NUOVI AUTORI – Michele Starvaggi,”il coraggio di vivere” ed il voto sul web
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NUOVI AUTORI – Michele Starvaggi,”il coraggio di vivere” ed il voto sul web

michele_starvaggiUn concorso on-line per il giovane autore siciliano, che recentemente ha presentato il suo ultimo libro a Brolo.

“Carissimi amici ho bisogno del vostro aiuto, ho inserito una parte del mio libro in un concorso on-line e adesso mi servono i vostri voti e i vostri commenti! Basta cliccare sul link http://www.scriptor.it/index.php?option=com_zoo&task=item&item_id=792&Itemid=147” .

E’ questo il contenuto del messaggio che Michele ha diffiuso su facebook per promuovere il concorso lanciato da scriptor.it un sito internet specializzato.

Ovviamente il tutto è precedeuto con l’invito a leggere il capitolo ed il libro, ormai distribuito su tutto il territorio nazionale, ed anche a lasciare commenti.

Il Coraggio di vivere: Sinossi o Trama

Michele, strampalato sognatore, rientrando dal lavoro conosce, dopo averla investita con l’auto in una folle retromarcia, Giada infermiera del policlinico Gemelli di Roma. Una storia d’amore, un incidente, due tentati omicidi, un viaggio, due terribili malattie e un destino beffardo faranno da sfondo alla storia dei due protagonisti. Un’opera che snoda le sue fitte trame fra l’incantevole città di Roma e la Sicilia. Uno scritto evocativo che crea con immagini e parole, la suggestione delle città di Messina, Brolo e Capo d’Orlando. Ognuno di noi nasce con un destino predefinito. Un inizio e una fine dei giochi. Sarà il destino burlone del tempo a tessere le sue fitte maglie sulla trama della vita dei due protagonisti. Nessuno può cambiare il loro destino, sono vittime di un fato già deciso. Un romanzo ispirato a una storia vera che ci racconterà, in chiave comico-drammatica, quanto la vita sa essere più intrigante di qualsiasi narrazione.

Genere: Narrativa

.. per sapere di più alcuni passaggi tratti dal Capitolo XXVII

È notte fonda quando Michele sogna lui e Giada che camminano felici e innamorati su di un prato. Tutto a un tratto la terra sotto di loro comincia a muoversi, a tremare sempre più forte. Il terreno si sfalda ai loro piedi, enormi zolle si distaccano e precipitano come risucchiate, mentre loro, impauriti e increduli si tengono per mano. Qualche eterno secondo e tutto diviene nulla, adesso un enorme buco nero li circonda. Lentamente la zolla di terreno sotto i loro piedi si sfalda restringendo il proprio diametro, fino a che Michele non cade nel vuoto. Vede la sua Giada piangere e gridare mentre si faceva sempre più lontana e più piccola scomparendo in un puntino. Michele si sentì mancare il respiro dalla paura e sobbalzò dal letto. “Amore cosa succede? Ti senti male?” chiese Giada preoccupata. “No, tranquilla, era solo un brutto sogno! Dormi” rispose affannato. Si rimise a letto e si voltò su di un fianco, quell’ipnogramma onirico che rende reale ogni palpabile sensazione, colorita da un susseguirsi di emozioni, lo perseguitava da qualche giorno ormai. Giada percepì il suo stato di agitazione, allungò un braccio e gli accarezzò i capelli. Quella notte non riuscì più a chiudere occhio. Michele, sdraiato su quello che ormai è diventato il suo loculo quotidiano, fissa il lampadario e fa viaggiare la mente nei meandri del suo universo parallelo. Ripensa a quando vide per la prima volta Giada e a quel brivido che gli corse su per la schiena, a quella volta al parco, quasi per un pelo, stava per infilzarla come uno spiedino. Sorrideva e ripensava alla loro prima carezza e al loro primo bacio e a tutte quelle volte che aveva fissato quelle labbra carnose e lucenti. Ai loro corpi sinuosi e sensuali che si aggrovigliavano fra le coperte. Alle mille risate. Ai mille momenti trascorsi insieme. Poi pensò che tutte quelle istantanee stracolme di gioia rischiassero di essere sempre più offuscate da quella tremenda malattia che, giorno dopo giorno, stava logorando il suo corpo come la sua esistenza. Era come una goccia che, perpetua, cadeva sempre sullo stesso punto, fino a spaccare la roccia più resistente. Tutto questo susseguirsi di pensieri e malumori lo faceva sentire sempre più in colpa. Incolpava se stesso dell’ennesimo cammino di dolore che stava attraversando Giada. La sua amata Giada. A un tratto scoppiò in lacrime, accompagnate da un grido misto a un lamento. L’ansia e l’angoscia lo facevano contorcere su se stesso aggrovigliandosi fra le lenzuola del letto. Era troppo il dolore che la sua anima percepiva, la sentiva quasi esplodere nella sua testa. Mai aveva avuto una crisi di sconforto così forte e importante. In un attimo pensò e agì. Saltò giù dal letto con lo sguardo fisso di chi ha preso una decisione importante per la quale farà di tutto per portarla al termine. Andò nel soggiorno e si sedette alla scrivania. La stessa scrivania che aveva dato l’inizio a quel triste viaggio, oggi, stava per segnarne la fine. Quell’insano pensiero stava per dare inizio a un altrettanto insano gesto. Aprì il cassetto della scrivania e tirò fuori carta e penna. Iniziò a scrivere una lettera a Giada. Una lettera d’addio. Non poteva e non doveva, né vederla, né farla soffrire. Non se lo meritava. Con i pugni chiusi poggiati sulle tempie, non fece altro che fissare quel foglio bianco davanti a sé. Pensava e piangeva. Quanto era stata ingiusta la vita con loro. Cosa mai avevano fatto di così male per meritare tutto questo? Erano due semplici persone che si amavano. Quante volte nel suo universo parallelo, nel quale spesso si rifugiava, aveva visto l’immagine di due mani travagliate dal tempo. Erano loro due che si tenevano per mano. Vecchi e ingrigiti dal tempo, ancora innamorati come il primo giorno. Il loro amore era diverso. Non era l’amore scritto nei libri. Non era l’amore cantato nelle canzoni. Non era l’amore del “ti amo, sei la mia vita”. No! Non proprio! Troppo banale! Il loro, era un amore quasi divino. Puro come l’acqua di montagna. Era l’amore del piacere di stare insieme, l’uno accanto all’altro. Era un amore in cui nulla aveva valore se non loro stessi e la loro unione. Quando decisero di andare a vivere insieme Michele prese fra se un grande impegno. Quello di tutelare, ad ogni costo, la felicità di Giada. La frase “ad ogni costo” intendeva anche la propria distruzione, se necessaria. Un atto d’amore per la salvaguardia dell’amore stesso. Ai suoi occhi era a dir poco poesia. Dopo questo confuso pensiero, chinò la testa e iniziò a scrivere.

Cara Giada, non è facile riuscire a spiegare …….

Note dell’Autore

Michele Starvaggi è nato il 24 giugno del 1982 a Patti (ME), attualmente vive a Capo d’Orlando (ME). Si occupa di attività produttive, associazionismo e attività sociale in ambito nazionale. Il suo secondo romanzo, “Il coraggio di vivere” in vendita su Feltrinelli, sta riscuotendo un ottimo successo di critica, di commenti dei lettori oltre che una particolare attenzione da parte di illustri letterati italiani. Quello che caratterizza lo scritto di Michele Starvaggi è lo stile, del tutto nuovo, fresco, diretto e immediato. Uno scritto che evoca situazioni emozionali azzeccate, riesce a creare un mix di sentimenti, emozioni, sorrisi e lacrime del tutto nuove. In una prima parte del romanzo i personaggi e luoghi sono incastonati in un contesto solare e ricco di piacevoli colpi di scena, la seconda parte di contraddistingue sia per gli elementi di prosa che per l’evolversi degli eventi tragici, fino ad arrivare a un finale del tutto inaspettato. Interessante l’elemento prosa, le parole si collocano in una naturale sequenza descrittiva che non lascia dubbi sullo stato d’animo dell’uomo che sta per giungere al termine dei suoi giorni. In particolare, alcuni tratti ricompongono la visione della triste realtà e del momento in cui è stato inspirato e creano un’immagine composta di termini concreti, controllati e definiti nei versi. Non è una parola evocativa o visionaria, perché il destino non lascia che amaro e pesante lo stato d’animo e induce a una decisiva e diretta riflessione. L’increscere della tragicità nel narrato avviene con una gradualità tale, che, a metà dell’opera, si percepisce l’impressione di essere stati proiettati nella storia stessa quale parte integrante del loro contesto, tale da provare sensazioni ed emozioni forti per la loro vicenda. L’illustrazione del narrato compone le immagini sulle parole, riuscendo a definire un insieme di sensazioni che riaffiorano dalle pagine facendo sentire il lettore parte narrata

11 Marzo 2011

Autore:

admin


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