MESSINA – 17 Novembre, Corteo di Protesta per la “Giornata Mondiale dello Studente”
Cronaca Provinciale

MESSINA – 17 Novembre, Corteo di Protesta per la “Giornata Mondiale dello Studente”

protesta_studentiGli studenti universitari del gruppo Unime in Protesta, delle scuole medie superiori della città di Messina, le associazioni studentesche (Uds) e universitarie (Udu), con l’appoggio della CGIL, hanno indetto per mercoledì 17 Novembre una giornata di mobilitazione collettiva per festeggiare la “Giornata Mondiale dello Studente”.
La ricorrenza della  “Giornata Mondiale dello Studente” è nata nel 2004 per iniziativa dell’assemblea studentesca mondiale riunita al Forum Sociale Mondiale di Bombay nel quale si è affermato con forza la necessità di una “mobilitazione internazionale sui diritti degli studenti e sull’accesso al sapere”. Questa ricorrenza affonda le proprie radici in precedenti storici nei quali gli studenti hanno subito soprusi, massacri, negazione di diritti oppure nei quali sono stati protagonisti di un cambiamento. Il 17 novembre 1939 più di 1200 studenti cecoslovacchi, che si opponevano alla guerra, furono uccisi dal regime nazista. Il 17 novembre 1973 la mobilitazione studentesca avviò la caduta del regime militare in Grecia. Il 17 novembre 1989 una pacifica mobilitazione studentesca venne repressa duramente dalla polizia anti-sommossa, e tale episodio fu l’innesco della cosiddetta “rivoluzione di  velluto”, che rovesciò il governo comunista. Anche gli studenti di Messina aderiranno all’evento che avrà inizio alle ore 9 con il raduno di tutti gli studenti in Piazza Antonello, a cui seguirà un corteo nelle vie cittadine che si concluderà con un’assemblea generale al rettorato dell’Università di Messina. Durante la giornata le attività non si fermeranno: dalle ore 16 si terrà l’evento “Pane e Divina Commedia” organizzato dalla CGIL – FLC che continuerà fino a sera con recitazione di passi della divina commedia, gli interventi di Enzo Trevito, Antonio Saitta, Dino Costa, Simone Cappello, Tania Irrera, Salvatore Palmeri e infine con alcuni concerti.
Questa occasione, in questo momento, assume un significato particolare per tutti gli studenti : infatti l’evento sarà strettamente legato alla protesta contro la Riforma Gelmini, in questi mesi oggetto delle contestazioni di studenti e ricercatori in tutta Italia. Tra i gruppi che hanno aderito all’evento compare la Rete 29 Aprile di Messina, cioè il gruppo dei ricercatori dell’ateneo messinese che hanno rinunciato al carico didattico ( che sui loro contratti non è obbligatorio se non come didattica integrativa), e che si legano all’omonimo movimento che in Italia coinvolge attualmente circa 10000 ricercatori e che è riuscito, grazie alla propria ostinazione, a bloccare l’approvazione del disegno di legge che il Ministro Gelmini aveva proposto, rinviando la discussione al mese di Dicembre. Insieme, il movimento universitario Unime In Protesta e la Rete 29 Aprile, hanno organizzato diverse assemblee in varie facoltà dell’ateneo (Lettere, Farmacia, Scienze , Medicina, Scienze Politiche) per informare tutti gli studenti sui disagi che la riforma Gelmini sta causando all’ateneo Messinese e, più in generale, a tutto il sistema universitario italiano. Sui comunicati del movimento studentesco si possono leggere i motivi che determinano il dissenso : “il taglio all’istruzione e alla ricerca di 1,5 mld comporterà l’aumento delle tasse universitarie, la riduzione dei servizi agli studenti, la negazione del diritto allo studio per molti studenti idonei( diminuiranno le borse di studio, le mense, le case dello studente, ), il peggioramento della qualità della didattica, ma soprattutto, l’ombra dei privati sulle università pubbliche, nei consigli d’amministrazione degli atenei, e la possibilità per il senato accademico di trasformare l’università da ente pubblico qual è, a fondazione di diritto privato”.  
Locandina_17.11Già diversi sono stati i disagi che gli studenti hanno dovuto sopportare a causa della proposta di riforma della Gelmini: le lezioni sono iniziate solo il 18 ottobre (con quasi un mese di ritardo) e gli appelli di dicembre salteranno quasi sicuramente per tutti i corsi di laurea. Inoltre, per alcuni corsi di laurea( come quello in Beni Culturali) oltre al danno anche la beffa:  infatti, a seguito dell’indisponibilità alla didattica da parte di alcuni ricercatori, che legittimamente (per contestare il ddl Gelmini, che prevede la messa in esaurimento della figura del ricercatore a tempo indeterminato inserendo la figura del ricercatore precario) hanno scelto di rispettare alla lettera il contratto che hanno stipulato con l’ente il quale non prevede obbligo di didattica frontale, molti corsi non sono potuti partire poiché mancava chi doveva tenerli visto che fino ad ora a coprire il buco ci avevano pensato dei ricercatori che volontariamente hanno tenuto lezione. Ma queste materie prevedono l’obbligo di frequenza, dunque gli studenti non solo non possono seguire la lezione, ma nemmeno potranno sostenere gli esami visto che la condizione per sostenerli è aver seguito lezioni.
Di questi problemi gli studenti stessi vogliono farsi carico attraverso questo evento che dovrà servire anche a mettere a nudo la “retorica della meritocrazia dietro la quale si nasconde un drammatico gioco di potere che ci vuole tutti precari per poterci controllare”.

Marco Letizia

15 Novembre 2010

Autore:

admin


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