MESSINA & TEATRO V.E. – Nella “Suite per Bandoneòn e Orchestra”, la storia e l’arte di Daniele di Bonaventura
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MESSINA & TEATRO V.E. – Nella “Suite per Bandoneòn e Orchestra”, la storia e l’arte di Daniele di Bonaventura

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In una serata di grande musica, mercoledì sera al teatro V.E. di Messina, il bandoneonista di Fermo ha dato dimostrazione di una straordinaria capacità espressiva su vari temi, con proposte di alta qualità compositiva e stilistica. L’opera, articolata in cinque movimenti comprendenti dodici brani in totale, ha incantato il pubblico, con l’orchestra del Teatro messinese che ancora una volta ha dato il meglio di sé. Alla fine, abbiamo incontrato il musicista che, entusiasta dell’accoglienza messinese e dello straordinario rapporto che lo lega al direttore artistico Giovanni Renzo, ha annunciato un suo ritorno in città con un altro importante progetto, al momento “top secret”.      

 

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Messina aveva avuto modo di apprezzare Daniele di Bonaventura a marzo dello scorso anno in tre serate indimenticabili, con “Vinodentro”, accanto a Paolo Fresu, suo compagno in tanti progetti d’eccellenza. Il duo, allora, assieme all’orchestra del Teatro, diede vita alla più bella rappresentazione musicale della stagione, presentando, per l’occasione, “In Maggiore”, straordinario album targato ECM. Quest’anno il musicista di Fermo era atteso da un’altra grande prova: “Suite per Bandoneòn e Orchestra”. Con questa esibizione, Daniele di Bonaventura ha dimostrato di saper emozionare la platea come solo lui sa fare, con i “respiri” del suo inseparabile bandoneòn, scritti sul pentagramma, ma emanati soprattutto con l’anima di chi trasmette una passione che non conosce confini tra sé, l’orchestra e il pubblico.

diBonaventura (10)E’ stato un concerto intenso, profondo, dal taglio variegato e armonico, esteso su spazi tematici autonomi ma che ben comunicavano tra loro. La suite, ha così assunto i connotati di un’opera, interamente scritta dal musicista marchigiano, articolata in cinque movimenti comprendenti dodici brani in totale, di cui di Bonaventura ha curato anche arrangiamenti e direzione d’orchestra. La platea ha avuto così dimostrazione di una straordinaria capacità espressiva su vari temi, con proposte di alta qualità compositiva e stilistica. Un progetto elaborato, che contiene ed esprime la storia dell’artista, cui egli dà il senso di un costante e costruttivo divenire: “E’ un’opera che non si ferma mai…”, come egli stesso l’ha definita dal palco. L’incisione nella prima versione era avvenuta nel 2004, ma l’attuale proposta, rispetto ad allora, presenta differenze sostanziali. E non poteva essere altrimenti. Adesso il progetto si è arricchito di nuove composizioni, sempre dentro costanti fondamentali e imprescindibili, organiche tra loro, come la mediterraneità e quel senso di “mistico” – nel caso espresso su un suggestivo sfondo sinfonico – che costituiscono la “materia prima” di Daniele di Bonaventura.

diBonaventura (14)Egli, partendo da giovanissimo con una formazione classica, è via via cresciuto artisticamente, senza mai abbandonare la sinfonia, completandosi su vari fronti musicali che spaziano dal jazz al tango, dalla musica sacra alla world music e tanto altro, attraversando anche varie “contemporaneità” che l’hanno portato a realizzare collaborazioni e progetti con diversi grandi artisti. Così, è entrato nelle eccellenze della musica internazionale, e non a caso, con il suo bandoneòn, è accreditato a ricevere l’eredità dei suoi “maestri” di sempre: Dino Saluzzi, con il quale ha anche collaborato e, soprattutto, Astor Piazzolla. La rivista Musica Jazz, nel 2012, per questo pubblicò “Daniele di Bonaventura & friends – Hage 20 años: Omaggio ad Astor Piazzolla”, splendida raccolta dedicata al grande maestro in occasione del ventennale della sua scomparsa.

Il concerto. L’inizio è nel segno dell’amore e della passione: la figlia e il mare. “Maria e il mare”, è una bellissima melodia, che coinvolge tutti in maniera corale, facendo assaporare l’armonia tra bandoneòn e archi, regalando “immagini” tra la natura e l’infinito. Più articolata la prosecuzione: “Canto”, brano che poggia su un’importante ritmica dal taglio mediterraneo, che parte dai quattro archi del Vertere String Quartet di “Sine Nomine”, ripreso qui per l’orchestra in un’operazione non semplice, dagli ottimi risultati.  A seguire, lungo la prima parte del concerto, alternanze ad effetto: una sinfonia lenta apre a variegate forme espressive, estese nello spazio e nel tempo, ad inflessioni popolari, come una bella “danza” mediterranea, e classiche, come il barocco, per poi ripartire in avanti, alternando ritmi e colori, generi e suggestioni.

Tra i suoi maestri, Daniele di Bonaventura ha avuto anche il grande Frank Marocco, fisarmonicista di Hollywood, scomparso qualche anno fa, presente nelle colonne sonore di oltre 400 film. I due, col tempo, diventarono amici. Con lui di Bonaventura collaborò, fece concerti e nel 2011 incise pure un album. Adesso gli ha dedicato “Frank among the star”, uno straordinario waltz, interpretato magistralmente con l’orchestra ad apertura del quarto movimento. Seguiranno “Sine Nomine”, tratto dall’omonimo album, dal tono caldo, emozionante, di ampio respiro; “Sanctus”, fra i brani più importanti e conosciuti del musicista marchigiano, contenuto nell’album precedente e in “Mistico Mediterraneo”, con Paolo Fresu e il coro A Filetta, eseguito in modo splendido. Dopodiché, “La mia terra”, da “In Maggiore”, ben elaborato e rivisitato con l’orchestra e “Litania”, lento, introspettivo, da vibrazioni che arricchiscono lo spirito. Sul finire, “Cum Nomine” ha regalato immagini orientaleggianti, prima di passare all’atteso, immancabile “Tango”, espresso in tre diversi brani: straordinario il secondo, compreso nella raccolta in omaggio a Piazzolla, mentre per l’ultimo, al secondo rientro, a solo, l’artista ha fatto ricorso ad un vecchia “cover” datata 1901.

diBonaventura (5)Alla fine del concerto abbiamo incontrato il musicista. Daniele di Bonaventura ha espresso l’intenzione di ritornare presto a Messina. Questo, nonostante la consapevolezza delle difficoltà attraversate dal Teatro messinese, culminate con le dimissioni del sovrintendente. Ma la fiducia non manca e il rapporto d’amicizia che lega di Bonaventura a Giovanni Renzo e agli orchestrali, fa la differenza.

“Speriamo che il teatro continui con le produzioni, perché tengo tanto a ritornare qui con il mio prossimo progetto, che spero vada in porto. Sarà una cosa molto bella, unica”, ha detto il bandoneonista fermano, che adora la Sicilia, Messina e i suoi abitanti. Egli ci ha poi raccontato delle sue prossime novità in campo artistico: “Abbiamo un nuovo progetto originale con Paolo Fresu, ‘Laudario di Cortona’, con melodie gregoriane e orchestra d’archi, oltre alla seconda edizione di ‘Mistico Mediterraneo’, con il coro A Filetta. Poi, impegni con Giovanni Ceccarelli, Giovanni Guidi, Gianni Coscia, la Band’Union e tanto altro”. Tra quelli più rilevanti, c’è la doppia esibizione con due progetti differenti, ad agosto, in Sardegna, alla prossima edizione di Time in Jazz.

Accanto a lui, dietro le quinte, Giovanni Renzo, soddisfatto della serata, ha confermato l’esistenza del progetto con di Bonaventura, ma non ha voluto svelarne i contenuti: “Al momento, è top secret”, ha detto Renzo con un sorriso. Forse l’unico di questi ultimi giorni.

 

 

Corrado Speziale

       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14 Maggio 2016

Autore:

redazione


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