MUSICANDO – Sempre e ovunque oltre il sogno: torna il grande progetto dei Pandora
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MUSICANDO – Sempre e ovunque oltre il sogno: torna il grande progetto dei Pandora

PandoraQuattro folgoranti composizioni strumentali, una lunga e avventurosa suite, un’emozionante dedica agli amati Genesis, la saga di Chad-Bat e un’orgogliosa dichiarazione di appartenenza al mondo del rock progressivo: il 2011 del prog italiano si apre con l’attesissimo ritorno dei Pandora in Sempre e ovunque oltre il sogno. Ancora una volta con la BTF, la formazione piemontese mette a segno un ottimo risultato: la sua seconda fatica è un’opera di rock progressivo e sinfonico, cantato in italiano e legato all’eredità dei migliori anni ’70, ma anche pronto a competere con le proposte più innovative dell’art-rock contemporaneo.
Ritornati alla formazione triangolare delle origini, dopo il lusinghiero successo di vendite e critica del debutto Dramma di un poeta ubriaco (BTF 2008), i Pandora affrontano rinnovati il secondo lavoro: Sempre e ovunque oltre il sogno ribadisce le coordinate stilistiche del predecessore confermando le caratteristiche del gruppo, il cui prog-rock è melodico ma robusto, raffinato e al tempo stesso grintoso, capace di alternare sfumature più rifinite alla grande energia. Claudio Colombo, Beppe Colombo e Corrado Grappeggia sono i protagonisti di un album incentrato sul sogno, sul volo della fantasia, su un progetto di musica evocativa e fuori dal tempo. Fedele al proprio obiettivo di un “espressionismo musicale” che possa ospitare differenti codici stilistici, il trio ha messo insieme varie anime: quella fantasy e mitologica con Ade, sensazione di paura, Discesa attraverso lo Stige e la saga di Chad-Bat in L’altare del sacrificio, L’incantesimo del druido, La formula finale di Chad-Bat, quella altisonante e poliedrica della suite in otto movimenti Sempre e ovunque, quella romantica di 03.02.1974. Quest’ultimo pezzo è un significativo omaggio ai Genesis: in particolare ad un indimenticato concerto torinese del tour di Selling England By The Pound, rievocato con originalità e nostalgia.
La band si è avvalsa della collaborazione dell’eccezionale pittrice Emoni Viruet, autrice della copertina che introduce al mondo fatato dell’album e di quadri ispirati ai brani che lo compongono. Con l’uscita del chitarrista Christian Dimasi i Pandora sono tornati all’originaria struttura a trio e si avvarranno per i live di nuovi musicisti. Sarà proprio sul palco del Fabrik Faster Rock di Moncalieri (TO) che presenteranno ufficialmente il nuovo cd: un’imperdibile serata all’insegna del rock progressivo italiano il prossimo 19 febbraio. Nel frattempo il trio è al lavoro per altre grandi novità: due tributi internazionali, uno ai Flower Kings, l’altro ai Pink Floyd, che presto vedranno la luce per affascinare gli appassionati di tutto il mondo.

I Pandora sono:
Claudio Colombo: batteria, basso, chitarra acustica, tastiere, seconda voce e  flauto.
Beppe Colombo: tastiere, sintetizzatori, seconda voce.
Corrado Grappeggia: pianoforte, tastiere, synth e voce solista.

Info:
Pandora:
http://www.pandoramusic.eu
Ams/BTF:
http://www.btf.it
Ufficio Stampa Synpress44:
http://www.synpress44.com

Intervista Pandora:

1) Sempre e ovunque oltre il sogno è il secondo disco dei Pandora: quali sono le differenze dal precedente album Dramma di un poeta ubriaco?

Claudio Colombo: La musica dei Pandora è in continua evoluzione, disco dopo disco ci saranno sempre cambiamenti e maturità in più, e questo disco rispetto al primo ne ha molta ma continua a mantenere quel sound che ci ha fatto conoscere ed apprezzare; lo stile Pandora rimarrà sempre la nostra impronta, l’esperienza e le emozioni con cui abbiamo partorito questo album sono state intense. Un disco più sinfonico e ricco di momenti caldi, malinconici, euforici, tecnici, passionali, drammatici, riflessivi, enigmatici, fantasy, mitologici, che viene concluso da una suite finale al limite del cinematografico, questo è Sempre e Ovunque Oltre il Sogno.

2) Il vostro è un disco “orgogliosamente” progressive: a quarant’anni di distanza dalla nascita di questo genere in cosa consiste l’orgoglio prog?

Claudio: Noi preferiamo descrivere la nostra musica con il termine “rock sinfonico”, ma certamente rientra nei canoni di quello che oggi è chiamato Progressive, anche se tutti i cultori del genere sanno benissimo che esso non esiste, ma è solo un’etichetta discografica per differenziare quello che una volta si chiamava Pop, mentre oggi il Pop è suonato da chi propone musica commerciale. Sono fermamente convinto che fare prog è la semplice arte di esprimere al massimo la creazione della musica, se vogliamo fare un esempio Black Licorice dei Grand Funk Railroad è un brano pienamente Progressive ma loro rimangono e rimarranno sempre un gruppo Rock; le nostre composizioni si avvicinano ad ogni genere partendo qualche volta dal melodico, scendendo a tonalità più dure e volando con la classica, oppure mescolando tutti gli elementi assieme rendendo ogni composizione varia che può toccare ogni sensazione. C’è da dire che il primo disco è arrivato a tutti ed è stato apprezzato in modo davvero rigenerante da cultori e non, quindi possiamo dire apertamente che i nostri dischi sono lavori “orgogliosamente” aperti a chi ama la musica e vuole lasciarsi riempire dalle sue sensazioni attraverso tantissime sfumature.

Cover3) Nel nuovo album trovano spazio quattro strumentali: come mai questa scelta?

Claudio: Pensiamo che la voce sia uno strumento melodico che permette di spiegare emozioni e in alcuni momenti della nostra musica non c’è niente di più bello di un bel cantato con una bella voce come quella di Corrado Grappeggia, ma ci sono momenti che nati strumentali e devono rimanere tali perché esprimono molto di più in quel modo; quello che mi chiedi è la formula alchemica dell’amore… è impossibile spiegare come mai alcune cose funzionano meglio strumentali che cantate, ascoltare un disco è come guardare un intero film: c’è la colonna sonora, c’è il copione e c’è l’immagine. Molte persone vedono la nostra musica come fosse una colonna sonora, e a volte il film deve lasciar posto con silenzio alla semplice musica perché esprima al meglio le sensazioni.
Sempre e Ovunque Oltre il Sogno ha sicuramente tutti i tre gli elementi che si fondono creando qualcosa di unico, la musica può essere guardata attraverso i dipinti di Emoni Viruet, dipinti nati dalla musica, oppure le parole che raccontano i dipinti o esprimono cosa vuole raccontare la musica. Tutto è collegato, però ci sono ben quattro strumentali: Il Re degli Scemi, L’Altare del Sacrificio, Discesa Attraverso lo Stige e Ade, Sensazione di Paura; a volte basta il titolo per raccontare qualcosa. Con questo disco abbiamo  completamente dato il via alla saga mitologica, infatti ci troveremo questa volta a scendere percorrendo le acque del fiume Stige e cosa ne contiene per raggiungere Ade, il quale presenterà alla viaggiatrice cosa le aspetta nell’aldilà. Nel primo disco il brano strumentale di punta era sicuramente Pandora, che narrava del suo mito, in questo disco invece tratteremo del suo viaggio nell’oltretomba. Per quanto riguarda gli altri due titoli, Il Re degli Scemi sarà il nostro baluardo di battaglia che ci accompagnerà all’inizio dei nostri concerti, mentre L’Altare del Sacrificio è l’introduzione alla saga di Chad-Bat.

4) In tre brani compare la figura di Chat-Bad e il disco lancia l’inizio della Saga: chi è?

Claudio:  La storia di Chad-Bat viene racchiusa in questo disco in una piccola Saga di tre brani: L’Altare del Sacrificio, L’Incantesimo del Druido, La Formula Finale di Chad-Bat. Tutto nasce dalla mia voglia di fare un brano Fantasy (sono un grande appassionato del genere dai libri, films, videogiochi, ecc…) e a Corrado venne questa splendida idea… ma chi meglio di lui che è stato il compositore delle musiche e poeta che ha scritto i testi di questo brano può esporla?
Corrado Grappeggia: A metà strada fra verità e leggenda emerge la figura di Chad-Bat, potente sacerdote celtico. L’esercito si rivolge a lui ed alla sua magia per essere invincibile, così al chiaro di luna invoca le sue formule davanti all’altare, con la sua vittima (sovente un agnello) pronta per essere sacrificata agli Dei. Sarà sicuramente un’altra grande vittoria! Questo è Chad-bat!

5) Tra le quattro composizioni cantate ne spicca una in particolare, con la data 03-02-1974 che avrà sicuramente catturato l’attenzione di molti appassionati. Di cosa si tratta?

Claudio: Tempo fa con la chitarra acustica scrissi un brano molto particolare con arpeggi di chitarra e diverse sfumature musicali che stuzzicarono l’orecchio di mio padre al punto che gli venne un’idea molto speciale.
Beppe Colombo:  Era da molto tempo che volevo raccontare una serata molto importante e sentendo le note di Claudio alla chitarra senza volerlo mi sono messo a scrivere il testo per raccontare quelle sensazioni e emozioni di quella meravigliosa giornata parte della mia adolescenza e formazione musicale, sto parlando della venuta dei Genesis a Torino nel tour di Selling England by The Pound… l’anno in cui gli angeli furono consacrati dal nostro paese e dal resto del mondo. Sono stati il mio grande amore musicale, amavo tutto il resto di quel periodo: Yes, King Crimson, Gentle Giant, E.L.&P. ecc… ma i Genesis erano una cosa unica e i loro concerti erano un momento di congiunzione tra musica, viaggio nelle emozioni rappresentate dai personaggi di Peter Gabriel e anima, sognavo da tempo di poter raccontare quello che ho provato e le emozioni che ho ancora dentro di quella serata al palasport di Torino e di quel periodo a cui sono particolarmente legato.
Così è venuto fuori il testo di 03.02.1974, la cosa più bella è che non avrei mai immaginato di scrivere un pezzo dedicato al ricordo più forte emotivamente della mia vita con mio figlio erede di ogni mia emozione e cultura musicale, oggi grandissimo musicista, non posso pretendere di più dalla vita… è bellissimo! È stato un bel momento vedere Corrado emozionarsi alla fine di questa composizione, sentire le sensazioni, le emozioni di noi tre  che ancora una volta si sono unite in una unica emozione trasformata in musica.

6) Il prog è da sempre attento all’aspetto visivo e per questo nuovo album avete avuto il lavoro della pittrice Emoni Viruet: com’è nato questo incontro?

Claudio: Emoni Viruet, che oggi presento felicemente come mia moglie, è un’artista di un talento e di un’anima immensa nel dipingere che non ho mai visto in nessun altro. Con le cose più semplici riesce a creare arte visiva stimolante e passionale; non lo dico solo perché è mia moglie, ma la copertina e il booklet del disco ne sono testimoni: ha catturato l’essenza di ogni brano e con dei colpi di genio li ha rappresentati su tela con i colori ad olio. Molto molto tempo fa, ancora prima di sposarci, lei mi fece un regalo: un disegno molto particolare che più lo guardavo più mi faceva impazzire, e in quel disegno regalato con amore e umiltà ho visto la copertinista ufficiale dei Pandora. Oggi quel disegno che fece per me lo potete vedere nella copertina del disco.

7) Il primo album dei Pandora ha avuto un grande apprezzamento internazionale: come vi spiegate questo riscontro presso il pubblico straniero?

Claudio: Non so dirlo per certo, ma è sicuro che fin dagli anni più remoti del progressive l’Italia ha sempre dato qualcosa a livello musicale di particolare e ha suscitato sempre molta curiosità nel popolo mondiale, portando alcuni gruppi a dover pure risuonare un intero disco in lingua diversa per quanto successo hanno avuto all’estero. Ancora oggi è così, e i Pandora hanno qualcosa da dire che vogliono far sentire al resto del mondo e a quanto sembra viene piacevolmente ascoltato.

8) I Pandora sono un nome giovane del New Progressive italiano, quale interpretazione avete offerto a questo genere in pieno 2010?

Claudio: La nostra musica nasce da molti tipi di influenze creando a nostro parere e a parere di chiunque ci ha ascoltati qualcosa di unico e di non ancora sentito nel progressive italiano, vorrei prendere le parole di un giornalista che tempo fa ha parlato di Dramma di un Poeta Ubriaco: “E’ come se i Dream Theater si fossero infatuati dei Genesis”. Forse l’interpretazione che abbiamo offerto è quella che ci nasce da dentro e da tutto ciò che abbiamo vissuto musicalmente e non, forse più che interpretazione il nostro è espressionismo musicale a 360°.

9) Il mercato discografico è profondamente cambiato rispetto agli anni ’70, il periodo storico al quale vi ispirate: cosa vi aspettate da questo secondo disco?

Claudio: E’ vero ci ispiriamo e dobbiamo molto agli anni ’70, ma c’è da sottolineare che non è la nostra unica finestra, come detto prima il disco è arrivato anche a chi non è cultore del genere proprio per questo; purtroppo il mercato discografico è per la maggior parte marcio, in particolare in un genere di nicchia com’è diventato il Progressive, dove non si fa altro che vedere piccole guerre e dispute da parte di questi magnaccia a danno di chi invece vuole solo fare musica. Non conosco perfettamente il mercato discografico degli anni d’oro della musica ma posso dire che oggi ci si può aspettare di tutto, comprese belle o brutte sorprese. Noi abbiamo avuto la fortuna di aver trovato un bravo discografico pieno di passione che crede nel nostro progetto e ha fatto arrivare la nostra musica sino all’altro capo del mondo dov’è stata richiesta pure un’esclusiva per la distribuzione, quindi da questo nuovo disco siamo sicuri che potrà arrivare a chiunque in qualsiasi punto del mondo. Il mercato discografico è cambiato come anche la distribuzione, ma quello che ha sempre permesso di far arrivare la musica a tutti è la piena passione.

10) I Pandora ora si presentano in formazione rinnovata, con l’uscita del chitarrista Christian Dimasi: andrete avanti in trio?

Claudio: I Pandora sono nati trio e tornano trio, Christian è un giovane talento senza però nessuna esperienza sul campo e prima di lui le parti di chitarra ero io a scriverle come anche la maggior parte delle parti chitarristiche di questo secondo disco; era un ottimo esecutore ed esprimeva ogni tanto delle buone idee, ma tutto è sempre nato principalmente da noi, compreso il tocco più duro. L’idea di unire certi tipi di sonorità nasce da molto prima che lui arrivasse, brani come Il Giudizio Universale, March to Hell, Così Come Sei, sono brani nati precedentemente al suo arrivo quindi la qualità e la creatività delle nostre composizioni rimarrà intatta. Il fulcro dei Pandora siamo sempre stati io, mio padre e Corrado, e per ora in live ci affiancheranno un ottimo bassista e un ottimo chitarrista, ma dal lato compositivo continueremo noi tre come sempre.

11) State anche partecipando ad un disco di tributo ai Flower Kings: diteci tutto.

Claudio: Tempo fa siamo stati invitati da Colossus a partecipare al tributo dei Flower Kings e questo ci ha fatto molto piacere, perché un gruppo come loro ha sicuramente dato qualcosa al prog moderno e non poteva che onorarci far parte di un progetto così. Tra tutti i brani decidemmo per Theme for a Hero, brano che sicuramente si avvicinava di più alle nostre sonorità. Abbiamo deciso di rivederlo in stile Pandora e devo dire che il risultato è stato molto interessante! Come ospite per questo tributo, alla chitarra c’è Livio Cravero, chitarrista degli psichedelici Colster con la quale è nata una collaborazione interessante.

12) Una formazione come la vostra, sempre attiva e calata nella buona musica, starà sicuramente pensando anche a qualcosa di nuovo: cosa bolle in pentola?

Claudio: La vita di un’artista è sempre costantemente attiva, per esempio Corrado oltre ad essere un bravo strumentista e cantante, è un ottimo pittore; mio padre, manager del gruppo, è sempre in movimento gestendo sia i Pandora e sia la nostra associazione musicale dal nome Pandora Music; io invece ho da poco aperto una scuola privata di batteria dal nome Suono Percussivo e continuo a comporre. Siamo tutti e tre principalmente musicisti e di nuovo c’è molto, abbiamo materiale per molti altri dischi! Le idee future sono interessanti che ci porteranno a vivere un bel po’ di avventure, ci sono molti concerti in fase di organizzazione, stiamo lavorando a dei Clip Video, e molte altre idee musicali che passo dopo passo prenderanno forma; tra queste sicuramente quella di mettere assieme le nostre forze e la nostra esperienza per tirare su il nostro studio d’incisione è la primaria; siamo stufi di avere a che fare continuamente con studi di registrazione che pensano solo a loro stessi e al loro guadagno dimenticando che dietro ad un disco c’è il sacrificio di lavoratori che si pagano la musica con il loro stipendio facendo molte rinunce, l’ultimo disco è stata una sfida continua, e dietro ogni angolo abbiamo trovato difficoltà, dal manager incompetente a studi di registrazione truffaldini e incapaci di lavorare come si deve. E’ un consiglio per tutti i gruppi emergenti e non: trovate il modo per costruire il vostro lavoro musicale e registrarlo da soli, in questo modo potrete esprimervi al meglio, ma cosa più importante non farvi derubare da incompetenti e incapaci devoti solo ai

BIOGRAFIA
Quando Zeus scoprì che Prometeo aveva rubato il fuoco, infuriato decise di punire lui e l’intero genere umano. Incatenò Prometeo ad una roccia sottoponendolo alla più atroce delle torture: ogni giorno un’aquila gli divorava il fegato, che si rigenerava la notte e la mattina successiva era nuovamente dilaniato dal dolore. Per punire gli uomini, Zeus ideò un piano più complesso: ordinò ad Efesto – dio del fuoco e dei metalli – di creare una giovane dotata di virtù, grazia e intelligenza: Pandora. Ad ella gli dei facevano grandi doni ed Ermes la condusse da Epimeteo, fratello di Prometeo, che la prese in sposa. Pandora aveva un vaso: lo teneva sempre con sé ma con l’avvertimento di Zeus di non aprirlo mai. A nulla valse l’ordine del sovrano dell’Olimpo: Ermes aveva donato a Pandora la curiosità, per lei fu irresistibile l’apertura di quel misterioso dono. Tutti i mali del mondo uscirono dal vaso: il mondo divenne inospitale e tenebroso, l’umanità, che fino ad allora aveva vissuto in armonia con gli dei, conobbe la malattia, la vecchiaia, la gelosia, la fatica e la desolazione. Pandora chiuse il vaso: nel suo fondo c’era la Speranza, ultima a morire…
Al mondo della mitologia si sono ispirati tanti protagonisti della storia del rock e in particolare l’ambiente del rock progressivo ha attinto a piene mani dal fascino di un mondo immaginario e parallelo, nel quale riversare la voglia di fuga dal reale ma anche una critica sociale velata da allegorie, simbolismi e metafore. I Pandora sono la perfetta rappresentazione del sogno di un progressive-rock contemporaneo, irresistibilmente legato all’epoca d’oro degli anni ’60 e ’70 ma proiettato verso una possibile palingenesi sonora. Il tema costante della scrittura dei Pandora è il sogno: un sogno coltivato, cullato, custodito perché trampolino di lancio per migliorare il reale. Un sogno che diventa musica, che diventa una variopinta “terra di nessuno” in cui, a differenza del vaso di Pandora, non si annidano i mali del mondo ma un’idea di convivenza pacifica tra generi musicali, tra temi, atmosfere, ricordi e progetti. Pur dichiarando orgogliosamente la loro appartenenza al mondo del rock progressivo e l’inossidabile stile “sinfonico-psichedelico”, i Pandora sono degli irriducibili amanti e creatori di buona musica: senza etichette, senza categorie, senza limiti.
I Pandora nascono nel settembre 2005 ma sono il punto d’arrivo di un vecchio, toccante amore: quello che lega oltremodo un padre e un figlio, che trova nell’appartenenza al prog un linguaggio comune transgenerazionale, una speranza condivisa. Claudio Colombo, polistrumentista e batterista, è figlio di Beppe, musicista di lunga esperienza: i Colombo sono voraci ascoltatori di ottimo rock e scelgono di percorrere insieme anche un nuovo cammino musicale.  Con l’ottimo tastierista Corrado Grappeggia fondano un progetto incentrato sull’amato progressive rock anni Settanta, ispirato a Genesis, Emerson Lake & Palmer, PFM, New Trolls, Gentle Giant e Orme, ma debitamente proiettato verso il futuro, grazie all’amore di Claudio per i Dream Theater. Nei Pandora tuttavia, oltre alla passione per il genere, c’è anche la voglia di dare la propria interpretazione, offrendo composizioni inedite: nascono così i primi brani che danno ampio sfogo alla fantasia, alla ricerca di suoni e melodie, alla visione lirica, mitologica e fantasy. Il segreto è proprio nelle diverse esperienze ed estrazioni dei tre componenti: la grande esperienza di ascoltatore e musicista di Beppe, la cultura musicale di Corrado, il talento di Claudio (raro esempio di giovane polistrumentista e grafico). Il trio è l’elemento basilare dei Pandora, che di volta in volta si apriranno al contributo di diversi musicisti con l’obiettivo di produrre delle ottime composizioni.
La band piemontese intraprende un’attività live comprensiva di esibizioni acustiche. È proprio grazie alla forza del live che nel 2008 i Pandora incontrano il favore della prestigiosa casa discografica AMS-BTF, specializzata in rock progressivo e nota in tutto il mondo per le proprie pubblicazioni. Nello stesso periodo i ragazzi firmano un contratto con BTF e incontrano il chitarrista Christian Dimasi. Per i Pandora è un momento d’oro: alla firma del contratto e all’entrata del giovane Dimasi segue l’uscita del sospirato album d’esordio. È Dramma di un poeta ubriaco: il perfetto biglietto da visita dei Pandora, una prima sintesi del percorso intrapreso, con pezzi originali e un sound poliedrico, progressivo per definizione. Il rock sinfonico dei Pandora attinge alla grande tradizione degli anni ’70, è cantato in italiano e spazia tra suoni più duri, pause acustiche, umori jazz e hard, tra grandi affreschi fantasy ed enigmatici. A cavallo tra passato e futuro, tra la cura di un’eredità art-rock amata e emozionante e il dovere di osare, di puntare alla modernizzazione del suono, Dramma di un poeta ubriaco raccoglie lusinghiere recensioni da parte della stampa italiana e internazionale.
Rinvigoriti dal successo di pubblico e critica, i Pandora puntano subito ad un secondo lp che possa confermare la bontà delle originarie intuizioni e lanciare un progetto innovativo per il rock progressivo italiano. Quel prog italiano così amato all’estero – dagli USA al Giappone, dall’Europa al Sud America – trova oggi una favorevole rinascita e i Pandora sono i capofila di un rinnovato movimento tricolore. Prima del nuovo disco il gruppo tiene alcuni concerti con colleghi italiani come gli Ubi Maior ma anche con prestigiosi nomi stranieri quali i polacchi Riverside. Finite le registrazioni del secondo lp, Dimasi abbandona il gruppo, che così torna alle origini e ridiventa trio. Una nuova collaborazione però si fa avanti: è quella con l’artista Emoni Viruet, che dipinge alcune fantastiche tele che stimolano le nuove composizioni musicali della band. Come ogni progressive band che si rispetti, anche i Pandora hanno un’attenzione speciale per la potenza evocativa del suono, per la vis immaginifica delle composizioni: il talento della giovane pittrice di Puerto Rico è un elemento in più che si aggiunge alla ormai nota forza policromatica del gruppo. È immediata la realizzazione da parte di Emoni della copertina del nuovo disco, ma anche di quadri che rappresentano i singoli brani dell’opera.
Tornati in trio e diretti da un Claudio Colombo sempre più ispirato e deciso, i Pandora pubblicano l’attesissimo secondo album il 15 gennaio 2011: ancora una volta con BTF, esce Sempre e ovunque oltre il sogno. Un disco che approfondisce quanto presentato nell’lp di debutto e offre nuove prospettive al prog del trio: duro ed evocativo, emozionante e dinamico, disponibile nello stesso modo all’acustico e all’hard, il nuovo sound dei Pandora è tra le proposte più intriganti del rock d’arte europeo.

Donato Zoppo

20 Gennaio 2011

Autore:

admin


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