Tornano i Verdena, con il seguito di Endkadenz Vol. I, rilasciato a fine Gennaio del 2015.
Una scelta di mercato, quella di dividere in due parti l’album, un progetto alquanto raffinato, di suoni grezzi, dove i nostrani Nirvana, dimostrano le loro capacità e contaminazioni musicali davvero paradossali.
I testi, ermetici e criptici, sono un viaggio serrato in fondo la percezione dell’anima. Alberto Ferrari, frontman del gruppo, alterna sin dalla prima traccia percorsi inesplorati, qualche richiamo alla Radiohead, (cannibale), brontolii sussurrati in “fuoco amico” alla Cobain, ritmi serrati, pesanti, oscuri, quasi ossessivi.
La bolgia grezza dell’intero Endkadenz II, picchia duro, e il trio dimostra una maturità artistica elevata.
Devastante e funereo, nulla a che vedere col precedente doppio “Wow”, dove prevalevano richiami acustici e indie alla buona, i Verdena tornano a battere nuove strade, riportandoci ad un percorso di inzio carriera.
Il rock alternativo italiano, trova vitalità dall’esperienza dei nostri, massacrando l’ascoltatore con un sound sperimentale, sanguinolento, giostrato tra riff primordiali annodati a echi anni ’60, (identikit), psichedelia sul filo del rasoio, e una metrica cadenzata nel canto, da sempre pregio e difetto dei Verdena, che rendono a volte, poco chiara la parte vocale.
C’è molto uso del piano, (nera visione, dymo, natale con ozzy), nenie coinvolgenti, echi viscerali, per un disco che merita di essere annoverato tra i più belli di questo 2015.
Rubrica a cura di Salvatore Piconese
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