MAURO DE MAURO – 40 anni fa scompariva nel nulla
Cronaca Regionale

MAURO DE MAURO – 40 anni fa scompariva nel nulla

Mauro-deMauro

Correva l’anno 1970, era il 16 settembre, alle ore nove di sera,  scompariva un ex ragazzo di Salò, un indomabile, giornalista coraggioso.. di fatto un’altra vergogna di Stato.

Oggi Giuseppe Lumia, senatore del PD, dice di lui

“Mauro De Mauro ha pagato con la vita l’amore per la verità. Egli interpretò in modo autentico il ruolo e l’importanza del giornalismo quale strumento di informazione dell’opinione pubblica, libero e indipendente dai condizionamenti del potere.

Un giornalismo indispensabile per una società fondata sui principi democratici di libertà e giustizia.

Le sue inchieste sulla mafia, sull’omicidio del presidente dell’Eni, Enrico Mattei, e sul golpe Borghese davano molto fastidio e De Mauro era diventato un personaggio scomodo. La sua testimonianza sia un esempio per chi oggi svolge la professione giornalistica e faccia da monito ad un sistema informativo che da De Mauro avrebbe molto da imparare”. Una BMW si è appena fermata al numero 58 di Viale delle Magnolie in uno di quei tanti quartieri della nuova Palermo, quella che poi verrà definita del sacco urbanistico, quella che distruggeva le palazzine Liberty, i giardini, le ville, per i palazzi della nuova mafia.

L’uomo che è al volante è un giornalista… sta parcheggiando e saluta la figlia e il fidanzato che lo aspettano, ora dentro il portone di casa…ma quell’uomo non arriverà.

Improvvisamente un vocione con forte accento siciliano squarcia la calma dell’afosa serata: “amuninne” (andiamo). Pochi attimi dopo la BMW è già lontana e in Viale delle Magnolie è ritornato il silenzio.

Quando i giovani incuriositi usciranno in strada, l’auto del padre è scomparsa e non ha lasciato nessuna traccia.

La storia di Mauro De Mauro finisce qui.

Mauro è uno dei giornalisti più famosi del tempo, un uomo che va dritto al sodo e che, attraverso i suoi articoli, si è fatto amare dalla gente e odiare dai potenti.

La famiglia sa bene che Mauro è sempre molto occupato e non ha orari.

Di solito infatti telefona e avverte la moglie di eventuali ritardi. Per cenare c’è tempo, tanto Mauro come al solito ritarderà.

De Mauro lavora da anni come capo-servizio presso un giornale di sinistra, L’Ora, anche se nel suo passato ha combattuto per la Repubblica di Salò e durante la guerra è stato uno dei componenti della X-Mas del principe Junio Valerio Borghese, l’ideatore del famoso Golpe.

La famiglia aspetta ancora. E aspetta anche ora la verità su quella scompara.

La Polizia, avvisata subito dell’accaduto, dopo poche ora ritroverà parcheggiata la BMW in pieno centro.

Il comandante della legione di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa e il capitano Giuseppe Russo del nucleo investigativo dei carabinieri pensano subito alla pista mafiosa, alla droga e alla criminalità organizzata.

La moglie Elda, i colleghi giornalisti e la magistratura snobbano però queste indagini perché negli ultimi tempi De Mauro si stava occupando soltanto di sport e non più di mafia.

La polizia segue infatti un’altra pista ancora.

Bruno Contrada e Boris Giuliano pensano che la causa della scomparsa di viale delle Magnolie sia legata al famoso caso Mattei e alle ultime ore trascorse dal presidente dell’Eni in Sicilia.

Enrico Mattei era stato uno degli italiani più potenti al mondo sia dal punto di vista politico che economico. Stava tessendo delle relazioni spregiudicate con i paesi arabi produttori di petrolio scavalcando il monopolio delle grandi compagnie americane, le sette sorelle. Il 27 ottobre 1962 il suo aereo privato era però precipitato misteriosamente dopo essere partito dall’aeroporto di Catania (all’ipotesi dell’incidente ovviamente non ha mai creduto quasi nessuno).

Ma cosa c’entra Mattei con De Mauro? Il regista Francesco Rosi, che stava preparando un film sul presidente dell’ENI, aveva affidato al giornalista siciliano, poco tempo prima della sua scomparsa, il compito di ricostruire le ultime ore di Mattei in Sicilia.

Mauro era persino andato a Gagliano, dove Mattei aveva tenuto l’ultimo discorso pubblico, per intervistare la gente del posto e capire cosa era veramente successo.

Era bravo De Mauro, ma cosa aveva scoperto?

Forse troppo, al punto che, la cronaca riporta che un giorno il sostituto procuratore Saito incontra Boris Giuliano e gli chiede perché non ci sono più sviluppi. Giuliano si stupisce: “Come non lo sa? C’è stato un incontro in un night a cui hanno partecipato i responsabili della polizia palermitana e i vertici dei servizi segreti, tra cui il direttore Vito Miceli. L’ordine è stato chiaro: annacquare le indagini, insabbiare tutto, fermarsi.”

Il 1970, l’anno della scomparsa di De Mauro, non è però un anno qualsiasi.

Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre dello stesso anno il principe Junio Valerio Borghese, marcia sulla capitale per attuare il famoso Golpe, poi misteriosamente annullato, assieme a militari e fedelissimi.

Tra questi avevano avuto un ruolo di primo piano sia mafiosi che politici siciliani di estrema destra. De Mauro allora, data l’amicizia con Borghese, conosceva forse qualcosa del golpe? E se si, era così pericoloso da essere considerato una minaccia da Cosa Nostra?

Altra pista invece era quella legata alle esattorie dei cugini Salvo. Risulta infatti che il giornalista dell’Ora, il mese precedente il sequestro, fosse andato alla cancelleria del tribunale di Palermo e avesse chiesto in visione il fascicolo dei Salvo, accusati allora semplicemente di evasione fiscale.

E gli uomini che erano in macchina con De Mauro la sera del 16 settembre 1970? Quelle “persone sconosciute” resteranno fantasmi per oltre vent’ anni.

Solo alla fine del 1993 il pentito Gaspare Mutolo svelerà ai procuratori di Palermo la sua verità: “Erano uomini d’ onore della famiglia di Santa Maria del Gesù… e sono morti durante la guerra di mafia, furono loro a strangolare Mauro De Mauro su ordine del boss Stefano Bontate…”. Aggiunse il pentito: “Scriveva articoli fastidiosi contro di noi… so che è stato strangolato e il suo cadavere sepolto in contrada Favarella…”.

Appena qualche mese prima anche Tommaso Buscetta aveva indicato Bontate come il “mandante” siciliano dell’ attentato a Enrico Mattei. Spiegò don Masino: “Le Sette Sorelle chiesero un favore a Cosa Nostra americana per far fuori Mattei e Cosa Nostra americana si rivolse a Bontate… si pensò di non usare armi da fuoco che avrebbero potuto rivelare subito la matrice mafiosa del fatto…”.

Le confessioni dei due pentiti non trovarono però mai riscontro e il “caso De Mauro” finì per sempre nei polverosi archivi del Palazzo di giustizia di Palermo.

Mauro De Mauro tornò solo un numero di protocollo, il 2843/70 e il mistero della sua morte fu seppellito nella tomba di tutti gli uomini che avevano indagato sulla scomparsa di via delle Magnolie.

tratto da senzamemoria.wordpress.com/2008/08/30/mauro-de-mauro-vergogna-di-stato

FONTI:

Carlo Lucarelli (2002). Misteri d’Italia. Einaudi

tilio Bolzoni (2000). Mauro De Mauro un mistero lungo 30 anni. Repubblica, 12 settembre 2000, pag.26

Bianconi Giovanni (2006). Processo De Mauro. Da Mori a Macaluso, Riina chiede 7 testi. Corriere della Sera, 1 aprile 2006, pag.21

16 Settembre 2010

Autore:

admin


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