«Nella lotta alla mafia non ci possono essere vittime di serie A, che hanno diritto alla memoria, e vittime di serie B, che a questa stessa memoria non hanno diritto. Dimenticarle sarebbe come ucciderle due volte.
Per questo è importante che oggi si ricordi la bella figura di Filippo Intile, un uomo con la schiena dritta che osò sfidare la mafia in un tempo in cui in troppi ne negavano persino l’esistenza. Il nostro debito di riconoscenza verso le persone come Intile non dovràestinguersi mai ». Lo ha dichiarato l’eurodeputato dell’Idv e presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia, Sonia Alfano, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Filippo Intile, Contadino ucciso a Caccamo, in provincia di Palermo, il 7 agosto del 1952. Voleva “dividere†il prodotto dei campi che aveva in mezzadria al 60 % come aveva stabilito il decreto Gullo. Agrari e mafiosi pretendevano che la divisione fosse al 50 %. Intile non accettò, e quindi fu ucciso dall’allora capomafia, Peppino Panzeca.