Il progetto generale dei “Lavori per il completamento della copertura del torrente Annunziata”, a chiusura del proprio iter, fu approvato nel 1982, poco dopo l’ultimazione dei lavori nel tratto a monte, avvenuta un anno prima. Allora, con una visione chiara e realistica della città, si parlava di “inderogabile necessità”, in vista dei nuovi insediamenti abitativi, dello svincolo autostradale e del nuovo centro universitario. Trascorsi quasi 40 anni, quel progetto è rimasto irrealizzato e la situazione è decisamente peggiorata, con gravi rischi idraulici e di viabilità, quest’ultima divenuta insostenibile a causa del forte incremento del traffico urbano ed extraurbano…
Soltanto il 26 settembre scorso, la Giunta comunale ha approvato due delibere, relative alla “fattibilità tecnica ed economica”, di due distinti progetti in capo al Dipartimento comunale di Protezione civile, che prevedono rispettivamente la “riqualificazione urbana, miglioramento della viabilità, messa in sicurezza e rinaturalizzazione dell’alveo dissestato”, per un importo di 6.030.000 euro e la “sistemazione idraulica e sistemazione dell’alveo” dello stesso corso d’acqua cittadino, importo 2.000.000 di euro. Ma i progetti sono appena alla prima fase, necessitano di tutte le autorizzazioni e giacciono alla Regione in attesa di finanziamento. Di contro, avantieri, a cura del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, è stato pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei “Lavori di riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte e opere varie nel Comune di Messina”, per un importo di oltre 25 milioni di euro. E l’Annunziata, dopo 40 anni, può attendere ancora…
Insediamenti abitativi con varie migliaia di persone; lo svincolo autostradale già attivo in quasi tutte le direzioni, fata eccezione solo per l’uscita dalla A20 con provenienza da Palermo, ma con lavori decisamente in corso; le cittadelle universitaria e sportiva; il PalaNebiolo e il campo di baseball; i plessi degli istituti comprensivi E. Vittorini e Beata Eustochia; gli istituti superiori E. Basile e F. Bisazza, la nuova chiesa Santa Eustochia; i collegamenti con tutte le contrade vicine. E soprattutto “collettore” che collega il versante jonico e tirrenico della provincia di Messina con la zona nord della città, dove esiste un importantissimo ospedale, il Papardo, una grossa clinica, l’Ortopedico di Ganzirri e il polo scientifico dell’Università. Questo è il quadro, limitandosi all’essenziale, di cosa sia la viabilità sulla strada che costeggia il torrente Annunziata, dove tra l’altro, in corrispondenza del centro commerciale C.O., in un palmo di larghezza, in mezzo alle auto parcheggiate, si incrociano i pullman navetta dell’Università, gli autobus e altri mezzi pesanti. E’ l’inferno? No, semplicemente una delle zone più importanti e popolose di Messina: l’Annunziata. Il tutto si sviluppa a fianco dell’omonimo torrente che recide in due questa parte di città. Un corso d’acqua il cui fondo alveo è tale e quale a quello che subì l’alluvione del 27 settembre 1998, data drammatica che segnò il tragico destino di Nino, Maria e Angela Carità. A partire da quel periodo, gli interventi hanno riguardato il tratto di valle dell’affluente Ciaramita e la copertura dello stesso torrente Annunziata con diramazione verso lo svincolo di Giostra e in corrispondenza della cittadella universitaria, dove è stato “tombinato” anche un altro affluente.
Ma in piena zona urbana, tra l’istituto F. Bisazza e il centro commerciale C.O, a ridosso del rifornimento di carburante posto alla confluenza delle strade e dei torrenti, l’alveo è ancora lì, sempre più dissestato, con problemi di tenuta e conseguenti rischi di carattere idraulico che si ripercuotono su entrambe le sponde, ai margini delle quali si sviluppano le carreggiate intasate dai mezzi di trasporto. Insomma, una situazione pericolosa su tutti i fronti, “figlia” di una storia fatta di inadempienze, inefficienze, leggi disattese o male interpretate, finanziamenti deviati, decisioni tecniche e politiche contraddittorie e talvolta insulse. Tant’è che l’Annunziata è rimasta una “terra di mezzo”. Il torrente è coperto quasi dappertutto, nella zona a monte e in quella a valle, la prima, con carattere naturalistico; scoperto, invece, con l’alveo in pessime condizioni laddove la zona è più urbanizzata: un fronte di 700 metri dove regnano criticità mai risolte, che da qui a breve andranno a peggiorare ulteriormente. Per dirne una: a svincolo completato anche in uscita da Palermo, basti immaginare un’ambulanza proveniente dagli ospedali tirrenici, come S. Agata M.llo, Patti, Barcellona e Milazzo in transito verso l’ospedale Papardo, “impantanarsi” nel traffico che si crea nella stretta arteria poco sotto il tratto terminale della copertura di monte.
E dire che in passato, “appena” 36 anni fa, e ancor prima, qualcuno al Comune le idee le aveva chiare: “Lavori per il completamento della copertura del torrente Annunziata nel tratto tra la via Matteotti e la confluenza con il torrente Ciaramita” – Progetto generale. Importo, 2 miliardi e 850 milioni di lire per 880 metri di impalcato in cemento armato. Approvazione del Genio civile, 10 settembre 1982. Che ci voleva? Per essersi ridotti così, si ha l’impressione che qualcuno si sia impegnato in direzione opposta. Ce lo dice la storia: coperti tutti i torrenti cittadini “urbanizzati”: Portalegni (l’attuale via T. Cannizzaro/P. Castelli), Boccetta, Giostra, Zaera (il viale Europa), Gazzi, Papardo, Trapani, San Licandro, San Filippo, con tanto di polo sportivo. I motivi del progetto redatto precedentemente e approvato nell’82: “Assolve alle primaria funzione del collegamento della città con le aree desinate ai piani di zona, il nuovo centro universitario, (…) l’autostrada Messina – Palermo”. E ancora: “Tale svincolo, di cui la copertura del torrente Annunziata è indispensabile premessa per la sua realizzazione, consentirà di avviare a soluzione l’annoso e inderogabile problema del collegamento viabile da e per Palermo (…)”. Questo, sulla funzionalità del progetto rispetto ai nuovi nuclei abitativi, adesso divenuti una sorta di nuova città in ciò che allora era periferia: “Esiste l’inderogabile necessità di avviare la concreta soluzione viabile a servizio delle suddette zone”. Ciò, era quanto riportava la relazione tecnica del progetto, poi naufragato nel nulla, successivo e conseguenziale alla copertura a monte, ultimata l’anno precedente, a partire dalla confluenza col torrente Ciaramita, per una lunghezza di 250 metri con un importo di 1 miliardo di lire.
Il salto verso l’attualità. Delibera della Giunta comunale n. 680 del 26 settembre scorso: “Lavori di riqualificazione urbana, miglioramento della viabilità, messa in sicurezza e rinaturalizzazione dell’alveo dissestato del tratto urbano del torrente Annunziata”. Importo, 6.030.000 euro. Altra Delibera nella stessa data, la n. 686: “Progetto di sistemazione idraulica del torrente Annunziata e ricostruzione alveo dissestato”. Importo, 2 milioni di euro. Le motivazioni dei progetti, adesso in capo al Dipartimento comunale della Protezione civile e Difesa del suolo, sono entrambe consone alla realtà dei luoghi. Ma il primo, quanto a viabilità, limita a tre le coperture parziali del torrente. Al di là di ciò, niente illusioni in termini di tempo: i progetti sono appena alla prima fase, quella di “fattibilità tecnica ed economica” e dunque necessitano ancora di tutte le autorizzazioni e giacciono alla Regione in attesa di finanziamento, che il Comune adesso sta sollecitando. Si attende, pertanto, che vengano redatti i progetti definitivi. Adesso, la V Circoscrizione, presieduta da Santino Morabito, intende riaccendere i riflettori su questa annosa questione. E in tal senso, potrebbero presentarsi nuove proposte da sottoporre con urgenza agli organi competenti. Una su tutte: la voce tecnica riguardante l’alveo dissestato è compresa anche nella previsione dei lavori di riqualificazione urbana e il miglioramento della viabilità, per cui potrebbero aprirsi nuovi fronti per rendere ancora più funzionale quest’ultimo progetto.
Intanto, il 28 dicembre, a cura del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, è stato pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei “Lavori di riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte e opere varie nel Comune di Messina”, per un importo di oltre 25 milioni di euro.
E l’Annunziata, dopo 40 anni, continua ad attendere ancora, tra il caos e i pericoli che ne segnano la quotidianità.
Corrado Speziale