Due giornate intense, dove musica, tradizione, sapori di Sicilia hanno dato colore, vitalità, energia a piazze, antica mura e slarghi del borgo brolese.
Tra gli artisti ovviamente Mario Incudine è stata l’immagine del Festival, ma non si può non citare Manfredi Tumminello e Luca Recpero, che formavano, in piazza Castello gremitissima, un trio di qualità con lo stesso Incudine; mentre nello slargo sottostante Gabriele Milio, Marco Corrao e Paolo Armeli si alternavano con Luca Barbera un cantastorie attualissimo.
Un borgo, quello brolese, fatto di viuzze e tanti belvedere, che dislocati su più piani lo rendono magico e misterioso.
Uno spazio\contenitore ancora recuperabile, dove le ferite determinate dell’assenza del bello, dalla mancanza del gusto estetico e dall’ignoranza che ha dato spazio all’anticultura creando il non-rispetto della “cosa comune”, possono essere rimargine, con il buon senso ed il rispetto della legalità edilizia e normativa, con il concepimento delle attività economiche dentro il borgo ed il recupero urbanistico di case e facciate.
Luoghi impregnati di storia e vite vissute che per due giorni sono stati occupati anche dalla mostra fotografica di Roby Raffaele – volti segnati dal tempo che disegnavano un tutt’uno con i muri a calce che contengono i giardini del Castello – dagli strumenti dal gruppo de “Gli Armonia” – che suonavano ‘nta pizzetta dell’asilo – ma anche dai banchetti degli “assaggi” – ottimo il cous cous – e di quelli delle degustazioni di vino a cura dell’enoteca brolese “il calice”.
Una serata, quella di domenica, impreziosita dalla voce di Anita Vitale, che passa dal jazz al folk con la grazia di una libellula e Marcella Nigro – già ascoltata a Brolo con le Divas – e dalle poesie lette con trasporto e anima da Antonella Nieri, sempre in splendida forma.
Per non dimenticare gli altri bisogna ricordare che nella prima serata c’era stato spazio per gli Asteriscus del Maestro Favano, per i Re Saltati, per l’opera dei pupi della famiglia Gargano di Messina e per le paure fobiche di musici sull’orlo di una crisi di nervi.
Artisti giunti a Brolo per il picere di esserci, alcuni senza rivendicare alcun costo, con la voglia di creare e dare forma ad un contenitore che abbia un futuro e che possa riscattare quel luogo che è davvero uno scrigno ricco di potenziale lavoro, d’occupazione e sviluppo.
Basta volerlo.
Un Festival voluto dalla Sak Be e patrocinato dall’amministrazione comunale.
“Ci tenevo a ringraziare tutti coloro che in maniera attiva, libera e disimpegnata hanno fatto si che il nostro incantevole borgo in questa due giorni “Marsa Daliah” rivivesse emozioni senza eguali…- dice a caldo Antonio Traviglia responsabile delegato al turismo da parte di Salvo Messina –
mi riferisco ai ragazzi della associazione SAK BE e non solo, anche agli stessi residenti del borgo che si sono mostrati dal primo istante disponibili in tutto, gli artisti, i tecnici..- musica, teatro, tradizione, poesia, fotografia, enogastronomia… questi gli elementi racchiusi in una cornice che racconta in ogni suo scorcio la storia e le nostre radici, una cosa è certa il borgo è vivo e le persone che ci abitano ancora di più, investire e riqualificare rimane un obbiettivo primario”..
Altro commento registrato su facebook è quello di Elisabetta Morini, capogruppo di maggioranza, che dice:
“Complimenti, in primis ad Antonio Traviglia, ma anche ai ragazzi dell’ associazione SAK BE ai residenti del borgo, agli artisti, ai tecnici e a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo evento, che, a mio parere, insieme a Brolium rivisitazione dei giardini storici nel borgo medievale, è stata la più bella manifestazione dell’estate brolese, per la capacità di valorizzare il patrimonio storico-culturale del paese, riuscendo a sincronizzare e diversificare i vari momenti (cantastorie, liscio, musica popolare d’autore) in una location raffinata ma allo stesso tempo confidenziale, che regalava agli ospiti scorci e ricordi di storia brolese”.
Le foto della seconda serata.