Prosegue il “botta e risposta” tra il consigliere Francesco Alesci e l’assessore Massimo D’Amore sulla gestione dell’assessorato “Servizi sociali”. Dopo la replica dell’esponente della giunta Pino, è arrivata la richiesta ufficiale di dimissioni da parte del consigliere comunale, nella nota qui di seguito allegata.
“Dopo le dichiarazioni (peraltro non firmate) dell’assessore Massimo D’Amore alla mia legittima e democratica interrogazione mi viene da pensare che lo stesso assessore mal sopporta, per nascondere la propria inefficienza, che un consigliere comunale eserciti il proprio diritto-dovere istituzionale, quale componente di “organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo di tutta l’attività dell’Ente”. Come ho evidenziato in aula consiliare al momento della presentazione della mia interrogazione e come prodotto in calce nella stessa riguardo ai quesiti posti, attendo dall’assessore risposta scritta dettagliata entro i termini di legge.
Ritengo da quanto poi formulato dall’assessore D’Amore che lo stato confusionale gli appartiene da sempre e in particolare da quando, per paura di essere cacciato dal sindaco Pino, ha girovagato in cerca di un’altra casacca più rassicurante e sembra alla fine l’abbia trovata. Stato confusionale in seguito al quale mi vengono attribuite le delibera n. 18 del 28 gennaio 2010 (45 mila euro) e n. 40 del 12 febbraio 2012 (2500 euro) non riguardanti iniziative dell’assessorato di mia competenza e delle quali di conseguenza non ero il proponente.
Altresì invito lo stesso assessore D’Amore a pubblicare tutte le delibere che portano il mio nome come proponente e riguardavano il mio assessorato, delibere che definisce, con un vocabolario che gli è familiare perché appartiene al suo modo di fare il politico e l’amministratore “vergogne politiche” e diversamente a porgermi le proprie scuse, proprio perché la città conosce bene come il sottoscritto abbia svolto il proprio ruolo di assessore, con trasparenza totale e spirito di servizio, in punta di piedi e con umiltà e non da “primadonna” come chi, pur di mantenere il proprio scranno di assessore è parte attiva di una delle pagine più nere della storia della politica milazzese: il tentativo di dissesto finanziario.
E poi dimostri uno scatto d’orgoglio, formalizzando quello che a parole da mesi esterna in ogni occasione: si dimetta”.
L’ufficio stampa