“In merito alla ipotizzata soppressione del Corridoio 1 “Berlino-Palermo”, sono convinto che il governo deve fare la sua parte, in coerenza alla condotta fin qui tenuta, anche a sostegno dell’utilità del ponte sullo Stretto. Sarà mio impegno chiedere al ministro per le Infrastrutture Matteoli l’adeguata attenzione”. Questa è la dichiarazione del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, On. Nello Musumeci.
Queste parole acquistano un notevole peso se ad esporsi è non solo un rappresentante del governo centrale ma anche un ex europarlamentare, di origini siciliane che conosce bene le drammatiche condizioni delle infrastrutture a cui è sottoposta l’Isola.
L’arrivo della proposta da parte della Comunità Europea di abolire il cosiddetto Corridoio 1 “Berlino – Palermo” e sostituirlo con il Corridoio 5 “Helsinki – La Valletta” ha scatenato diverse polemiche, non solo tra i sostenitori del Ponte sullo Stretto. E’ vero che la prima ripercussione dell’attuazione di questa proposta sarebbe la rinuncia al progetto “Ponte sullo Stretto” da parte dell’Italia ma la situazione è un po’ più contorta.
“La Sicilia verrebbe tagliata fuori dallo schema dei collegamenti nazionali – riferisce Silvano Arbuse, coordinatore provinciale de La destra. Il trasporto merci e passeggeri si bloccherebbe a Bari per allacciarsi via mare appunto a La Valletta e, verosimilmente, gran parte del Meridione d’Italia verrebbe danneggiato dall’eventuale conferma della Commissione Europea”.
“Non si tratta di Ponte SI’, Ponte NO – continua Arbuse. Si tratta di essere razionali nel pianificare le scelte che riguardano un’intera popolazione. In questo caso, la Commissione Europea non è stata lungimirante e non ha pensato che il cambiamento di rotta dell’ormai noto Corridoio 1 avrebbe fatto crollare l’economia del Sud d’Italia. Senza questa importante arteria a rete multimodale, l’intera progettazione di assi ferroviari ed autostradali dalla Campania in giù non avrebbe più senso di esistere”.
“In un’epoca in cui si prospetta il potenziamento di autostrade del mare con il conseguente avvento di porticcioli e collegamenti con aeroporti – aggiunge il segretario provinciale de La Destra – non si può dimenticare un vasto tratto della penisola, lasciandolo all’abbandono e, addirittura, sopprimendo i servizi essenziali, come quello dei treni a lunga percorrenza”.
“L’Unione Europea ha assegnato un ruolo strategico all’Italia – conclude Arbuse – nella politica dell’integrazione con gli altri Paesi. Ma se da una parte ci apriamo all’Europa, dall’altra non possiamo chiuderci al nostro stesso Paese e ridisegnare la nostra geografia fino alla Puglia. Il benessere del Meridione comprende soprattutto lo sviluppo dei trasporti e non l’abbattimento”.

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