“Salviamo l’archivio storico e il Palacultutra, salviamo la cultura a Messina”.
Questo è il grido d’allarme lanciato da Renato Accorinti che dal pomeriggio del 28 dicembre, occupa il Palazzo della cultura e porta avanti lo sciopero della fame. La protesta di Accorinti, che terminerà la mattina del 30 dicembre, punta a far riaccendere i riflettori sul destino dell’archivio storico e dello stesso Palazzo della Cultura. Inoltre si sta effettuando una raccolta di firme, che hanno come obbiettivo, l’apertura di un’inchiesta per capire a chi attribuire, le responsabilità dell’attuale degrado dell’Archivio Storico e lo spostamento dello stesso dall’attuale sede e la rimozione dal Palazzo della Cultura di tutti quegli uffici che nulla hanno a che fare con la cultura stessa.
L’uomo che ormai è diventato il personaggio simbolo delle marce no pontiste, questa volta porta avanti una vera e propria “battaglia per la cultura visto che stiamo parlando di un qualcosa che- ha dichiarato Accorinti – aiuta a crescere e che deve essere un diritto per tutti, perché favorisce l’interazione e la crescita individuale di ciascuno di noi e quindi della collettività”.
Accorinti ha esposto delle foto, scattate recentemente nell’Archivio Storico, immagini che riprendono libri e documenti di grande valenza storica, vista la rarità, completamente abbandonati all’incuranza di chi invece li dovrebbe salvaguardare “io – continua Accorinti – almeno da 4 anni mi batto per lo spostamento della sede dell’Archivio Storico di Messina, ma adesso si è veramente toccato il fondo, lo scenario che mi si è presentato e che ho documentato con le foto, che ho qui esposto, è davvero sconvolgente, non ho mai assistito a tanta incuranza e disinteresse verso la cultura, la storia e le tradizioni di una Città, questo è un crimine che non può cadere nel dimenticatoio, infatti queste firme saranno sottoposte all’attenzione della Procura e di tutti gli organi nazionali competenti con l’intento che vengano accertate le responsabilità”.
Altro tasto dolente è senza dubbio il Palacultura, opera attesa dalla Città per ben 35 anni e che rischia di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto per Messina “ questa Città ha atteso per anni la costruzione di questo Palazzo e mi chiedo: ma che ci fanno degli uffici pubblici, come per esempio l’ATM, che nulla hanno a che fare con la Cultura, in un Palazzo chiamato proprio Palacultura?” lo stesso Accorinti poi suggerisce un’idea che risolverebbe, anche se in parte, entrambi i problemi “certamente non sarebbe sbagliato trasferire l’archivio storico proprio al Palacultura, ma la cosa essenziale è che la cultura si riappropri di questo Palazzo”.
Infine Accorinti non riserva critiche verso quegli amministratori che da anni hanno impedito il crescere e lo svolgimento di eventi culturali a Mesina “gli amministratori degli ultimi quarant’anni dovrebbero chiedere scusa alla Città visto che ormai da decenni si pensa solo a costruire palazzi a discapito delle biblioteche, di auditorium per i dibattiti e spazi verdi dove poter esprimere tutte le forme d’arte. Però-termina Accorinti-si propina alla Città la Notte della Cultura buttando fumo negli occhi ai cittadini”.