Messina – Il giorno del ricordo a sei anni dalla tragedia del Segesta Jet
Cronaca Regionale

Messina – Il giorno del ricordo a sei anni dalla tragedia del Segesta Jet

 

 

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Sembra un incredibile segno del destino: ieri pomeriggio, al culmine di una giornata davvero speciale, dedicata al ricordo delle vittime del Segesta jet, a qualche ora dal compimento esatto dei sei anni da quel tragico incidente, la motonave “Susan Borchard”, che allora speronò il mezzo veloce di RFI, è transitata nelle acque dello Stretto incrociando la “Selinunte”, che del “Segesta” può essere considerata la sorella “gemella”. Quella portacontainer, che il 15 gennaio 2007 affondò tragicamente la sua prua nella plancia di comando del “Segesta”, continua a solcare i mari, mentre di quest’ultimo resta solo uno struggente ricordo

Come avviene da sei anni a questa parte, Sebastiano Mafodda, Marcello Sposito, Palmiro Lauro e Domenico Zona, che su quel mezzo veloce persero la vita, sono stati commemorati in maniera esemplare. Ed al loro ricordo, come ogni anno, è stato associato quello di Salvatore Denaro, elettricista del traghetto Scilla, morto anch’egli tragicamente sul lavoro nel 2001.

DSCF8706-001DSCF8712-001Grazie all’impegno organizzativo del comandante Sebastiano Pino, il SASMANT (Sindacato Autonomo Stato Maggiore Navi Traghetto) e RFI, hanno onorato la memoria dei quattro marinai radunando autorità, parenti, amici delle vittime e tantissimi semplici cittadini, attraverso vari eventi articolati nell’arco dell’intera giornata.

DSCF8766-001In mattinata, con il “Memorial Segesta”, è stato rinnovato il consueto appuntamento con gli addetti ai lavori nel campo della navigazione. Stavolta la materia della tavola rotonda che si è svolta all’Hotel Royal è stata “La disciplina del lavoro nautico e la prevenzione del rischio”. L’argomento è stato esaurientemente dibattuto da personalità del mondo accademico, coordinate dal prof. Giuseppe Vermiglio, ordinario Diritto della Navigazione all’Università di Messina e già direttore del CUST – Centro Universitario Studi Trasporti, che personalmente ha relazionato sul “Principio di precauzione e prevenzione dell’errore umano: l’orario di lavoro”.

DSCF8810-001DSCF8821-001I lavori sono stati introdotti dal comandante Sebastiano Pino, presidente del SASMANT, cui ha fatto seguito il saluto del comandante della Capitaneria di Porto di Messina – Autorità Marittima dello Stretto, Antonino Samiani. Oltre a loro due, l’unico relatore non appartenente al mondo universitario è stato il C.s.d.M. Umberto Maltese, del Collegio Nazionale Capitani, Compartimento di Napoli, che ha dissertato su “Deroghe limiti orario di lavoro nei viaggi di breve durata: L’esperienza del Golfo di Napoli”.

DSCF8833-001Per il resto, il tavolo era formato da eccellenze, nell’ambito dell’istruzione, tutte femminili: prof.ssa Maria Schirò, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Nautico “Caio Duilio”; prof.ssa  Adele  Marino, aggregato di Diritto dei Trasporti all’Università di Messina, che ha relazionato sul “Principio di precauzione e prevenzione dell’errore umano: l’orario di lavoro”; prof.ssa Concettina Fenga, associato di Medicina del Lavoro all’Università di Messina, che ha trattato il tema “Infortuni sul lavoro e rischi lavorativi nella navigazione”; prof.ssa  Cinzia  Ingratoci, aggregato di Diritto della navigazione all’Università di Messina, che si è occupata di “Inchieste marittime ed investigazioni tecniche”; e la prof.ssa Francesca Pellegrino, direttore del CUST e ordinario di Diritto Aeronautico che ha fatto la “Relazione di sintesi”.

DSCF8837Inoltre, un gradito saluto è stato portato dalla prof.ssa Giuseppina Costa, ex dirigente dell’Istituto “Caio Duilio”,  tra i principali protagonisti in tutte le cinque precedenti edizioni.

Sebasatiano Pino, nel saluto iniziale, spiega cosa ha ispirato il tema del dibattito: “Abbiamo scelto questi argomenti che trattano dell’orario di lavoro a bordo delle navi perché siamo preoccupati del fatto che in questo periodo di crisi gli armatori azionano la leva più semplice, che è quella di far quadrare i bilanci operando sugli orari di lavoro, sottoponendo gli equipaggi a turni stressanti.

Questi problemi – prosegue il presidente del SASMANT – li avvertiamo nello Stretto di Messina dove si sta tentando un’operazione per scardinare l’assetto storico scaturito da accordi sindacali del 2000 e 2005.  

Qui si è convenuto di non superare le 40 ore settimanali ed impegnare gli equipaggi per 8 ore al giorno garantendo il giorno di riposo settimanale”. Si desume, evidentemente, che le cose non stiano proprio così. Lo stesso ha così scelto di affidarsi ai pareri di personalità qualificate: “Nello spirito del Memorial, su questa nostra preoccupazione, ci siamo rivolti al mondo accademico per esporci quantomeno il quadro normativo e per trovare le soluzioni che servano a migliorare la situazione”, ha detto il comandante.

DSCF8851-001Il capitano Samiani, nel suo saluto, ha invece toccato le corde emotive degli ospiti che gremivano la sala, ricordando i drammatici momenti di quella sera di sei anni fa, e fatto un accenno al sempre attuale problema della sicurezza della navigazione nello Stretto: “Quel pomeriggio tutte le chiamate d’allerta, tra cui quella del sindaco di Messina, arrivarono tramite telefonino, perché la plancia di comando del Segesta era stata completamente distrutta e là dentro non c’era più vita.

Quel momento – prosegue Samiani – ha cambiato radicalmente la storia della navigazione e anche dei rapporti di lavoro nello Stretto di Messina. Da lì sono partite iniziative tutte confluite in quella che venne chiamata vertenza Stretto, con uno stravolgimento del modo di navigare, che adesso avviene tramite schemi di separazione del traffico, con l’attivazione dell’operatività del VTS e la creazione dell’Autorità marittima della navigazione nello Stretto”. Ed a tal proposito giudica favorevolmente l’accorpamento delle funzioni di quest’ultima a quelle della Capitaneria di Porto, avvenuto con l’entrata in vigore del relativo decreto, il 1° gennaio scorso.

DSCF8865rit-001DSCF8866rit-001Sui temi previsti, il dibattito ha preso, così, corpo e all’argomento introdotto da Sebastiano Pino sono arrivate le dovute risposte. Giusto per riportarne qualcuna, ecco le risultanze degli studi della professoressa Marino, che dopo l’elencazione di normative che lasciano poco o niente all’immaginazione di come debba essere trattato il personale di bordo sulle navi, giunge a queste conclusioni che ci riguardano da vicino: “Lo Stretto di Messina è una zona in cui il livello di rischio di incidenti è elevato ed in cui devono essere messe in atto tutte le misure dirette alla sicurezza della navigazione, in un’ottica proattiva.

Occorre promuovere una cultura della sicurezza che richiede un impegno del management, del personale e la promozione dell’affidabilità dell’organizzazione del lavoro”.

DSCF8867rit-001DSCF8868rit-001DSCF8871rit-001Subito dopo, arrivano anche le rilevazioni della professoressa Fenga, tra cui quelle che attengono ai fattori di stress nel lavoro in mare, che a leggere tutto in un fiato fa un certo effetto: “Responsabilità di lavori eccessivi o insufficienti, monotonia, mancanza di stimoli, alterazioni del bioritmo derivanti dal lavoro a turni, relazione con la migrazione: isolamento, lunga separazione dalla famiglia, funzioni direttive, situazioni di conflitto, grande responsabilità per la sicurezza degli equipaggi, decisioni difficili, spazi ridotti, mancanza di tempo libero, rumore, vibrazioni, temperature elevate, avverse condizioni meteo marine, riduzione degli equipaggi sommate alle situazioni di assenza di altri colleghi, lunghe separazioni dalle famiglie, solitudine”.

DSCF8878-001Vediamone le conseguenze: “Queste condizioni – illustra la prof.ssa Fenga – non solo rendono il marittimo più vulnerabile ma mettono a repentaglio le condizioni di navigazione sicura”.

All’elencazione delle problematiche, ivi comprese le patologie riscontrate nei marittimi che svolgono la loro attività fuori dal rispetto delle regole, si avvertivano in sala mugugni da parte di chi quelle esperienze, possibilmente, le sta vivendo sulla propria pelle. Sarebbe auspicabile, magari, che alla prossima occasione siano direttamente loro a prendere la parola per segnalare apertamente i propri disagi dinnanzi alle autorità.

DSCF8899-001La seconda parte della tavola rotonda, è stata, come consuetudine, dedicata alla consegna delle borse di studio agli studenti più meritevoli dell’Istituto nautico “Caio Duilio” relativamente all’anno scolastico 2011/2012.

DSCF8902-001DSCF8903-001IMG_7091-001IMG_7064-001Come migliori studenti si sono aggiudicato il premio: per le prime classi Roberto Greco, per le seconde Bruno Natale Cozzo, e per le terze Daniele Ripa (vincitore per la terza volta in tre anni). Come migliori studenti delle quarte classi, sezione macchinisti, sono stati premiati, a pari merito, Domenico Gabriele De Mariano (alla seconda vittoria)  e Marouene Jelassi. Quest’ultimo è uno studente tunisino, diciottenne, preparatissimo, abitante in Italia da quando aveva appena un mese di vita, che non possedendo ancora la cittadinanza, stando così le cose, non potrà ottenere il titolo per navigare. Davvero un’assurdità.

IMG_6904-001Anche come migliori delle quarte classi, sezione Capitani, c’è stato un ex aequo: Salvatore Offerente e Roberto Santoro. Come miglior diplomato nella sezione macchinisti il premio è andato a Gabriele Calcagno, mentre per la “Capitani” siamo ad un record, quello di Alessandro Ripa: in cinque anni di scuola, si è aggiudicato altrettante borse di studio del Memorial Segesta. Davvero complimenti e auguri.

IMG_6943-001IMG_7047-001IMG_7048-001E siamo al pomeriggio.

Ore 15,00: un ristretto gruppo formato da parenti e amici delle vittime, organizzatori, rappresentanti di associazioni, come Francesco Musciumarra, presidente dell’Alamak-Sebastiano Mafodda, e qualche autorità, tra cui il comandante Samiani, che ha seguito per intero tutti gli eventi della giornata, si è imbarcato sul mezzo veloce “Tindari jet” (seconda “sorella” del “Segesta”)  per seguire la rotta verso il punto della collisione, quello che congiunge 38°10’.9 nord e 15°35’.5 est, inciso nella mente e nel cuore di chi solca quotidianamente lo Stretto, che fu tragicamente fatale a Sebastiano, Palmiro, Domenico e Marcello  nell’impatto tra il “Segesta Jet” su cui erano imbarcati, e la nave portacontainer “Susan Borchard”.

IMG_7059-001Su quella plancia di comando, identica a quella del “Segesta” dove vi restarono privi di vita i quattro marinai, il silenzio regna sovrano, accompagnato solo da ricordi ed emozioni. Cinque unità navali stanno in scia al “Tindari”: Guardia di Finanza, Guardia Costiera, un rimorchiatore, una pilotina, un ormeggiatore, e poco più un là fa rotta, prua in Calabria, un catamarano del servizio Metromare. La Preghiera del Marinaio e la benedizione impartita da Giovanni Maimone, diacono “in forza” a RFI, danno il via al lancio della corona di alloro in mare da parte della Guardia Costiera. Tra i flutti, e sotto il suono delle sirene, un emozionante “girotondo” di tutte le imbarcazioni circoscrive tre volte quel simbolo che onora la memoria dei quattro “eroi”, in segno di rispetto e riconoscenza.

IMG_6947-001IMG_6951-001IMG_6960-001Alle 16,30 sarà la chiesa di Santa Caterina ad ospitare tutti coloro che si sono voluti raccogliere intorno al ricordo dei quattro marinai. Alla Santa Messa, tra le autorità, era presente anche il Commissario straordinario del Comune di Messina, Luigi Croce.

IMG_6971-001IMG_6987-001IMG_7009-001Il pomeriggio volge al termine, ed ancora una volta tutta la folla che “non vuol dimenticare” si raduna accanto al monumento dedicato ai quattro marinai posto nell’area della stazione marittima. Alle ore 17,54, attimo in cui avvenne il tragico impatto, una preghiera, alcune recitazioni sempre suggestive della poetessa Maria Costa, un’altra corona di alloro, stavolta deposta accanto al monumento, l’immancabile grido delle sirene delle imbarcazioni in porto, e qualche comprensibile lacrima, hanno chiuso una giornata, quella del 15 gennaio, che a Messina avrà sempre e solo un simbolo: il “Segesta”.

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17 Gennaio 2013

Autore:

admin


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