L’Italia può ancora ribaltare una Nations League finora deludente
Il maestoso girone di qualificazione ad Euro 2020 ci aveva fatto venire l’acquolina in bocca, mentre le grigie partite di Nations League disputate finora hanno riportato sulla terra un po’ tutti quanti. Tuttavia, a due gare dal termine della seconda competizione europea e alla vigilia della prima gara di qualificazione ai Mondiali, possiamo ancora dire che il lavoro di Roberto Mancini sta andando nella giusta direzione.
La seconda Nations League della storia non sta regalando incontri magnifici. Ne abbiamo seguiti in diretta molti: gran parte delle gare, per lo meno quelle tra selezioni di simile livello, terminano con pochi gol e lo sviluppo del gioco è in genere scadente. La cosa risulta del tutto evidente osservando il confronto quote su https://www.wincomparator.com/it-it/quote/calcio/: si nota infatti che le quote per gli Under 2.5 dei principali bookmaker in Nations League sono spesso basse, un dato che evidenzia come dalle gare di questo torneo ci si aspettino effettivamente poche reti. Questo andamento può essere attribuito primariamente a due elementi: innanzitutto il fatto che i giocatori abbiano poco tempo di allenarsi assieme e sviluppare le necessarie alchimie e, non secondariamente, lo spettro della pandemia, che anche quando non decima le selezioni privandole dei propri campioni è presente nella testa di tutti, impedendo di svolgere al meglio la propria attività oltre che togliendo il supporto del pubblico.
In questo contesto molto particolare, non fa eccezione l’Italia. Quattro partite, tre scialbi pareggi e una sola vittoria. Un successo raggiunto peraltro contro i Paesi Bassi sì talentuosi ma privi del proprio selezionatore, quel Koeman che non poteva non rifiutare la chiamata del Barcellona in piena rivoluzione. Gli Oranje adesso sono guidati dall’ex Inter De Boer, autore di scelte discutibili come il continuo impiego di Babel e l’esclusione dall’undici titolare contro l’Italia di Berghuis.
L’Italia ha disputato quattro partite suscitando impressioni contrastanti. Da un lato giocatori come Barella o Verratti si stanno integrando sempre di più, mostrando un’intesa che fa ben sperare in vista dell’Europeo. La difesa, pur sorretta dai soliti Bonucci e Chiellini, regge egregiamente e Donnarumma ha definitivamente blindato il proprio posto nell’undici titolare. Dall’altro persistono problemi che si trascinano da lungo tempo, da prima dell’era Mancini: un gioco troppo spesso a ritmi ridotti e la difficoltà nell’integrare Immobile nella manovra e farlo rendere al massimo. Comincia ad aleggiare la paura che non vedremo mai in azzurro la miglior versione dell’attaccante napoletano, ed è un vero peccato visto che le alternative di livello in attacco sono davvero poche.
Il primo posto nel girone che garantirebbe l’accesso alla Final Four non è comunque compromesso, anzi: l’Italia ha il destino nelle proprie mani. Con sei punti gli Azzurri sono secondi di un punto dietro la Polonia che può essere superata nello scontro diretto di Reggio Emilia dell’11 novembre. A quel punto basterebbe vincere in Bosnia e il gioco sarebbe fatto senza dover sperare in un risultato per noi positivo tra Bosnia e Paesi Bassi. Al netto di assenze importanti (un nome su tutti: Lewandowski) o di sconvolgimenti causa Covid, la gara contro i polacchi sarà ostica a causa delle loro qualità in fase avanzata e dei nostri problemi a variare il gioco, come dimostrato contro i Paesi Bassi, perché troppo dipendente dalla vena di Chiesa. L’Italia partirà però favorita, sperando che in contemporanea l’altra partita del girone termini con un risultato a favore della Bosnia ormai eliminata.