bella.
Fatta con persone belle. Con contenuti densi e senza mai incespicare in comportamenti da politicanti.
Ci siamo rispettati e abbiamo rispettato coloro che incontravamo.
Abbiamo chiesto i voti.
Lo abbiamo fatto senza vergogna, lo abbiamo fatto come distribuire un volantino o organizzare una manifestazione.
Abbiamo fatto parecchi sacrifici, ma siamo stati felici, felici di fare politica.
Ci restano le relazioni che abbiamo creato e quelle saranno la piattaforma dalla quale partiremo per il futuro prossimo.
Abbiamo provato a cercare le parole giuste. Intorno alle parole crisi, comune, mafia abbiamo provato a costruire il nostro discorso.
Non ci siamo lasciati condizionare dalle semplicificazioni elettorali. E abbiamo fatto bene a farlo.
Alcuni momenti ci resteranno nel cuore. Penso al comizio di chiusura. Alle mie faccine sulle facce di tutti.
Penso all’intevento di Claudio, che, da solo, vale un’elezione. Dico di lui per tutti, ma penso a chi ha passato le notti a mettere manifesti che dopo poco sarebbero stati coperti.
Penso a chi ha messo a disposizione la propria credibilità politica, a chi ha passato le notti a sistemare il sito, a chi ha “spinto” facebook, a chi, “semplicemente”, ha spiegato a parenti e amici il nostro progetto. E ha costruito consenso. Penso a chi ha deciso di metterci la faccia, rischiando anche per il futuro.
Non abbiamo speso un euro in pubblicità, ma ne abbiamo spesi tanti in benzina e suola delle scarpe, girando in lungo e in largo la provincia. Nei luoghi nei quali siamo stati, insieme ai voti, abbiamo trovato rapporti umani e attivisti con i quali continueremo a fare politica.
Certo, siamo stati dentro una lista con un nome incomprensibile, con un personaggio impresentabile e senza alcuno spirito di coalizione. Per tutto questo, abbiamo sempre dovuto pedalare in salita.
Con alcuni candidati nostri alleati abbiamo intrattenuto rapporti fraterni, con altri abbiamo sentito distanze politiche incolmabili.
Con tutti siamo stati leali, come è nostra abitudine.
Insieme decideremo se e come ripetere questa esperienza. So di certo, però, che adesso ci tocca di tornare al nostro posto. Nel movimento e nella società.
Vorrei dire grazie a tutti, ma siccome in questa campagna elettorale “io sono stato noi”, vorrei che ci dicessimo grazie e prendessimo l’impegno di non perderci.
Luigi Sturniolo