Messina – Sulla questione “Ponte” il Consiglio Comunale s’è desto!
Cronaca Regionale

Messina – Sulla questione “Ponte” il Consiglio Comunale s’è desto!

IMG_8833Quasi sei ore di Consiglio Comunale straordinario, convocato per discutere un Ordine del giorno presentato da tredici consiglieri, ha fatto bruscamente riemergere al Comune di Messina l’opaca e controversa questione del Ponte sullo Stretto in vista dell’Aggiornamento dell’Accordo di programma sulle opere propedeutiche e funzionali all’opera.

Sono parecchi i motivi che hanno fatto accendere la spia rossa sull’argomento, primo fra tutti, l’anticipata convocazione, presso il CIPE, della Conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto definitivo, ancor prima che scadessero i termini fissati per la presentazione delle osservazioni, oltre alle ultime novità derivanti dalle varie iniziative politiche nazionali ed europee che di fatto, riducendone drasticamente i finanziamenti e la priorità, hanno lanciato chiari segnali di ripensamento sull’effettiva validità e funzionalità dell’opera.

Ed è per questo che finalmente, un nutrito gruppo di consiglieri comunali, dal colore politico differente (PD, UDC, FLI e MPA) ha pensato di dire la propria, mettendo in guardia la città e chiedendo a gran voce al sindaco Buzzanca di non firmare quell’accordo.

Ma non basta, perché nel Consiglio, aperto anche alla partecipazione di associazioni ed organizzazioni sindacali, oltre alle varie deputazioni, non sono mancate sorprese nei contenuti e nelle modalità di trattazione dell’argomento.

“Assenti ingiustificati”, il sindaco Buzzanca, impegnato a presenziare all’intitolazione di una scuola, e rappresentato dall’assessore alle Infrastrutture Gianfranco Scoglio, i responsabili della Stretto di Messina S.p.A, (Pietro Ciucci, A.D. della società, se l’è “fatta franca” inviando una nota) e tanti, o meglio, quasi tutti i deputati nazionali e regionali.

Hanno invece partecipato attivamente, effettuando degli interventi, il deputato nazionale Francantonio Genovese, quello regionale Nino Beninati, ed il presidente della Provincia Nanni Ricevuto.

Foltissima è stata la schiera dei consiglieri che hanno espresso dai propri banchi il loro punto di vista: Paolo Saglimbeni, Nicola Barbalace, Giuseppe Trischitta, Antonino Carreri, Felice Calabrò, Gaetano Gennaro, Salvatore Ticonosco, Bruno Cilento, Giuseppe Melazzo, Sebastiano Tamà,  Nicola Cucinotta e Giuseppe Capurro.

Per le associazioni hanno richiesto ed avuto la parola, l’esponente della Rete No Ponte- Comunità dello Stretto Luigi Sturniolo, Guido Signorino, del Coordinamento Cariddi – Scilla e Cosimo Inferrera, medico patologo in pensione.

E’ stata rappresentativa anche la partecipazione sindacale, attraverso quattro autorevoli responsabili provinciali:  Pino Foti (CGIL), Enzo Testa (CISL), Costantino Amato (UIL) e Mariano Massaro (ORSA).

Nella sala consiliare si è avuta anche una notevole presenza di pubblico, grazie alla partecipazione di un nutrito gruppo di militanti no-pontisti, che fuori da palazzo Zanca ha anche organizzato un sit-in con simboli e slogan, nonché diffuso un dettagliato documento appositamente preparato. Accanto a loro hanno preso posto gli operai delle Officine Grandi Riparazioni di R.F.I., che ad un certo punto hanno esposto uno striscione per attirare l’attenzione sulla loro struttura a serio rischio dismissione con l’apertura dei cantieri ferroviari, il cui mantenimento non rientra nell’Accordo di Programma, e una rappresentanza di cittadini raggiunti dall’avviso di esproprio, provenienti nientemeno che da Contesse.

 In sintesi, la lunga lista degli interventi.

BarbalaceBarbalace2Pur manifestandosi possibilista sull’opera, come lo è da sempre, Nicola Barbalace non ha nascosto perplessità e preoccupazioni: “Lo Stato non sta facendo la sua parte sulle opere propedeutiche e connesse”, dice il presidente della Commissione Ponte, che poi pone una precisa domanda: “Che fine hanno fatto i piani di inserimento delle nostre maestranze e dei nostri professionisti?”. Lo stesso mette chiaramente in guarda, manifestando tutta la sua sfiducia: “Così facendo, metteremo la firma e poi ci abbandoneranno”.

Invece Giuseppe Trischitta, di Futuro e Libertà, che è anche vicepresidente del Consiglio, guarda solo in una direzione, ripetendo una vecchia formula: “Al di là del Ponte non c’è possibilità di sviluppo e saremo costretti a mandare i nostri figli all’estero”, sostiene il consigliere, che poi dimostra d’avere un’idea alquanto singolare sul movimento No Ponte, ritenendolo “un’associazione costituita da impiegati e da persone con patrimoni di famiglia tali da aver garantito un futuro”. E qui, la risposta dei tanti giovani assiepati nella platea che sovrasta l’aula, è facilmente immaginabile.

ScoglioL’assessore Gianfranco Scoglio, riferendosi alla decisione sul sì o no all’opera, afferma: “Noi in questo momento non ci troviamo a discutere se realizzare o meno l’opera. Questa è una cosa che attiene alle responsabilità di chi l’opera l’ha proposta, voluta, e deve portarla a compimento. Per questo mi attengo alla volontà del Governo”. Concetto che ha ribadito ed elaborato anche nel corso della sua replica finale.

Con l’intervento dell’on. Francantonio Genovese il dibattito prende quota, perché l’ex sindaco dà uno scossone al consesso, strappando applausi: “Quella del Ponte è una favoletta che non vede l’ora di concludersi. Siamo di fronte a passaggi che, uno dietro l’altro, hanno soltanto causato uno spreco continuo di risorse pubbliche”. E ne trae le ovvie deduzioni: “La società Stretto di Messina non ha più ragione d’esistere. I segnali che arrivano – prosegue Genovese – sono quelli di un’opera che non si farà mai”.

Ma se da chi sta all’opposizione a Messina e a Roma era dato aspettarsi tale giudizio, lo stesso non c’era da attenderselo dall’on. Nino Beninati, che quanto a collocazione politica sta sull’altra sponda. Eppure le affermazioni del deputato regionale hanno destato non poca sorpresa: “Il ruolo di Ciucci in questa città è stato quello di fare passerella” ha detto Beninati, che poi chiede: “I soldi dove sono? Ancora oggi non si sa che opere si realizzano”.

beninati_e_jpg“Alcune opere – prosegue l’esponente del PDL – andrebbero realizzate esclusivamente prima del Ponte, se no, non si capirà niente”.  Andando poi al nocciolo della questione, dice con chiarezza che “questo Accordo integrativo, così com’è, non si può accettare”. E propone: “Individuiamo opere che servono al di là del Ponte”. Ed ancora: “Come si può accettare un’opera che non si conosce? Essa, così com’è, non è gradita e dà fastidio alla gente. Occorre mettere dei paletti su alcuni interventi. Questo accordo è una mortificazione per le istituzioni. Ciucci sta facendo disamorare anche chi è per il Ponte”. Spiega, inoltre, chiaramente, la non funzionalità del progetto, in considerazione della clamorosa assenza della cosiddetta “seconda canna” di collegamento degli svincoli Giostra – Annunziata.

Poi ne ha anche per il presidente della Regione, che nel 2005 organizzò una manifestazione a Messina con gente portata da fuori, di cui dice: “Del Ponte, oggi, Lombardo, non ne parla più”. L‘ultimo avviso, tuttavia lo rivolge a chi sta avendo il compito di pianificare il futuro urbano di Messina: “Invito l’assessore Corvaia a depositare le nuove linee guida della delibera del nuovo PRG della città”. Come dire: parliamo di cose serie.

IMG_8940IMG_8939IMG_8885Antonino Carreri, consigliere di Risorgimento messinese, va al sodo sulla parte che riguarda i finanziamenti: “Non conosciamo i fondi dei privati”, afferma, definendo il tutto “un teatrino dell’assurdo”, per cui non ha dubbi: “No all’accordo integrativo”. E conclude: “Pensiamo piuttosto a risanare la città, altrimenti corriamo il rischio di una desertificazione in tutti i sensi con un Ponte sulla testa che non servirà a nulla”.

Felice Calabrò, PD, va giù deciso: “Lasciamo stare il Ponte, è una buffonata”, e sullo svolgersi delle ultime controverse vicende legate alla grande opera, vede Ciucci come “il nodo dell’intera questione”. Centra, poi, la questione più importante del momento: “La conferenza dei servizi è stata stranamente convocata per il 10 novembre, quando le osservazioni scadono a fine mese e senza aver prima sottoscritto l’Accordo integrativo”. Per cui chiede: “Come mai tutta questa accelerazione”? Ed ecco pronta la risposta che, visto il momento politico, non è difficile ricavare: “Se cade il Governo Berlusconi, non c’è  più chi copre loro le spalle”. E mette, poi, in guardia da future responsabilità: “Come Ente locale, con quella firma, un giorno saremo chiamati a risponderne direttamente”.

IMG_8870Secondo il Presidente della Provincia, Nanni Ricevuto, quanto successo alla Camera (mozione dell’I.d.V. che storna i fondi, n.d.r.), “non significa che il Ponte non si farà” e riporta alla luce un vecchio “motivo” del Sì all’opera: “Sarà un’attrazione turistica…”. Poi, come fosse scontato, rassicura sul fatto che “se non vengono calate le opere propedeutiche e connesse, non si firmerà alcun Accordo di programma”. Ma a questo punto si è levato dalla sala qualche mugugno perché non ha detto se tale condizione l’ha posta direttamente a Ciucci, in occasione dell’incontro avvenuto a Messina lo scorso 27 ottobre, dove invece l’unica certezza emersa è l’adeguamento della Panoramica al fine di consentire il transito dei mezzi da e per i cantieri.

Gaetano Gennaro, PD, attacca Buzzanca: “Messina sul Ponte ha bisogno di tante garanzie, ma un sindaco che non si presenta in Consiglio in una giornata simile, che garanzie può dare dinnanzi a Ciucci”? E sul Ponte: “E’ un’opera che dà fastidio alla città, e che sino ad oggi non ha fatto altro che alimentare una politica dell’attesa”. Essa rappresenta “un modello di sviluppo non funzionale alla città”. E conclude che, stando così le cose “nessuno tocchi neppure una pietra a Messina, perché glielo impediremo”.

interventoTiconoscoSalvatore Ticonosco, consigliere di Rialzati Messina, ovviamente la pensa all’opposto, e rispolvera un vecchio “mantra”: “Il Ponte è volano di sviluppo e linfa per il territorio”. Cita e attacca alcuni politici e governanti dell’area opposta, come Rutelli e Bianchi e poi fa ricorso ad un sillogismo per descrivere la valenza turistica dell’opera: ”A Roma si va a vedere il Colosseo, a Parigi la tour Eiffel, a New York la statua della Libertà. A Messina, oltre alle bellezze naturali, si potrà apprezzare ed ammirare un’opera mai realizzata dalla mente umana”. Poi il consigliere annuncia la presentazione di un documento, che è un secondo Ordine del giorno presentato dai consiglieri del PDL, in cui si chiede a Buzzanca, di “tenere conto di tutte quelle azioni ed interventi che riteniamo importanti a condizione della realizzazione del Ponte sullo Stretto”.

CilentoCon Bruno Cilento, UDC, la palla, sull’argomento, rimbalza sull’altra sponda: “Parlare di Ponte equivale a parlare di nulla. Da tredici anni tutti i governi ci hanno preso in giro. E’ un progetto truffa”. E poi rivolge un invito al Governo nazionale: “Ammesso che ancora esista, venga in aula a dare conto su Giampilieri”. E ha parlato di quando si recò in delegazione da Ciucci, per discutere delle opere compensative, ricevendo la delusione di sentirsi dire che la stragrande fetta di finanziamenti “devono procurarsela i politici locali attraverso quelli nazionali”.

MelazzoSulla stessa linea è il compagno di partito Giuseppe Melazzo: “Il Ponte interessa solo a chi perpetra il meccanismo magia-soldi. Occorre prendere coscienza che la nostra città è sotto assedio con Giampilieri dimenticata. Con la favola del Ponte, Messina ha perso tutte le possibilità di finanziamento alternative”. Il consigliere dell’UDC, lancia poi una proposta  per un’azione di protesta generale, di quelle che non è usuale registrare in ambienti politici centristi: “Organizziamo il blocco dello Stretto e delle Autostrade, con in testa il sindaco ed i rappresentanti delle istituzioni. Ma il sindaco questo non lo farà mai perché non ne ha la statura politica”. Niente male…

Anche Nicola Cucinotta, PD, è in linea con gli intendimenti del suo partito, ed in senso generale, si guarda intorno: “Vorrei vedere chi, in effetti, vuole realmente questo Ponte”, dice, criticando i politici, dai quali non si sente escluso, ponendo una domanda: “Cosa si può pretendere da un Governo che fino ad oggi non ha assolutamente ascoltato i messinesi? Qui nessuno poggerà un mattone se non c’è sicurezza e competenza”.

Sebastiano Tamà, consigliere del M.P.A., si mantiene largo: “Chi si fa portavoce di un problema deve avere le soluzioni alternative”, dice Tamà, che poi aggiunge: “Sarebbe stato interessante un atto referendario”. E che in ogni caso occorre avere “respiro alto e scenari nuovi”, e sul Ponte dice: “Prima bisogna pensare alle altre opere”.

IMG_8877IMG_8870IMG_8883Giuseppe Capurro, capogruppo del PDL, attraverso il suo intervento, ha formalizzato la presentazione del 2° Ordine del giorno, a firma dei consiglieri del suo partito, in cui sostanzialmente si richiede l’impegno del Governo e della Regione su una serie di opere ed attività economiche e sociali. “La responsabilità sulla condizione della città di Messina è di tutti, indistintamente” dice Capurro, il quale critica l’assenza dei parlamentari, che si sottraggono al confronto nel consesso cittadino. “Noi, su quanto concerne il Ponte, esprimiamo un indirizzo politico, non tecnico. Qui nessuno è innamorato del Ponte, piuttosto il problema è che la città è stata totalmente smantellata”. E poi polemizza su una questione con l’A.d. della Stretto di Messina S.p.A., riguardante l’incontro con la delegazione: “Ciucci dimentica che si deve confrontare con la città, non solo con quattro consiglieri comunali, quindi deve parlare con l’intero Consiglio”.

MassaroORSAMariano Massaro, dell’ORSA, è il primo ospite “non politico” a prendere la parola: “Dalla parte favorevole al Ponte non ho mai visto fatti, ma solo le solite promesse. Dall’altro, invece, mi confronto tutti i giorni con i fatti. In questo senso – prosegue Massaro – non solo il Ponte non sta portando sviluppo, ma solo disoccupazione”. E cita, con dati alla mano, l’atteggiamento rinunciatario, per motivi strategici, di RFI nello Stretto, impegnata ad investire solo ed esclusivamente in direzione del Ponte: “Prima che partisse il progetto del Ponte avevamo 4 navi, che poi sono diventate 2, e adesso una. Abbiamo perso 1500 marittimi e le Officine Grandi Riparazioni.

grandi_opere_striscioneQuesti sono i fatti”, dice Massaro con tono limpido ma indignato. “Non possiamo aspettare vent’anni, né per i posti di lavoro, né per il diritto alla continuità territoriale nello Stretto, che vogliamo avvenga con le navi”, ha poi aggiunto.

L’intervento di Costantino Amato, segretario dell’UIL, sindacato che si era schierato a favore dell’opera, era tra i più attesi, tant’è che qualche battuta gli è giunta anche dalla galleria. E lui la risposta l’ha data: “La situazione è tale che l’abbiamo fatto per disperazione, ma adesso ci vuole un progetto nostro. Per cui – prosegue Amato – chiudiamo la vicenda Ponte che ha creato danni e chiediamo opere risarcitorie”. Ma solleva un problema: “Interroghiamoci su chi rappresenta la città”.

Pino Foti, della CGIL, accenna a cosa è stato fatto finora: “L’unico provvedimento fatto dal Comune che riguarda lo Stretto è l’istituzione dell’Ecopass”, dice Foti. “Altri non hanno avuto bisogno del Ponte per rivendicare risorse e guardare al futuro. L’Officina Grandi Riparazioni è chiusa su mandato del Comune per disegnare nuovi percorsi. Ecco la questione.”

Enzo Testa, della CISL, organizzazione palesemente schierata pro – Ponte, pur stando dall’altra parte, deve fare i conti con gli stessi numeri dei suoi colleghi: “C’è molta confusione. Poniamo tante domande senza ottenere alcuna certezza. Nell’indotto ferroviario abbiamo perso 2000 posti di lavoro”. E sul Ponte: “Questo manufatto ha un senso solo se ben collegato”.

Sturniolo_3Luigi Sturniolo, uno dei più rappresentativi esponenti della rete No Ponte – Comunità dello Stretto, ha, con l’occasione, potuto constatare come in una mattina vissuta in un palazzo delle istituzioni, si concentrino, tutte in una volta, tante parole dette ed ascoltate per anni in circostanze che si ripresentano, spesso, quasi con monotonia. Ma con la differenza che il tutto, in quella sede, assume un significato particolare.

Intanto risponde a Trischitta: “Venga a partecipare ai nostri dibattiti, così avrebbe la possibilità di essere messo a conoscenza di argomentazioni che darebbero delle risposte alle sue domande, visto che ci ha rappresentato in termini errati”.

Poi si rivolge a Scoglio: “Dice che non abbiamo un futuro e l’unica possibilità è restare attaccati al carro del Ponte. Questa è la posizione disperata di chi oggi non è in grado di dare un futuro alle nuove generazioni. Non siamo qui – prosegue Sturniolo – per dibattere sul sì o il no al Ponte, perché noi abbiamo già vinto. Piuttosto dobbiamo decidere come uscire da questa situazione senza ulteriori danni”.

E qui si rivolge a tutti i consiglieri, quantunque ormai fossero rimasti in pochi: “La cosa peggiore che possa accadere è che in qualche modo, attraverso un atto di questo Consiglio e la firma dell’Accordo di programma da parte del sindaco, si mantenga in piedi un iter che non porterà al Ponte ma che manterrà aperta la partita perché, probabilmente, regalerà oltre 400 milioni di euro ad Eurolink. Parlare oggi di opere compensative è parlare di nulla – prosegue il no pontista – la politica della miseria è finita, perché si è internata nella crisi economica, e Berlusconi sta contrattando la sua fuoriuscita. Tutti voi consiglieri – conclude Sturniolo – vi state assumendo la responsabilità di portare questa città allo sfacelo e se i cantieri dovessero partire, si darebbe la possibilità di riempire gli impluvi di inerti, con tutto ciò che ne consegue”.

Signorino-AccorintiGuido Signorino, professore di economia all’Università di Messina, che sta seguendo e studiando l’iter in maniera dettagliata, traccia un quadro chiarissimo che l’assessore Scoglio segue aguzzando l’udito. “La tabella E della Legge di Bilancio, all’esame del Senato, prevede, su proposta del Governo, la cancellazione dello stanziamento di 470 milioni di euro, previsto a suo tempo dalla finanziaria 2010, per la ricapitalizzazione della Stretto di Messina S.p.A., da parte dell’ANAS”, dice l’economista. “Facilitare in questo momento le procedure per l’approvazione del progetto – commenta Signorino – significa farsi corresponsabili di danno erariale, perché l’approvazione del progetto definitivo, secondo alcune interpretazioni, può produrre l’attivazione delle penali che sono un danno all’erario.”

Elenca, poi, alcune carenze, quelle più evidenti, che rendono il progetto cosiddetto “definitivo”, incompleto, e quindi tutt’altro che tale: “Non prevede la seconda canna Giostra-Annunziata; il terminal ferroviario di Messina; il raccordo ferroviario in Calabria; ma soprattutto, non prevede il Piano Economico e Finanziario”. Cita, inoltre, un problema irrisolto, derivante dalle variazioni di rotta longitudinale per le navi in transito nello Stretto, derivante dall’altezza dell’impalcato in rapporto alla luce sull’acqua.

SignorinoEd ecco, allora, ciò che chiede, in questa fase, il professore Signorino, e con lui tutta la Rete No Ponte – Comunità dello Stretto: “Lo scioglimento della Stretto di Messina S.p.A., chiedendo chiarezza sulle penali; non sottoscrivere dell’Accordo di Programma; chiedere la revoca della convocazione della Conferenza dei Servizi, prevista prima della scadenza dei termini per le osservazioni.”

Dopo la replica dell’Assessore Scoglio, nella quale, in linea di massima, ha ribadito i concetti del suo intervento precedente, la seduta per il voto dell’Ordine del giorno è slittata al prossimo venerdì.

Signorino_2Ma intanto tutte le attenzioni, ora più che mai, sono rivolte a Roma, dove la lotta contro il tempo si è fatta decisamente più ardua.

 

Note della redazione:
Praticamente Corrado voluto fare il lavoraccio con tutti gli interventi in 6 ore di consiglio comunale,  manca solo il primo, quello di Paolo Saglimbeni che se lo vorrà potrà inviarlo in redazione che lo pubblicheremo.
Questo articolo nasce dalla volontà di dare alla rete no ponte un documento che avesse “valore storico” nel ricordo di questa lunga discussione, su come si sono schierati i consiglieri, a viso aperto, con qualcosa di ogni intervento.
E poi il “pezzo” offre  chiavi di lettura molto importanti che dopo la pubblicazione verranno a galla (ad es. la durissima posizione di Beninati e la comicità di Ticonosco…).

Grazie di averci letto.



 

9 Novembre 2011

Autore:

admin


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