Da un’idea di Giuseppe Miraudo, dal lavoro di Mario Gugliotta, e dalla collaborazione di Mariantonella Ferraro e del Settebello Moda (Carmelo, Francesco, Paola, Simone, Fortunato, Sergio, Alessio), è stato possibile concretizzare il progetto che va oltre alla semplice sfilata di moda commemorativa, ma che parla di costume, storia, società, evoluzione del pensiero, eperchè no emancipazione della donna e dello stile.
L’evento si è svolto nel salone delle Capriate del Museo della moda e del costume siciliano di Mirto, ed è stato introdotto da un ospite d’eccellenza: la musicista mirtese FLORIANA FRANCHINA.
Floriana che si è diplomata brillantemente in flauto con il M° Giorgio Zagnoni e in pianoforte con il M° Bruna Bruno presso il Conservatorio “G.B.Martini” di Bologna, nonostante la sua giovane età è già pervenuta a un livello professionale tale da consentirle di partecipare a numerosi concorsi Nazionali, Europei e Internazionali, premiati con primi premi, borse di studio e concerti, per un totale di oltre 90 concorsi.
Oltre all’attività solistica si dedica anche alle esecuzioni in forma cameristica.
Ha collaborato come primo flauto con il Teatro Comunale di Bologna, L’Accademia dell’ Orchestra Mozart di Bologna, l’ Orchestra dell’Università di Bologna e l’ Orchestra Filarmonica di Torino.
Ma torniamo alla sfilata ed alla creatrice di moda messinese.
Diversi apprezzamenti sul suo operato sono stati tributati da varie Istituzioni, eppure si ha ancora la sensazione che meriterebbe di più, solo per il ricordo di un passato in cui l’artigianato in Sicilia, femminile e maschile, ha creato bellezza ed economia.
MIMMA FERRARO è stata una delle stelle più lucenti.
Il Museo del Costume e della Moda Siciliana di Mirto, ha avuto la fortunata occasione di ricevere in dono alcuni dei suoi capi.
“Bisogna solo vederli per capire – dice Mario Gugliotta che aggiunge- un magnifico dono per il museo che è anche un valore aggiunto per il comprensorio dell’Unione dei Comuni”.
Dalla brochure illustrativa dell’evento:
I ricordi di Carmelo, nipote di Mimma, hanno le caratteristiche di una “ saga”, quella della famiglia Ferraro- Ingegnosi.
I capostipiti si allontananano da Messina, cancellata dal “ furore della natura “ del 1908 per recarsi prima a Catania e poi a Vittoria.
Il 7 febbraio 1910, nasce Domenica, per tutti Mimma. Dopo qualche anno, la famiglia torna a Messina nella valle del Camaro. All’età di 11 anni, Mimma perde il padre, e Nino il maggiore dei fratelli realizza l’ultima raccomandazione del padre morente prendendosi cura della famiglia.
Mimma, in quel periodo quasi per gioco cominciò a realizzare il suo primo vestito per sua sorella Enza. Il 3 Settembre 1930 sposa Carmelo Ferraro. Nascono: Mimmo, Mimmuccia, Peppuccio, Sandro, Armando e Mariantonella. Sul finire degli anni 30, la Madama inizia a lavorare in una sua sartoria, e alla fine della guerra tutta la famiglia abita a Fondo Martinez, dove trovano rifugio il cognato Nino Vallone maestro sarto e il giovane Nino Melita.
Alla fine degli anni 40, la Madama Ferraro, inaugura il suo atelier d’alta moda. Numerose sono le lavoranti che sotto la sua direzione producono modelli pregiati.
Le clienti non sono solo Messinesi ma molte arrivano all’Atelier da altri centri, desiderose di indossare un modello Ferraro. Iniziano le sfilate al Grand Hotel di Viale San Martino di Messina, alla Tavernetta del Teatro Comunale di Reggio Calabria, al San Domenico di Taormina e in ultimo all’ ”Irrera a Mare” di Messina.
Ogni sfilata è un successo, abiti eleganti, originali, indossati da mannequin di classe, come “Alla” di Dior, Gigliola,Thea, Mery e Marta Vacondio che da li a poco sposerà Umberto Marzotto. Mimma, con i suoi modelli, realizzò ciò che nel 1857 Worth aveva assolutamente voluto per la sua maison: creare modelli originali, su misura per le singole clienti.
Per Worth e quindi per Mimma, il couturier non era più un semplice artigiano, ma rivendicava un ruolo di lavoratore intellettuale o artistico , che aggiungeva alla sapienza del mestiere la propria creatività e ne richiedeva un riconoscimento specifico.
Se qualcuno le domandava: “ Madama, ma dove prende l’ispirazione per i suoi modelli ? “ rispondeva: “ metti qui l’orecchio, io ora prendo la stoffa e la frego tra indice e pollice….senti qualcosa?…no ? E’ la stoffa che mi parla e che mi chiede come vuole diventare…le stoffe parlano, sanno come e quali vestiti diventare, io ascolto!” e così anche i tagli obliqui di Balenciaga diventavano un guanto su corpi non proprio da passerella.
Mimma è stata ospite di grandi stilisti, a Milano, Torino e finanche Parigi, dove conosce Yves Saint Laurent (che lavorava per Dior) Coco Chanel e Pierre Balmein.
Le sedi della sartoria furono in via Risorgimento, via Centonze, via Geraci per finire nella casa di via dei Mille. Mimma lavora fino al 1981, il cerchio magico si chiude, nel novembre dell’anno successivo Madama Ferraro chiude definitivamente il suo più grande atelier: la sua vita.