Messina – La CGIL in piazza: “Lavoro, sviluppo e legalità nel Mezzogiorno”. Fotogallery
Cronaca Provinciale

Messina – La CGIL in piazza: “Lavoro, sviluppo e legalità nel Mezzogiorno”. Fotogallery

di Corrado Speziale
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Al di là della consueta “forbice” nel numero dei partecipanti, stimati in trentamila per gli organizzatori e quindicimila, invece, per le forze dell’ordine, sta di fatto che, ad eccezione per la manifestazione “No Ponte – No Tav” del 22 gennaio 2006, tanta gente sfilare nella città dello Stretto non si era mai vista. Un popolo di lavoratrici, lavoratori, attivisti sindacali, pensionati, rappresentanti di varie associazioni e gruppi politici, provenienti da ogni parte della Sicilia ed anche dall’altra sponda dello Stretto, hanno, sabato scorso, sin dalle prime ore del mattino, invaso le strade cittadine, radunandosi alle 9.30 in piazza Antonello per poi formare un gigantesco “serpentone” di colore rosso fino a piazza del Popolo, sviluppatosi da corso Cavour, passando per via T.Cannizzaro, piazza Cairoli, viale San Martino, via Geraci, con estensione finale sulla via  C.Battisti.
E’ stata la giornata della CGIL nella quale è stato coinvolto tutto il Sud Italia, infatti, contemporaneamente a Messina, città scelta a rappresentare e raccogliere il “grido” di protesta della Sicilia, la manifestazione si è svolta anche a Chieti, Campobasso, Napoli, Bari, Potenza e Cosenza.
E da “capoluogo” siciliano della contestazione, la città dello Stretto si è vestita da “capitale” di tutto il Sud, grazie alla partecipazione del Segretario generale della CGIL Guglielmo Epifani, la cui presenza, assieme a quella di una delegazione lombarda, capeggiata dal Segretario Nino Baseotto, nel segno di un ormai consolidato gemellaggio tra le due regioni, ne ha fatto un’occasione speciale.
“Scaletta Zanclea attende risposte” e “Vogliamo uscire dal fango”, erano i due striscioni delle comunità degli alluvionati, a cui, in senso di solidarietà, gli organizzatori hanno lasciato aprire il corteo. Infatti, il ricordo delle vittime e l’aiuto alle popolazioni colpite dal disastro del 1° ottobre scorso, sono stati tra i principali argomenti della mattinata, in cui rabbia e amarezza si sono fuse in un unico stato d’animo, sfociato negli applausi a conclusione del discorso in piazza della portavoce Irene Falconieri, preceduto dalla “storia” dedicata alla sciagura, “cantata” da Fortunato Sindoni, e dalla recitazione di una poesia.
Come presenza politica c’era, in veste ufficiale, il PD regionale, rappresentato dal proprio Segretario Giuseppe Lupo, dal Capogruppo all’ARS Antonello Cracolici, dal deputato messinese Filippo Panarello e dalla collega catanese Concetta Raia. Erano bene evidenti, inoltre, striscioni che rappresentavano Sinistra e Libertà, Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista. Anche Italia dei Valori ha mostrato la propria partecipazione, opportunamente sottolineata dal palco. 
Tra le associazioni che hanno presenziato attivamente alla giornata di protesta spiccavano l’Osservatorio minori “Lucia Natoli”, “La Casamatta della Sinistra”, il Comitato “La Nostra Città”, “Messinasenzaponte”, la CIA (Confederazione Italiana Agricoltura), l’ARCI, il WWF, e l’Associazione Partigiani d’Italia. Tanto per citare alcuni dei Comitati locali dei lavoratori, aderenti al Sindacato, presenti con dei propri striscioni nelle prime file, a testimonianza della loro critica realtà, risaltavano le lavoratrici della “Camiceria Castello” di Brolo, quelli della “Triscele” (ex “Birra Messina”) e del Bar della Stazione ferroviaria di Messina. Al folto gruppo  della Fiat e dell’indotto di Termini Imerese, si è unito, alla fine del percorso, anche Guglielmo Epifani, unica occasione in cui il Segretario è stato “liberato” dal ferreo cordone di sicurezza che lo ha protetto per tutta la manifestazione.
La giornata di mobilitazione, così come evidenziato nella nota diffusa dal Sindacato, è stata incentrata per sensibilizzare il Governo e l’opinione pubblica sulla “dimensione nazionale della questione meridionale e la necessità di invertire la tendenza ed affermare un nuovo modello di sviluppo sul terreno economico, ambientale, istituzionale, del mercato del lavoro”. Tutto ciò, attraverso “un piano pluriennale d’interventi per la messa in sicurezza del territorio, per il recupero delle aree soggette a dissesto idrogeologico, per la prevenzione del rischio sismico”, chiedendo quindi “una nuova politica industriale che pensi al Mezzogiorno in termini innovativi”. Tra i punti più originali, inoltre, la CGIL auspica la partecipazione di quest’ultimo ad un “welfare universale” avente come priorità una qualità nuova della cittadinanza e la garanzia di diritti con servizi sociali uguali per tutti.
Ed il linea con quanto anticipato nella scaletta degli argomenti, il Segretario della Camera del Lavoro di Messina Lillo Oceano, ponendo degli interrogativi sulla messa in sicurezza del territorio colpito dal disastro, declama dal palco:  “Questa è la vera opera prioritaria di cui abbiamo bisogno, ma servono risorse per Messina”, elencando, contestualmente agli interventi per la sicurezza, le infrastrutture occorrenti per i trasporti ma non “opere inutili, probabilmente incompatibili col nostro territorio”, alludendo ovviamente al Ponte definendolo “specchietto per le allodole come impegno dello Stato per la Sicilia”. Parlando della crisi che ha colpito le attività locali, elenca cifre allarmanti: “2000 aziende hanno cessato la loro attività tra il 2008 ed il 2009; 4000 posti di lavoro sono andati persi nell’ultimo anno; incremento dell’83 per cento delle domande di disoccupazione con esplosione della cassa integrazione”, accennando a dei casi simbolo:  “Bar della Stazione di Messina”, “Rodriguez”, “Camiceria Castello” con tutto il settore del tessile e conclude: “Non ci rassegniamo ad essere esclusi, siamo qui per dire a voce alta che vogliamo vivere in un paese più giusto e coeso” e che “vogliamo il nostro futuro”. 
A questo punto, ceduta la parola ad uno studente universitario di Palermo, questo afferma: “Noi studenti in Sicilia non riusciamo a raggiungere nemmeno i nostri atenei e vogliono costruire il Ponte” e prosegue chiedendo, tra l’altro, “istruzione pubblica, di qualità e per tutti, con interventi nell’edilizia scolastica e contro il precariato”, concludendo con ottimismo: “Noi vogliamo restare qui perché siamo convinti che il futuro del Sud sia dei giovani”.
Il segretario regionale della CGIL Lombardia Nino Baseotto, portando il saluto e la solidarietà della sua regione, costruisce un paragone tra le diverse condizioni della crisi italiana nelle regioni del Nord e del Sud, ammettendo che essa colpisce tutti, anche se in modo differente e denuncia: “Il Governo dimentica che l’Italia non si ferma a Roma”  e rileva una “certa cultura leghista che predica l’autosufficienza del Nord” senza che ci si renda conto della reale situazione del Paese. Critica Maroni sul problema dei migranti e conclude indicando come compito del Sindacato quello di evitare divisioni e fratture nel tessuto sociale italiano, indicando proposte e prospettive.
Mariella Maggio, sua pari grado siciliana, inizia il proprio intervento con rabbia e commozione per quanto accaduto a Messina, parlando di far nascere da ciò “una grande battaglia di civiltà”. “Questa giornata – dice – è il termometro della volontà di chi non vuole arrendersi, e quindi di chi ha deciso di dire basta al Governo regionale, in completa paralisi di fronte ad una crisi che ha superato il livello di guardia, e a quello nazionale, affaccendato nella consacrazione dell’impunità tra lodo Alfano e scudo fiscale, che dimentica chi ha pagato e continua a pagare questa crisi, attraverso una manovra finanziaria asfittica e senza idee”. “In questa città ed in questa regione – afferma la Maggio – non frana solo il territorio sotto l’effetto del dissesto idrogeologico, ma franano anche diritti, tutele, lavoro, attività produttive, famiglie, certezze, speranze, in altri termini, frana un’idea di futuro”. La massima esponente della CGIL in Sicilia, conclude con una frase ad effetto: ”Abbiamo la necessità che tutta la classe dirigente siciliana faccia sentire la propria voce nei confronti del governo nazionale che pensa di risolvere i problemi del Mezzogiorno con un Ponte che non ci serve”, e che piuttosto convogli le risorse ad esso destinate, per realizzare “opere viarie necessarie, nell’interesse della collettività”, auspicando che “la Sicilia possa collegarsi idealmente alle terre che la circondano attraverso ponti con i colori dell’arcobaleno e non con quelli tristi del cemento grigio e magari impoverito”.
E così, dopo vari oratori che si sono alternati sul palco, prende la parola Guglielmo Epifani, il quale inizia con riferimenti storici, facendo un paragone tra la rinascita di Messina nel 1909, anno successivo al terremoto, e quella nella quale si spera adesso, dopo l’ultima tragedia che ha colpito la città, auspicando che la CGIL, oggi come allora, fornisca il proprio contributo a tutto ciò. “Vorrei che questa manifestazione potesse rappresentare un Ponte di fiducia verso il futuro, quello vero, del quale abbiamo bisogno”. “Non siamo soddisfatti della situazione del nostro Paese – dice Epifani – delle sue fabbriche e delle sue attività nelle campagne e nelle città ed in questo vediamo troppa dimenticanza”, e grida a gran voce: “noi non ci stiamo e non ci vogliamo rassegnare perché per noi il Sud non è un problema per il futuro, bensì una delle soluzioni” e si chiede: “Come si può pensare di relegare ai margini ben 28 milioni di persone?” aggiungendo che è proprio questo il quesito ispiratore della giornata odierna e delle altre svolte al Sud in questi ultimi tempi. “La tragedia di Messina è già dimenticata, non se ne parla più – dice il capo della CGIL – e chi se ne doveva occupare, oggi, ha fatto appena il minimo indispensabile”. Si chiede tanti “perché”, Epifani, su questa tragedia e parlando delle “poche risorse a disposizione”, strappa applausi quando fa riferimento all’ultimo “schiaffo” ricevuto dalla città in Parlamento, attraverso la negazione del contributo di 100 milioni che potevano servire a risolvere i problemi più urgenti, quando, nello stesso provvedimento, aggiunge, “sono stati stanziati soldi per il progetto del Ponte sullo Stretto”, rendendolo così prioritario rispetto “alle condizioni delle persone”. Quanto alla crisi economica non si discosta dalla linea di chi l’ha preceduto, avversando la nuova manovra finanziaria, sostenendo di “parteggiare” per il Sud, criticando la diseguaglianza sociale con “distacco tra Nord e Sud straordinariamente aumentato”, con sottrazione di quote di finanziamento che dovevano essere spese nel Mezzogiorno. Critica duramente lo “scudo fiscale”, definendolo a buona ragione “una vergogna per tutti i contribuenti onesti” ed il basso impegno del Governo riguardo l’evasione fiscale, volto a favorire condoni “che premiano i più furbi, coloro che si sottraggono al proprio dovere di contribuenti”.
Trattati tutti gli argomenti più “caldi” del momento, scivola quindi, verso la conclusione, anche l’intervento del Segretario nazionale, tra applausi scroscianti, bandiere e palloncini lanciati in cielo. Le note di “Samarcanda” di Roberto Vecchioni accompagnano i leader del primo Sindacato italiano al momento della loro discesa dal palco, ma la colonna sonora che gli organizzatori hanno scelto come sigla di chiusura della mattinata apre a qualche interrogativo, con la speranza che possa essere interpretata come stimolo per una sfida vincente: “Mission impossible”. 

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1 Dicembre 2009

Autore:

admin


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