Si è chiusa domenica, alla Camera di Commercio di Messina la mostra dell’Artigianato d’Autore.
Abbiamo incontrato Nino Bucalo designer, architetto progettista di oggetti e non solo. Gli abbiamo chiesto di presentarci il suo ‘progetto’.
In che cosa consiste la sua professione?
“Tradizione e funzionalità, magia e matematica costituiscono la mia filosofia progettuale. L’ esperienza professionale mi fa credere che è universale il bisogno di vivere il rapporto con le ‘cose’ in modo normale, di facile lettura e la mia idea progettuale non ha mai ricercato una produzione di massa, o una commercializzazione diffusa. I miei modelli rimangono per lo più pezzi unici o piccole serie, fatti a mano su misura per precise ordinazioni, tale limitazione quantitativa è garanzia del valore degli oggetti e consente di possedere articoli che solo un intervento creativo costantemente rinnovato può evitare la ‘ripetizione dello scontato ’, in questo senso è determinante il fatto che disegno e collaboro esclusivamente con prestigiosi artigiani.
L’evoluzione del mio progetto mi ha portato all’introduzione sempre più significativa del profilato di ferro come elemento principale di costruzione nei miei disegni, tanto che nel 1989 ho aperto a Merì, a pochi chilometri da Messina, l’officina laboratorio ASSUD.
In questo atelier, dove collaborano con me giovani artigiani di grande talento, tutti gli elementi d’arredo sono prodotti a mano. Il risultato di questo metodo di costruzione adottato prova che, non é impossibile dare ad un profilato di ferro lavorato un valore altrettanto intimo, come è per altri materiali come il legno e il cuoio. Mi sforzo con i mezzi che posseggo, di realizzare mobili comodi, piacevoli da vedere, di uso pratico e che devono durare più di una vita. In tutti questi tentativi non ho mai perduto di vista l’importanza psicologica dell’atmosfera da creare.
Ogni periodo ha la propria sensibilità. Come definisce lo “stile” di un’epoca?
Il bisogno di differenziarsi, di essere originale a tutti i costi, finisce per annullare la più elementare ricerca di confort pratico. Tutte queste invenzioni dalle pretese moderne che vediamo comparire e scomparire non sono che l’espressione di una moda passeggera, prive di un autentico stile. Non esiste lo stile del particolare.
Nell’officina laboratorio ASSUD mi preoccupo di costruire e non di decorare, un ornamento generalmente dissimula una debolezza costruttiva. I miei oggetti realizzati in ferro crudo, dalle linee di ispirazione classica, non si prestano alle approssimazioni rifiutano contemporaneamente gli espedienti tecnici e gli effetti cromatici volgari, non nascondono le soluzioni costruttive adottate, le rivelano invece e rassicurano, così, la ragione. Esprimo chiaramente il bisogno spirituale di dominare tutte le mie creazioni, ed esse rivelano proprio questa esigenza e l’occhio non è travolto, anzi ne trae soddisfazione; perché lo spirito ama la sicurezza.
Un oggetto è “bello” nella misura in cui la sua forma è studiata in funzione del materiale e dello scopo. Il mobile è tutto ciò che ha l’onore e l’onere di contenere gli organismi, i servizi più vari e variamente situati che sono richiesti dal fine, dalla funzione e tutto ciò sarà fatto risaltare dalle proporzioni, e la proporzione è l’uomo stesso.
La scomparsa dello stile è, la prova della diffusa educazione al consumo di oggetti disegnati esclusivamente per soddisfare i cicli produttivi delle fabbriche, la dimostrazione della trasformazione che la civiltà fa subire alla nostra stessa nozione di bellezza, l’effetto della riduzione del ruolo dei “designers” verso un’unica, comune personalità progettuale.
La nozione di bellezza continua a trasformarsi, e da parte mia credo che la tecnica di costruzione artigiana non uccida l’arte, ma anzi che contribuisca ad allontanare l’estetica dalle irraggiungibili vette dell’astrazione, che la aiuti a scendere nella vita di tutti i giorni, a umanizzarsi e non certo a perdersi, ma ad insinuarsi nella folla. Non riesco ad immaginare che la ragione possa essere nemica dell’arte. Diffido dell’arte che con il pretesto di una fantasia, di cui peraltro non si desidera contestare la necessità, sarebbe solo un veicolo di assurdità o una scusa per l’incoerenza.
Ciò che mi propongo è proprio affermare che la mia officina laboratorio possiede uno stile e un’arte che è in totale armonia con le aspirazioni degli uomini. Naturalmente tale accordo tra il committente e il mio stile non si concretizza senza ricerca o senza metodo, il mobile richiesto deve attenersi alle regole imposte dall’impiego abituale a cui è destinato.
Le condizioni di vita sono tali, purtroppo, da non consentire la formazione di una clientela interessante. La classe media colta che sostiene i nostri sforzi con tutto l’entusiasmo preferisce aspettare, auspicando un miglior momento.
Mi resta fedele una élite di “vecchi ricchi” clienti, dato che con i nuovi non sono certo in buoni rapporti poichè il loro mondo ideale è rimasto quello che avevano da operai o da piccoli commercianti. Occorre una lunga educazione del gusto per capire lo sforzo dei creatori e per seguirlo senza perdersi in sentieri sconosciuti. La mia produzione può rivolgersi solo a una clientela d’élite.
È anche improbabile che l’industria contribuisca, producendo particolari opere scelte, alla diffusione del gusto del bello, nell’epoca in cui lo stile del prezzo di saldo compie devastazioni, in cui ogni minima audacia creativa è inibita dalle esigenze dei compratori di massa.
E’ un fatto. Sta ai maestri artigiani prendere posizione e restare creatori di opere pregevoli.
L’officina laboratorio Assud, sul viale dell’Immacolata 13 ex via Nazionale 1 a Merì, comprende al suo interno, oltre allo studio di progettazione, i laboratori preposti alla composizione, costruzione e rifinitura, impostati e diretti da artigiani di prima qualità, ed uno spazio espositivo.
È agevole per l’acquirente venire a seguire l’esecuzione del suo ordine.
MSM
Nella foto insieme a Nino Bucalo anche l’amica Marcela Salvator – designer – con la quale ha diviso lo stand.
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