Giuliana Baroncelli, figlia d’arte, è la prima regista nella storia del concorso
– di Saverio Albanese –
È un’edizione tutta al femminile quella di Miss Italia 2016. Quest’anno, insieme alla patron Patrizia Mirigliani, il Concorso può contare su una squadra formata da sole donne: la costumista Maria Sabato, la coreografa Dalila Frassanito, l’autrice Ivana Sabatini, l’ispettrice di produzione Daniela Serra e, per la prima volta nella storia del programma, la regista Giuliana Baroncelli.
Giuliana ha firmato la regia di alcuni dei programmi televisivi italiani più famosi, come “I Raccomandati”, “Domenica In”, “50 Canzonissime”, “Azzardo”, “Assolutamente”, e “Ritorno al presente” per Rai1, “Sarabanda”, “La Ruota della Fortuna”, “Prendere o Lasciare” per Italia 1 e “Jackpot” andato in onda su Canale 5.
“Svolgo questo lavoro da 18 anni: ho iniziato giovanissima, mentre studiavo Psicologia all’Università”, racconta Giuliana, che “deve” il suo ingresso nel mondo dello spettacolo ad una coincidenza particolare.
“Sin da giovane ho subito sentito forte in me l’esigenza di lavorare. Mio padre era un produttore pubblicitario di Caroselli. Il suo migliore amico era Corrado Mantoni, il noto conduttore televisivo che mi tenne a battesimo. Corrado fu più di un padrino, un secondo padre a cui devo il mio avvio in questo mondo… ho iniziato come aiuto regista sotto la guida di Gianni Boncompagni”, racconta la regista.
Per la prima volta la regia di Miss Italia sarà firmata da una donna, raccontando così da un punto di vista del tutto nuovo le ragazze in gara.
“Sono felice di dire che, per la prima volta, è stata data fiducia ad una donna – dice la Baroncelli – senza nulla togliere ai colleghi maschi, solo una donna può valorizzarne un’altra, mettendo in evidenza alcuni dettagli e sorvolando su altri; la fisicità delle ragazze non sarà messa in secondo piano, ma ripresa con tatto ed eleganza”.
“Cosa mi aspetto dalle ragazze di Miss Italia? Che non pensino che possa essere gelosa di loro, come spesso accade tra donne. La professione di regista è ancora automaticamente associata alla figura maschile – spiega – in questi 20 anni sono stata spesso vittima di pregiudizi in quanto donna, ma con il mio lavoro voglio andare contro tutti questi luoghi comuni”.
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