– di Corrado Speziale –
L’evento è stato di quelli che lasciano il segno nella storia culturale di Messina. Infatti, quantunque Paolo Fresu sia stato, negli anni, tra i grandi artisti, uno dei più affezionati frequentatori dei palcoscenici della città dello Stretto, non si era mai verificato che il trombettista sardo intrattenesse un rapporto così forte, appassionato e denso di contenuti umani ed artistici con i suoi estimatori messinesi.
Domenica, alle 18,00, all’Auditorium del Palacultura “Antonello”, Paolo Fresu, assieme a Bojan Z. (all’anagrafe Bojan Zulfikarpasic) talentuoso pianista serbo, da anni trapiantato a Parigi, ha tenuto uno straordinario concerto dinnanzi ad una platea gremita in ogni ordine di posti. L’evento era inserito nel cartellone concertistico della stagione 2010/2011 della Filarmonica Laudamo, nel suo novantesimo anno d’attività, un traguardo davvero invidiabile, che conferma l’Ente morale messinese tra le eccellenze in campo artistico – culturale.
Paolo Fresu e Bojan Z., forti della loro ormai collaudata conoscenza – si sono incontrati per la prima volta a Parigi nel 2001 in un progetto su Miles Davis – e nonostante, come succede ormai diffusamente nel panorama jazz, la loro collaborazione non sia costante, hanno dimostrato un eccezionale affiatamento, segno dell’energia posseduta da entrambi facendo ricorso a comuni fonti di ispirazione artistica.
Il repertorio proposto nel concerto, durato poco più di un’ora e mezza, ha riguardato, per buona parte, brani composti dal pianista franco – serbo, tra cui “Groznjan Blue” e “Algeric”. Bellissimi i binomi tra melodie e ritmi, effetti acustici e raffinati artifici elettronici applicati sia alla tromba che al flicorno. Suscitava, tra l’altro, come sempre, un certo effetto, udire la timbrica e la tecnica di utilizzo della tromba sordinata di Paolo Fresu, il quale appare, di giorno in giorno, sempre più accreditato a raccogliere l’eredità di Miles Davis. Osservando, poi, Bojan, traspariva, in tutta la sua essenza, il carattere del suo linguaggio balcanico, presente all’atto in cui dal palco fuoriusciva una fusion senza eccessi, articolata al punto giusto. In certi momenti il pianista ha dato grande prova di sé, azionando i tasti del piano dal suo interno. Ed in uno di questi momenti, Fresu vi ha fatto vibrare dentro la tromba, soltanto appoggiandola, producendo un effetto incantevole, dove il suono, partendo dalla campana, si sviluppava lungo lo strumento per poi propagarsi sul palco fino ad elevarsi alla ricerca dell’infinito. Prima della chiusura e del rientro degli artisti sul palco, il trombettista di Berchidda ha voluto fare un omaggio ai suoi “amici messinesi”, dedicando loro la splendida “Fellini”, ballata tratta dall’omonimo album da egli realizzato nel 2008, assieme al contrabbassista Furio Di Castri, uno dei suoi più cari amici di sempre, nella musica e nella vita.
Un’ora dopo la fine dell’esibizione dei due fuoriclasse del jazz, il Circolo Pickwick, libreria e centro culturale ben gestito ed impegnato in molteplici attività, ha organizzato, nei propri locali di via Ghibellina, una serata di intrattenimento con Paolo Fresu, con tanto di cena a base di specialità della cucina tradizionale sarda (Casu Sartizzu, Malloreddus e Pirichittus), in onore della terra dove il musicista è nato e cresciuto, verso cui esercita importanti legami alimentati da sentimenti di incomparabile grandezza. E’ stata questa la piacevole novità, che a Messina non ha precedenti, anche in considerazione della peculiarità dell’ambiente in cui il convivio si è svolto, divenendo così un evento unico. L’occasione è stata creata per presentare e promuovere il libro autobiografico di Paolo Fresu, “Musica dentro”, edizioni Feltrinelli 2009, in una forma del tutto spontanea ed amichevole, nella quale il trombettista di Berchidda ha colloquiato con i suoi appassionati, tra sguardi, brindisi e battute reciproche, esponendo racconti, riflessioni, aneddoti ed esperienze di vita che hanno fatto di lui uno dei più grandi protagonisti della scena jazz mondiale. In “Musica dentro”, Fresu compone un suggestivo affresco della propria vita, sincero, coinvolgente ed appassionante in ogni parte. Egli racconta, a viso aperto, con stile e naturalezza, il trascorrere degli anni che l’hanno portato al tanto sudato successo, ed assieme a ciò le sensazioni, i pensieri e le esperienze che hanno inciso nella sua personalità, descrivendo in modo straordinario gli affetti familiari, gli amici, i maestri ed i tanti compagni d’avventura con i quali ha percorso le tappe della propria vita. Ai lettori più strettamente inclini all’aspetto musicale, il trombettista, nei capitoli dedicati alle esperienze artistiche, senza peraltro fare alcun ricorso a complessi tecnicismi, regala interessanti passaggi utili ad osservare e comprendere determinati approcci con l’universo della musica, in particolare il jazz e la musica tradizionale. Chi ha visto più volte Fresu esibirsi nel corso della sua crescita artistica, pur credendo di conoscerlo fino in fondo, dopo aver letto il suo libro, osserverà ed apprezzerà l’uomo e l’artista in un modo nuovo, diverso, sentendosi maggiormente partecipe delle sue sensazioni e coinvolto nella sua poesia.
Ed a conclusione della serata è arrivato, grazie all’impegno dello staff, coordinato dall’attento ed ispirato Salvo Trimarchi, ed alla disponibilità degli artisti, anche il tanto atteso momento musicale: Fresu e Bojan, in un’atmosfera unica, dal sapore speciale, hanno deliziato per mezz’ora la sala a contatto diretto con i convenuti, esibendosi in una performance jazz, incrociando le loro note tra standards ed improvvisazioni. Il tutto dentro una cornice particolare, tra scaffali colmi di libri e tavoli su cui spiccavano calici semivuoti di vino rosso.
Paolo Fresu proveniva da Shanghai, dove si era esibito per l’Expo. Nella metropoli cinese, a sua volta, c’era arrivato da Seoul. L’indomani mattina, tappa a Bologna e proseguimento verso Basilea.
Chi ha avuto la possibilità di vivere una serata domenicale di tale spessore, in compagnia di artisti che, volando freneticamente da una località all’altra del pianeta, hanno avuto occasione di esibirsi e ritagliarsi uno spazio tra amici ed appassionati di Messina, potrà dire di aver provato realmente l’ebbrezza della “Musica dentro”.