Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano
Oggi la nostra libera collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone un focus sul cantante. È possibile visionare il profilo Instagram di Antonio Pagano, in arte Anto Paga, cliccando su https://instagram.com/antopagaofficial?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
Buongiorno, piacere! Ti domando subito qual è il cosiddetto motore interiore che ti ha portato a intraprendere il tuo viaggio musicale e ciò altresì in relazione a quello che mi sembra essere un tuo simbolo – chissà, probabilmente, identificativo – ossia le farfalle. “Ciao Giulia! Ho intrapreso il mio percorso, inizialmente, scrivendo poesie e pensieri all’interno di un mio diario personale – per dare sfogo alla mia solitudine e alla mia emarginazione, nonché alla mia urgenza d’emancipazione. Fin da piccolo, ho infatti sofferto molto a causa dei miei gusti e pensieri diversi rispetto ai miei coetanei… mentre tutti pensavano al calcio, a fumare, ad uscire, io pensavo a ballare (ho fatto ballo per dieci anni) e a scrivere testi così da crearmi un mio mondo. Ad oggi, ho scelto la farfalla come mio il simbolo perché essa rappresenta un essere vivente che riesce a trasformare la sua vita e a rinascere nella sua forma più bella”.
Da piccolo a cosa, forse, immaginavi di dedicarti una volta divenuto adulto e che bambino sei stato? Attualmente, invece, come descriveresti la tua personalità? “Da piccolo immaginavo che avrei fatto qualcosa di grande, di unico e che non sarei passato inosservato. Quando trascorri un sacco di tempo in un angolo a guardare gli altri intorno a te che si divertono, l’unica cosa che desideri è che qualcuno si accorga che – in un angolo appunto – ci sei anche tu. Ora sono diventato quello che immaginavo, ma in parte, perché sono ancora all’inizio del mio percorso …pur essendo, sì, sulla strada giusta”.
L’ambiente geografico e sociale (compreso quello familiare) e l’epoca in cui vivi, ma altresì i primi input ricevuti durante l’infanzia, quanto e in che modo sono stati e sono o no fonte d’ispirazione e determinanti per la tua creatività? “La mia fonte d’ispirazione principale è la malinconia, che non è dipesa dall’ambiente geografico o familiare ma è il lato che mi ha sempre caratterizzato fin da bambino. Io non ero il primo della classe, non ero il più bello, non ero l’anima della festa e non ero il più forte. Mi limitavo a guardare il mondo in silenzio e questo ha dato luogo, nel lungo periodo, a una personalità molto malinconica che – ad oggi – mi accompagna nella scrittura dei miei testi così come in qualsiasi altro campo… sia in amore, che nella vita sociale più in generale”.
Appassionato di pugilato e rap, che cosa rappresenta per te rispettivamente lo sport e la musica e quale ritieni che sia il loro principale pregio e potere? “Amo gli sport individuali come il pugilato e amo il ballo, che facevo con una partner, perché non si ha un limite di sfogo e tutto dipende da te. E lo stesso dicasi per la musica. Spesso fatico ad espormi con le persone, in quanto non mi sento capito ma davanti ad un foglio di carta non ho tale problema. Quando poi tramuto tutto in musica e butto fuori i miei pensieri e le mie emozioni, nella massa c’è però sempre qualcuno che si sente nel mio medesimo modo… ed ecco, dunque, che io voglio dare voce proprio a tutte quelle persone che – come me – lottano ogni giorno per farsi capire e per sentirsi accettate”.
Quali sensazioni ed emozioni provi quando scrivi e canti e vi è un modus operandi che solitamente adotti, ovverosia in base a cosa e come procedi nella genesi delle tue tracce? “Sul mio cellulare – tutte le volte che ne sento il bisogno – mi appunto pensieri, sensazioni, emozioni e ciò che mi pare di dover ricordare. Dopodiché, quando percepisco di trovarmi in un mood creativo, apro il file delle note e ascolto delle note di pianoforte e inizio a scrivere”.
I ricordi e la costanza, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare, la razionalità e l’istinto quanto e in quale maniera sono rilevanti nel tuo percorso professionale? “Ciò che hai menzionato, per me, è tutto… senza i ricordi, senza la costanza, senza la pianificazione e non solo non avrei fatto tutto ciò che ho fatto. Soprattutto, nella mia vita, ho osato molto e spesso venendo criticato anche da persone vicine a me – ma quando dentro di te senti che puoi osare, allora non devi fermarti davanti a nulla”.
In che cosa identifichi la bellezza e quanto ti sembra che sia importante – nella carriera di un cantante – l’immagine? Pensi che essa possa e debba veicolare efficacemente significati emozionali e intellettivi, d’impegno verso un qual certo “quid”, psicologici a riguardo di sé e di coloro con i quali ci si interfaccia e che ne sia un indicatore di verità? “L’immagine, oggigiorno, conta tanto quanto la musica e in alcuni casi anche di più di quest’ultima. Oggi siamo abituati ad avere sempre davanti agli occhi stereotipi di persone che ti mettono ansia, perché viviamo con il peso che ogni cosa che facciamo debba essere perfetta a trecentosessanta gradi – e ciò sia che si tratti d’immagine, di musica, di comunicazione, di promozione, di contatti. Quando ho iniziato ad affacciarmi in questo mondo, invece, non funzionava così… ma, purtroppo, sarà sempre peggio”.
A tuo dire in che rapporto stanno libertà, resilienza e audacia? E in tutto ciò, benché io non voglia indurti ad alcuna preconfezionata categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal tuo punto di vista, cos’è e come riconosci l’Amore (sia esso amor proprio, per altre persone e animali, per idee e ideali, per situazioni, luoghi, attività e molto altro ancora)? “Ho letto tantissimi libri di psicologia e motivazionali, che mi hanno aiutato molto ad ottenere ciò che desideravo ma è stato difficile e soprattutto faticoso. La resilienza e l’audacia sono le fonti principali che ti permettono di arrivare alla libertà. Io, troppe volte, vedo amore anche in persone e in situazioni nelle quali amore non c’è – e questo perché forse sono troppo buono, o forse sono troppo ingenuo. Ascoltando i miei brani si può capire quante volte mi sono fatto male, perciò probabilmente ancora non so come si riconosce l’amore appunto”.
Quale ipotizzi che sia la tua peculiarità artistica e quale supponi che sia la caratteristica più apprezzata da coloro con i quali collabori, nonché dai tuoi ascoltatori? “Penso che la mia peculiarità artistica, la mia caratteristica più apprezzata da collaboratori e ascoltatori, sia il mio esprimere e il mio cantare l’amore malinconico in ogni sua forma”.
C’è qualche tuo/a collega che stimi particolarmente e con il/la quale saresti propenso a lavorare assieme stabilmente e/o a fare un feat? “Tra i grandi nomi del panorama musicale, ammiro Lazza perché sono convinto che sia una persona molto affine a me (anche se la sua musica è diversa dalla mia). Ammiro altresì Sfera Ebbasta in quanto ha sempre fatto un enorme lavoro di squadra, portando in alto molti nomi, e ammiro pure Ultimo che – nella sua solitudine – riesce immancabilmente a trovare il successo e infine Tananai per la sua estrema positività”.
Qual è il tuo parere inerentemente le potenzialità o meno dei social network e il loro utilizzo e inoltre, ad oggi, parteciperesti volentieri a qualche talent show e/o reality? “I social sono mezzi di comunicazione molto potenti, adesso senza di essi non si può arrivare al successo. Il mio obiettivo è il Festival di Sanremo e riempire il Mediolanum Forum, mentre non ho interesse verso i talent e i reality (ma, se dovessi sceglierne uno, parteciperei a “L’isola dei famosi” perché sono dell’idea che mi lascerebbe il ricordo di una bella esperienza di vita)”.
Pensi che esista il destino e, se sì, secondo quali termini? Ti sei mai interrogato a proposito della sussistenza del male nel mondo in rapporto alla presunta bontà, onnipresenza, onniscienza e onnipotenza della divinità e del suo operato (cioè sulla questione della Teodicea)? “È, questo, un discorso troppo complesso che non riuscirei a riassumere in poche righe (mi piacerebbe, invece, poterne parlare approfonditamente)… ma – per essere molto coinciso – ti dico che non credo in nessuna religione e, anzi, sono del parere che proprio le religioni siano nate solo per dare un cosiddetto contentino all’uomo che si continuava a martoriare sull’esistenza di divinità etc. …e che poi si è lasciato prendere troppo la mano, abusandone e arrivando unicamente a fare guerre e a portare avanti lotte. Il vero male è quindi proprio la religione e sono sicuro che se le persone studiassero un po’ di più, anziché fermarsi all’ascolto di ciò a cui gli altri obbligano fin da piccoli, ci sarebbe meno odio e ci sarebbero meno guerre e più libertà di pensiero. Per quanto riguarda il destino, penso che sia necessario fare molta attenzione. Se difatti ci lasciamo trasportare troppo dalla gente che ci circonda e dall’ambiente in cui viviamo, volenti o nolenti, il risultato è che finiamo per farne parte. Se tuttavia il presente in cui siamo non è ciò a cui aspiriamo come singoli individui, l’unico modo di cambiare il proprio destino è fare le valigie e andare via”.
Infine, prima di salutarci, vuoi condividere con noi se hai delle novità in cantiere a stretto giro e taluni eventuali progetti a più lungo termine? “Quest’estate farò uscire un singolo estivo, un po’ fuori dai miei schemi, ma che spero possa piacere ai miei ascoltatori. Per il resto, mi prenderò tutti i mesi estivi per scrivere e poi tornare a settembre con qualcosa di nuovo e fresco”.