Una città in lutto per la morte dell’architetto gentile
Oggi l’ultimo saluto in cattedrale
Difficile trovare i termini giusti per definirlo, senza dimenticare qualcosa.
Gentile, affettuoso, umanissimo, competente, disponibile, elegante, sempre in ascolto, amante della buona tavola dove a cucinare era un maestro … erano le caratteristiche – divenute una splendida costante – del suo essere.
Così era Massimo, tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, al tavolino del bar.
Battura pronta, sorriso accogliente, sembrava sempre una roccia.
Ieri mattina la notizia è giunta come una jattura. Che grande tristezza. In molti sapevano delle sue condizioni precarie, ma ha sconvolto tutti, diffondendosi, in pochi attimi, a raggera su tutto il comprensorio, tra gli amici, i vecchi compagni di scuola, i suoi alunni, gli sportivi con cui condivideva la passione per il calcio, con il cuore neroazzurro.
La vita gli aveva riservato “brutti colpi” ma lui aveva reagito con forza, fiducia, speranza, lottando, trovando tra le persone a lui care sempre nuovi spunti di conforto e di rinnovati entusiasmi, anche quando coltivava il ricordo di chi c’era più.
Oggi, in cattedrale, l’ultimo lungo abbraccio, da parte della “sua” Patti.
Un abbraccio, in redazione, da un vecchio compagno di scuola