A Galati Mamertino, ieri,l’artista ha presentato la sua nuova opera: la deposizione dalla Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ieri sera, alle ore 18, presso il gremito salone parrocchiale della Chiesa Santa Maria Assunta del Comune di Galati Mamertino, alla presenza del parroco don Vincenzo Rigamo, del comandante della caserma dei carabinieri maresciallo Mommo e di personaggi del mondo della cultura, il Maestro Alfredo Iraci, con la sua opera pittorica ha incantato tutti i presenti.
L’opera di grandi dimensioni – presentata direttamente dall’autore, il quale si è voluto soffermare molto sull’importanza del valore della vita e del dramma dell’abominio dell’aborto -, raffigura la deposizione dalla Santa Croce di Nostro Signore Gesù Cristo.
Alfredo Iraci è nato a Galati Mamertino ed è un poliedrico personaggio, un artista che ama Caravaggio, legge Pound e recita Mishima, ascolta la musica classica e che guarda il mondo spesso da prospettive non comuni ai “mortali”, che idealizza il Mito e gli Arcani. Vive e lavora a S. Agata di Militello e sogna una società migliore ove poter dare vita alle sue meravigliose opere, che hanno un fluire armonioso e sanno riprendere con maestria un volto caravaggesco uscendo dallo schema severo e ammorbidendolo con delicatezza tipicamente femminile. In realtà, il Maestro Iraci, ha la consapevolezza di ricreare le immagini che natura e cultura presentano ogni giorno davanti ai suoi occhi.
È l’eterna magia della pittura, la quale parte dall’oggetto ma finisce sempre per interpretarlo, trasfigurarlo, travisarlo.
La partecipatissima manifestazione culturale e pittorica si è conclusa con un rinfresco offerto dallo stesso Iraci presso il medesimo salone parrocchiale, ove l’autore si è voluto dedicare ai saluti e ai ringraziamenti, continuando a illustrare altre particolarità della sua opera che, infine, può essere definita un vero e proprio capolavoro di fede cristiana e di maestria umano-divina, in quanto con la pittura di Iraci, il trascendente si unisce all’immanente, il metafisico si palesa in fisico, l’infinito si materializza nel finito medesimo e da qui la rivelazione che il poeta è solo un agente strumentale nelle mani dell’agente principale, che è Dio stesso (Soggetto sovente presente nelle opere di Alfredo Iraci)!
Salvatore Bucolo
Altre foto di Iraci e la sua arte
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