Messina – Imponente mobilitazione di studenti e movimenti. Tensioni in Municipio
Cronaca Regionale

Messina – Imponente mobilitazione di studenti e movimenti. Tensioni in Municipio

 

IMG_5484IMG_5487IMG_5489Stavolta è toccato agli studenti delle scuole cittadine, presenti in varie migliaia, tanto da coprire a tappeto il percorso, come da anni non si vedeva, con a capo la RAS – Rete Aggregativa Studentesca, assieme alla Funzione Pubblica e la FLC della CGIL ed i movimenti cittadini, tra cui Il Cantiere per l’Alternativa Comune e la Rete NoPonte, quest’ultima presente con un proprio striscione che portava scritto “La crisi la paghino i ricchi”.

IMG_5490IMG_5492IMG_5493Partito da piazza Antonello intorno alle 9.30, l’imponente corteo si è sviluppato in un percorso a ferro di cavallo lungo via Cavour, via Tommaso Cannizzaro, via Cesare Battisti, e si è concluso con un sit-in davanti al Comune, dove si sono vissuti momenti di tensione dovuti alla spropositata reazione dei Vigili Urbani nei confronti di un paio di manifestanti della rete NoPonte, dopo che questi, senza che venisse loro vietato, erano entrati pacificamente in Municipio con l’intento di esporre simbolicamente uno striscione in balcone.

IMG_5498IMG_5500IMG_5505“Impresa” durata solo qualche istante a causa della veemente azione dei Vigili, in risposta alla quale alcuni manifestanti si sono arrampicati sui cancelli del Municipio attaccandovi degli striscioni ed “accendendo” ulteriormente la protesta. E dire che l’idea dei due “no-pontisti” entrati nel Palazzo conteneva temi che, particolarmente in questo momento, accomunano proprio tutti.

IMG_5510IMG_5520Non è secondario, infatti, che appena sabato scorso, moltissimi di coloro che hanno manifestato oggi, erano presenti anche in segno di protesta e solidarietà a favore di chi – impiegati comunali e Vigili compresi – sta vivendo sulla propria pelle il dissesto finanziario del Comune. In fin dei conti, cosa avrebbe comportato esporre uno striscione da un Municipio come quello di Messina, in questo drammatico momento, proprio nella giornata in cui tutta l’Europa abbraccia la protesta? Forse Messina avrebbe dato un segnale di sé molto più forte ed incisivo del consueto, uscendo da un’ordinaria apatia.

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Peccato. Ma questo fatto, nonostante offra vari spunti per commenti e riflessioni, non offusca minimamente una giornata di protesta davvero sentita e partecipata.

IMG_5521L’occasione era senza precedenti: condivisione tra la contestazione attuata in tutta Europa contro le politiche di austerity dell’Unione Europea in questo momento di crisi in cui stanno crescendo a dismisura le differenze sociali e quella contro il D.d.L 953, sulla riforma degli organi collegiali e quindi delle strutture scolastiche, già approvato alla Camera, altrimenti detto “ex legge Aprea” che di fatto, fanno sapere i promotori dello sciopero, “indirizza la scuola pubblica verso il disastro, verso lo snaturamento di quel che dovrebbe essere secondo la Costituzione”.

In altre parole, scuola pubblica che si appresta ad assumere sempre più i connotati di “apparato manageriale, simile ad un’azienda”, con l’aggravante di vedere eliminata “ogni forma di democrazia ad ogni livello”.

Ed in effetti, la cosa non può che far sobbalzare chiunque dalla sedia, poiché, dice la RAS: “Vengono abrogati tutti gli articoli del Decreto 297 del ’94 sulla funzione dei Consigli d’Istituto e di tutti gli organi di decisione collegiale ad ogni livello e privati di ogni potere effettivo. Ogni scuola stilerà il proprio statuto, sulla base del quale si organizzerà autonomamente. Infatti il nuovo organo decisionale sarà il Consiglio di Amministrazione che assumerà principalmente ogni funzione di decisione economica, al quale parteciperanno esterni legati a ditte private che finanzieranno le scuole. Il sistema scolastico nazionale, garantito dalla Costituzione, diventerà solo un ricordo, come del resto ogni forma di spiraglio di democrazia interna all’istituto, per non parlare della rappresentanza studentesca che, semplicemente, non esisterà più”.

IMG_5530Questi e tanti altri passaggi del D.d.L. sono duramente avversati, ma anche l’attuazione della “Spending Review”, che colpisce drasticamente il mondo della scuola pubblica, ha alimentato la rivolta di studenti ed insegnanti: “Riduzione degli insegnanti di sostegno, licenziamento di 15.000 precari, tagli lineari al personale scolastico del 40 per cento e sottrazione di oltre un 1.500.000 posti di lavoro fino al 2015”.

E le rivendicazioni non si fermano certo qui, poiché il mondo della scuola denuncia una situazione generale davvero critica a trecentosessanta gradi: i problemi dell’edilizia scolastica e dei relativi spazi, anche in termini di agibilità e sicurezza; il diritto allo studio; la disoccupazione giovanile; l’Università a numero chiuso, la quale, in quanto “barriera posta all’accesso ai saperi” è da ritenersi “illegittima e incostituzionale”; i programmi didattici da rinnovare, poiché “invariati da circa trent’anni”; ed infine, la repressione studentesca: “Riteniamo inaccettabili gli abusi di potere violenti delle forze dell’ordine verificatesi in diversi cortei pacifici nelle principali città italiane verso minorenni”, ha infine scritto la RAS nella sua nota.

IMG_5528I gravosi temi della scuola pubblica che sta per cedere all’irrefrenabile deriva delle privatizzazioni, fanno così, in un certo senso, da paradigma e si fondono con le problematiche portate da tempo in piazza, attraverso la protesta, dai popoli di mezza Europa, causa la crisi che si sta attraversando e le misure imposte in tal senso dai governi degli stati. “I trattati europei, i patti di stabilità e il fiscal compact, sono gli strumenti per privatizzare i beni comuni” dicono dal Cantiere dell’Alternativa Comune, che assieme agli altri movimenti cittadini affronta in pieno la questione e per questo ha scelto di scendere in piazza assieme agli studenti. “Vogliamo un’altra Europa non schiava della moneta, della finanza, e delle multinazionali, nella quale si affermino i diritti dei popoli e dei lavoratori” scrivono nella loro nota, nella quale si stigmatizza la politica di austerità del Governo Monti, rivolta ai ceti più deboli, imposto dalla BCE, dal FMI ed in linea con quelli del Governo Merkel.

IMG_5522Il “Cantiere” ne ha, ovviamente, anche contro il “modello Marchionne”, definito “l’altra faccia di un nuovo autoritarismo” in virtù delle rappresaglie attuate sui licenziamenti.

Un caleidoscopio di temi e di colori tutti in un unico corteo, dunque, con gli straordinari cori e canti con cui gli studenti hanno scandito slogan scuotendo un’intera città in una normale mattina d’autunno dal clima estivo: “Contro la scuola dei padroni, 10, 100, 1000 manifestazioni”, assieme a “Meno soldi ai palazzi più speranza ai ragazzi”. Ce n’era, poi, qualche altro dal tono più impegnativo, proiettato in alto, che auspicava un certo immediato futuro: “Banchieri, borghesi, ancora pochi mesi…”

Dopo piazza Unione Europea, il sit – in, a ranghi notevolmente più ristretti, è proseguito all’interno della Galleria Vittorio Emanuele, dove un centinaio di studenti hanno dato vita ad un dibattito sui temi della protesta.

Corrado Speziale

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14 Novembre 2012

Autore:

admin


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