MUTUI FANTASMA – “In fila per tre con il resto di uno”
Cronaca, Cronaca Regionale

MUTUI FANTASMA – “In fila per tre con il resto di uno”

laccoto più tre

Le prime dichiarazioni a caldo degli onorevoli Laccoto e Germanà e del sindaco di Brolo, Irene Ricciardello, subito dopo la notizia delle 31 comunicazioni giudiziarie, molte delle quale ancora non notificate. La Procura della Repubblica di Patti  contesta l’associazione per delinquere a 5 indagati. 79 i casi di imputazione per gli altri 27, per questi le accuse variano da truffa a falso, da peculato ad abuso d’ufficio sino alla dichiarazione infedele.

brolo dal mare con ragazza 2015

Non fa sconti a nessuno la Procura pattese che oggi ha spiccato 31 comunicazioni giudiziarie che coinvolgono trasversalmente amministratori, quelli dell’ex prima giunta di Salvo Messina, già sindaco del paese, vertici delle società sportive locali, impiegati e attuali funzionari dell’ente.

I fatti contestati spaziano nell’arco temporale compreso tra il 2008 e il 2013, ma il filone delle indagini si è poi allargato, rispetto a quello iniziale, definito dei “Mutui Fantasma” e altri nomi potrebbero aggiungersi alla già consistente lista.

Salvo Messina – il sindaco -, Carmelo Arasi – il ragionerie -,  le contrattiste  Campo,  Caranna e Di Leo sono i soggetti per i quali si ipotizza l’associazione – e già erano stati da tempo avvisati incorrendo anche le più classiche misure restrittive, ma sono 79 i capi di imputazione formulati dai sostituti procuratori di Patti – Francesca Bonanzinga e Maria Milia – per gli altri 27 nominativi  che oggi figurano negli atti  che determinano la conclusione delle indagini e aprono le porte al dibattimento in aula.

Indagini avviate circa due anni fa, poi a dicembre del 2013 scaturite con le notifiche  giudiziarie e che  esattamente un anno fa aveva portato all’emissione di 10 provvedimenti cautelari – tra questi uno in carcere e sette ai domiciliari -.

Oggi escono dall’indagine due componenti dell’ufficio tecnico, Peppe Andreani e Calogero Tripi, ma la lista degli indagati si allunga con altri tasselli.

Certamente il nome, politicamente rilevante – diversamente dalle accuse mosse – è quello dell’attuale deputato regionale di Pd, Giuseppe Laccoto, che precedette Salvo Messina nella carica di sindaco.

Poi una sfilza di noti, alcuni già al centro dell’inchiesta, altri rapportabili a sodalizi sportivi, che avrebbero ricevuto contributi economici da parte del comune di Brolo, ma nella lista anche il segretario comunale del comune e funzionari, per questi le accuse variano da truffa a falso, da peculato ad abuso d’ufficio sino alla dichiarazione infedele.
Laccoto – vedi la sua dichiarazione in coda all’articolo – nella qualità di assessore di Salvo Messina, si vede contestare due capi di imputazione per falso ideologico ed abuso d’ufficio.
I Magistrati hanno passato al vaglio, in questi mesi, con una serie di lunghi riscontri, ma anche tantissimi interrogati, i flussi di denaro che giungevano e poi fuoriscivano dal comune e oggi ne contestano le procedure, tra quelli anche quelli che provenivano dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Qui le responsabilità ancora sono tutte da definire ed il comune, in atto ha una procedura, per escludersi dalle responsabilità, in quanto gli atti di accreditamento potrebbero essere inefficaci e nulli.
In processo dovrà anche definire le “storie” dei pagamenti alle società sportive, e quelle relative ai mandati di pagamento in favore di dipendenti e amministratori.
Le dichiarazioni:

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Per l’onorevole Giuseppe Laccoto – «Nessun coinvolgimento in mutui e mandati di pagamento»

 

A seguito delle notizie di stampa relative all’informazione di garanzia a conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Patti sulle vicende giudiziarie che riguardano il Comune di Brolo, il deputato regionale del Partito Democratico Giuseppe Laccoto ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Ripongo – come sempre – la massima  fiducia nell’operato della magistratura, mettendomi immediatamente a sua disposizione.

Evidenzio da subito, comunque, che basta leggere con attenzione il provvedimento per rilevare che la mia persona è assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di reato che si possa collegare con mutui, mandati di pagamento e maneggi di denaro in genere. Sono chiamato in causa come componente della Giunta Municipale, nel 2009, solo per aver approvato la procedura concorsuale relativa alla progressione verticale per la copertura di un posto di istruttore amministrativo.

Una semplice presa d’atto che ogni giunta compie come atto politico e non come organo di gestione. Tra l’altro, alla selezione riservata a personale interno hanno preso parte 15 dipendenti ed essa è stata regolarmente affissa all’albo.

Le contestazioni nei confronti della giunta di cui facevo parte nascono dal fatto che, stranamente, come si legge nel provvedimento della Procura e diffuso dalla stampa, l’avviso di pubblicazione, di esclusiva competenza degli uffici, non sarebbe stato rinvenuto agli atti del Comune.

Chiederò immediatamente di essere sentito dal Procuratore della Repubblica, per chiarire la mia posizione, ma vado avanti con la certezza di poter guardare fieramente negli occhi i miei concittadini per aver sempre servito con onestà la comunità di Brolo”.

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Sul caso odierno da registrare anche la dichiarazione dell’On Nino Germanà.

“Un tentativo politico-mafioso di affossare la città di Brolo, usandola come epicentro di un malaffare che passa da imbrogli e sperpero di denaro pubblico.

Di questo si è trattato”, così il deputato regionale, onorevole, Nino Germanà commenta la vicenda del così detto “Sacco di Brolo”, nel giorno della chiusura delle indagini sui mutui fantasma e i 31 avvisi di garanzia relativi.

“Hanno fatto i loro porci comodi, inventando appalti mai concretizzatisi per lavori pubblici che non sono mai neanche stati cantierati, il tutto alimentando un malaffare senza precedenti, nel comune nebroideo.

Un comune che sta cercando di rimettersi in piedi dopo essere stato ridotto nelle peggiori condizioni debitorie possibili.
Oggi chiedo alle più alte cariche dello Stato, di interessarsi e impegnarsi in prima linea perché un’amministrazione virtuosa come quella oggi al timone dell’Ente, non sia lasciata sola in questa delicata e importantissima operazione di recupero economico ed etico della città.

E, allo stesso tempo esprimo il mio augurio a quei giovani consiglieri brolesi di opposizione, affinché, con coscienza, smettano di farsi manovrare da chi è fautore dei guai nei quali la città si è ritrovata, andando nella direzione dell’interesse personalistico, a discapito della comunità”.

irene ricciardello giugno 2015

La nota di Irene Ricciardello, sindaco del paese

“Ho sempre confidato nella giustizia, certa che avrebbe fatto il suo corso, restituendo a Brolo e ai brolesi la dignità della verità”, così la sindaco,Irene Ricciardello, commenta la notizia della conclusione delle indagini relative l’inchiesta su mutui ed appalti fantasma al comune nebroideo.

“È stata una indagine complessa che ha richiesto molto tempo, un tempo durante il quale sono stata al vertice dell’Ente municipale, costretta dalle circostanze a produrre atti tutt’altro che popolari.

Ma nostro malgrado, siamo stati gettati in un vortice di debiti che a qualcuno sono giovati, qualcuno che per fare il proprio gioco ha ridotto in condizioni che tutti conosciamo la città di Brolo e la sua finanza pubblica.

Il nostro obiettivo”, prosegue la prima cittadina, “è lo stesso da sempre: ricostruire Brolo, e per far ció, oggi più che mai abbiamo bisogno del sostegno della comunità tutta e delle forze politiche che possano darci manforte in quest’azione cominciata ormai oltre un anno fa.

E nonostante la stessa Corte dei Conti avesse rivolto un plauso alla nostra gestione economica dell’Ente, c’è stato – e c’è ancora – chi ha proseguito in una vera e propria campagna diffamatoria iniziata in campagna elettorale, contro me e la mia giunta, accusandoci di avere responsabilità che era impossibile ci appartenessero.

In questo anno ho subito ogni forma di lesione verbale, numerosi atteggiamenti intimidatori, passati anche per il web, ad opera di fake e di profili anonimi, e non ultimo, un feroce antagonismo politico da parte di neonate associazioni locali che mai, durante il cosiddetto sacco di Brolo, si erano preoccupate di dire una sola parola. Ma ho preferito non dare troppo peso a tanta strenua e immotivato astio, certa della giustezza della via che stavamo -e che tuttora stiamo- percorrendo”, afferma la Ricciardello.

“C’è ancora adesso un tentativo dell’opposizione di paralizzare l’attività amministrativa: ma è un progetto da incoscienti che rischia di ledere ulteriormente la nostra già martoriata Brolo.

E francamente, il sentore è che dietro questa loro opera di boicottaggio possa esservi la longa manus di chi, di questo sfacelo al quale stiamo con fatica cercando di porre rimedio, è direttamente responsabile”, conclude.

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Gli indagati

Carmelo Arasi, Rossella Arasi, Antonella Campo, Santa Caranna, Rosa Castrovinci, Giuseppina Di Leo, Carmelo Gentile, Elena Rosa Lo Vercio, Costantino Maniaci, Mario Messina, Salvatore Messina, Francesca Mondello, Enza Rifici, Giovanni Scaffidi Mangialardo, Antonino Masi, Antonino Giuffrè, Vittorio Astone, Giuseppe Indaimo, Rosa Gatto, Tina Gatto, Dario Presti, Giuseppe Caranna, Domenico Caranna, Carmela Caliò, Giovanna Princiotta, Giuseppe Laccoto, Nunziatina Maria Faustino, Maria Ricciardello, Vincenzo Di Luca Lutupitto, Giuseppe Letizia e Paola Romano.

brolo comune 2

21 Luglio 2015

Autore:

redazione


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