“Vent’anni di resistenza con la consapevolezza di essere dalla parte giusta” è lo slogan che ha dato il titolo all’incontro avvenuto nella sala dell’ex Guernica, all’ultimo piano di via Castellammare, per l’occasione gremita da tanti giovani messinesi, attivisti No-Ponte, al quale ha presenziato anche l’europarlamentare dell’I.d.V. Sonia Alfano.
Si trattava della quattordicesima e terz’ultima tappa del “No Tav – Tour 2011”, evento itinerante che gli storici militanti della Val di Susa, che da sempre si oppongono alla realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità Torino – Lione, stanno portando in giro per tutta Italia, come si fa in genere per gli spettacoli.
Ma qui, ovviamente, a differenza di concerti, esibizioni teatrali e quant’altro, la finalità non è certo quella di divertire o intrattenere, bensì informare, sensibilizzare e misurarsi con realtà diverse e talvolta distanti da quelle circoscritte territorialmente dentro la “Valle”.
Torino, Bologna, Milano, L’Aquila, Bari, Napoli, Roma, Pisa, Firenze, Venezia, Trento, Palermo, Catania, Cagliari e Genova, sono le altre città che hanno composto questa singolare catena tenuta in tiro dalla forza e dalla speranza di quelle migliaia di italiani che sostengono la causa della Valle piemontese.
E per i valsusini non c’era occasione migliore di ritrovare gli “amici” messinesi che nel segno della condivisione No Ponte – No Tav hanno, più volte, solidarizzato con loro nel corso delle battaglie a difesa del territorio.
Lo scorso luglio, proprio in concomitanza con le imponenti e drammatiche manifestazioni in Val di Susa, a Chiomonte, Giaglione e Exilles, un folto gruppo di no-pontisti, tra cui molti in bicicletta, arrivarono a Capo Peloro portando con sé un gigantesco striscione che univa i due “No”, issato poi sulla Torre degli Inglesi e sulla terrazza dell’Horcynus Orca.
La manifestazione fu intitolata “Dalla Val di Susa a Messina: (R)Esistenza”, secondo il principio “Resistere per Esistere”, dettato dall’associazione dei due fronti di lotta in un unico grande ideale: la difesa della dignità di due territori destinati a subire la realizzazione di costosissime megaopere come il Ponte sullo Stretto e l’alta velocità Torino – Lione, fortemente impattanti, ritenute da molti, con dati alla mano, inutili alla funzione cui sono destinate ed insostenibili sul piano ambientale.
Ed a tal proposito, era di grande effetto il materiale informativo ed i gadget che i No Tav hanno portato con sé, tra cui un interessante opuscolo, redatto per l’anniversario dell’Unità d’Italia, dal titolo “150 ragioni contro la Torino – Lione”, la cui copertina, man mano che lo stesso andava distribuito, veniva così vidimata: “No Tav, € 120 milioni al chilometro?!? Io non ci sto.”
Piera Pareti, 57 anni e “quasi nonna” come lei stessa tiene a precisare, storica attivista No Tav, assieme al proprio figlio Emanuele Magliano, hanno composto la delegazione giunta all’ex Guernica per incontrare e dialogare con i messinesi sulla storia, l’attività e le finalità del loro movimento ventennale.
L’esempio di quasi tre generazioni che il trascorrere del tempo e l’evolversi delle vicende ha sempre più riunito in un unico destino, fino a renderle inseparabili.
Il tutto da rivivere e raccontare in sala, dando, ove possibile, l’opportunità a commentatori ed osservatori di riportare quanto dibattuto.
Tutto logico e nulla da eccepire, se non fosse stato impedito alla stampa di assistere all’incontro.
Ed a quei pochi operatori dell’informazione presenti, è stata data solo l’opportunità di intrattenersi con i protagonisti prima dell’avvio del dibattito.
“Da tutta Italia richiedono la nostra presenza. Noi siamo un esempio per tutti i movimenti, perché stiamo tenendo sotto scacco l’intero Paese da vent’anni, per cui facciamo scuola” dice Piera Pareti, seduta sul balconcino che sporge su via Cesare Battisti, con la voce disturbata dalle raffiche di scirocco.
“E’ questo che fa paura allo Stato – prosegue l’esponente No Tav – perché insegniamo ad agire coi fatti, con la nostra presenza, col nostro corpo. Questa è resistenza e disobbedienza civile”.
La Pareti accenna poi alla situazione del movimento: “Da noi ognuno è leader di se stesso, non ci sono elementi negativi, siamo un movimento coeso anche se cercano in ogni modo di dividerci.
Abbiamo la prima linea e la linea istituzionale, compreso un pool di avvocati che hanno fatto decine di ricorsi contro l’Unione Europea, lo Stato Italiano, la Regione ed il Prefetto di Torino, che fa dei decreti incostituzionali apposta contro di noi”.
Ed eccone spiegato il senso: “Hanno militarizzato illegalmente quella valle”, dice la militante No Tav, mostrando non poca indignazione.
A Messina, quantunque l’incontro si svolgesse al chiuso, in una sala privata, prima che i convenuti si spostassero nello slargo oltre il Duomo per consumare un frugale “pranzo popolare”, due pattuglie, una della Polizia e l’altra dei Carabinieri, hanno sostato tutto il tempo sotto l’antico palazzo in cui ha sede l’ex Guernica.
La “pasionaria” valsusina, interpellata in tal senso, ha ammesso con chiarezza: “Siamo abituati, perché facciamo paura. Questo mi dà molta forza e coraggio”.
Ed era “solo” la breve parentesi riservata alla stampa.